Wile E Coyote moment: ricorderemo il 2025 come l’anno dello scoppio della bolla AI?

Il 2025 sarà l’anno di uno scoppio della bolla speculativa creatasi sull’AI? Alcuni studi mettono in guardia sul futuro più prossimo 

I chatbot sono ormai esplosi insidiandosi nelle nostre intimità. L’intelligenza artificiale non permea più solamente l’industria, ma anche le nostre vite private, le relazioni interpersonali, in poche parole la nostra idea di mondo. Ci hanno svegliato dal sogno soporifero degli smartphone, dei social network e di una realtà digitale ormai poco interessante. I chatbot hanno dato vita a un rapporto uomo – macchina molto più coeso, con tutti i rischi del caso.

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Wile E Coyote moment: ricorderemo il 2025 come l’anno dello scoppio della bolla AI? – trading.it

Ormai siamo coscienti del fatto che l’intelligenza artificiale sia una nuova presenza ingombrante che avrà sempre più influenza sulla nostra realtà quotidiana, questo il motivo per cui l’argomento continua a preoccupare e far discutere sociologi, analisti ed esperti di informatica. L’economia inizia a risentire dell’enorme peso di questa bolla che pian piano sta crescendo intorno alla vendita delle azioni di aziende di un certo calibro, come ad esempio Nvidia.

Avevamo citato il caso anche qualche mese fa, ma gli ultimi studi sono ancora più preoccupanti. Per quanto riguarda Nvidia, coloro che ad esempio avevano investito un migliaio di dollari in azioni, si sono ritrovati con ben 135mila dollari nel portafoglio. Cosa ha provocato tutto ciò?

I segnali di una bolla speculativa nel settore AI

Spiegandolo a parole semplici si potrebbe dire che chiunque si fosse trovato in questa situazione non avrebbe fatto altro che vendere le azioni nel breve termine per ottenere l’enorme guadagno. Il problema che fa scomodare anche i più esperti sta nel fatto che tutto questo denaro, prodotto dalle quotazioni in Borsa, non sembrerebbe poi corrispondere a una reale crescita di fatturati, rispetto agli enormi investimenti fatti sulle AI.

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I segnali di una bolla speculativa nel settore AI – trading.it

Ricordiamo ad esempio il fenomeno della crisi dei Subprime del 2008 in America, che ha portato al crollo di Wall Street. La storia insegna e preoccupa gli analisti: e se l’AI stesse virando verso questa direzione? Per quanto riguarda Nvidia, dai picchi di agosto, il titolo ha perso in borsa il 21,3% in appena due settimane, questo lo raccontavamo diverse settimane fa. Un tonfo con una perdita dal valore di 675 miliardi di dollari.

Considerando che Nvidia è stata nell’ultimo anno la società più capitalizzata al mondo, gli economisti iniziano a chiedersi con maggiore preoccupazione se questo non sia il preambolo al tanto temuto scoppio della bolla. Il problema sembrerebbe legato agli sviluppi dei profitti sulle AI: in sostanza non cresce un profitto considerevole, rispetto a quanto si stia investendo nel settore.

Nvidia, infatti, ha ottenuto la posizione sul podio praticamente vendendo chip che non si sono mostrati (almeno fino ad oggi) in grado di creare guadagno reale su essi. Nvidia produce i chip per le società che offrono servizi come ChatGPT, ma nel futuro più prossimo arriveranno i guadagni sperati?

Nvidia e il rischio del Wile E Coyote moment: le analisi di David Cahn

Ovviamente c’è da sottolineare anche che al momento Nvidia rimane un’azienda solida e ben radicata nel settore, gli ultimi studi di queste settimane però fanno vacillare le sicurezze degli investitori. Secondo David Cahn, per esempio, analista di Sequoia Capital, l’industria dell’IA dovrà generare circa 600 miliardi di dollari di ricavi annuali per essere ‘sostenibile’, al momento una sfida troppo grande guardando ai dati.

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Nvidia e il rischio del Wile E Coyote moment: le analisi di David Cahn – trading.it

La crescita del 78% rispetto all’anno precedente di Nvidia destabilizza gli analisti. La domanda che Cahn si pone è se queste organizzazioni avranno la capacità di recuperare i loro investimenti nel breve termine. L’analisi si concentra su un possibile “momento Wile E. Coyote”, in cui gli investitori potrebbero accorgersi che i valori delle azioni di settore non sono più giustificabili.

In sostanza la speculazione potrebbe superare la realtà economica. Perché allora si parla del simpatico Coyote? Quando il personaggio dei cartoni animati precipita da un dirupo, guarda in basso rimanendo per un attimo in piedi nel nulla, una volta che si è accorto di non avere più terra sotto i piedi, precipita in una discesa rovinosa. Con i mercati, succede lo stesso.

“Perché l’hype dell’intelligenza artificiale è un’altra bolla tecnologica” di Luciano Floridi

Anche Luciano Floridi, Founding Director of the Digital Ethics Center presso la Yale University, e autore dello studio “Perché l’hype dell’intelligenza artificiale è un’altra bolla tecnologica”, evidenzia il problema accumunando l’AI ad altre bolle tecnologiche vissute dall’economia del passato. Quando la tecnologia tira fuori un grande hype nei confronti del futuro, i modelli di business vengono finanziati con enormi investimenti, ma non sempre questi ultimi si rivelano realmente sostenibili.

A ciò si aggiunge l’esplosione delle start-up in vena di investire nel nuovo settore e le regolamentazioni insufficienti. Secondo Floridi queste sono le variabili che influenzano la nascita di rovinose bolle speculative. Pur riconoscendo il potenziale dell’IA, l’analista sottolinea infatti l’importanza di affrontare la situazione con cautela, concentrandosi su applicazioni concrete e modelli economici realistici per evitare una crisi su larga scala.

Il 2025 potrebbe essere l’anno in cui capiremo se l’intelligenza artificiale è davvero il futuro o solo l’ennesima promessa che non regge il peso delle aspettative economiche.

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