Il timore è che gli sforzi delle banche centrali per frenare l’inflazione portino a una recessione globale.
I mercati scambiano in modo debole e irregolare, per il timore di una svolta negativa sullo scenario internazionale che annulli gli sforzi delle banche centrali per frenare l’inflazione e mantenere alta la crescita.
Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati. Lunedì si sconteranno le evoluzioni del fine settimana nei rapporti tra Ue e Russia. Al centro il tema delle materie prime energetiche, con il potenziale di aumentare ulteriormente l’inflazione e fermare la crescita.
La Boj ha confermato la sua politica monetaria espansiva mentre venerdì i listini Usa hanno terminato la sessione in profondo rosso. Nell’eurozona la tensione sui titoli di Stato tedeschi è cresciuta fino a un rendimento del’1,9%, mentre il Btp decennale offre interessi intorno al 3,8%. I mercati s’interrogano sull’effettività dello scudo anti spread della Bce che dovrebbe essere utile per evitare nel concreto la frammentazione dell’eurozona.
Le più influenti banche centrali dopo la Fed alzano i tassi di interesse. Si teme una recessione
Fuori dall’Ue anche la Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali arrivando all’1,25% complessivo. L’inflazione nel Paese ha quasi raggiunto un preoccupante 11%. La Boe ha mantenuto un approccio più graduale e avverte comunque che l’economia britannica subirà una contrazione nel secondo trimestre dell’anno che si concluderà a giugno.
Anche la Banca Centrale Svizzera rialza tassi per la prima volta da 15 anni; è l’ultima economia influente sui mercati ad abbandonare la politica monetaria espansiva. La Bns ha annunciato un aumento di 50 punti base del suo tasso di riferimento, esso rimane negativo ma passa da -0,75% a -0,25%.
Mentre i leader di Germania, Italia e Francia si sono recati in visita a Kiev, Gazprom ha dato ieri il via alla riduzione del volume massimo giornaliero del gas passante per Nord Stream 1, diminuito dai 167 milioni di metri cubi a 67 in due giorni. L’Italia tramite Eni riceverà solo il 65% della sua domanda al mercato russo. La situazione è piuttosto grave tanto che il governo tedesco ha lanciato un appello ai cittadini della più grande economia europea affinché risparmino energia. Nelle ultime tre sedute il prezzo del gas è infatti cresciuto di quasi il 70%.