La Russia ha alzato la posta in gioco cominciando a concretizzare le sue minacce sull’interruzione di gas. Wall Street e i mercati europei sotto pressione.
Sulla scia degli avvenimenti degli ultimi due mesi anche i titoli delle grandi società tecnologiche scontano la mancanza di fiducia e il crollo di una parte dei consumi.
I flussi di gas europei sono a rischio, quelli verso la Polonia e la Bulgaria, entrambi paesi Nato sono stati interrotti nella notte del 27 aprile. La motivazione per l’interruzione delle forniture è il mancato pagamento in rubli richiesto dall’ultimo provvedimento del Cremlino.
I titoli delle grandi multinazionali Usa del settore tecnologico scontano prima di tutte le incertezze economiche. Gli investitori hanno oggi un motivo in più per liberare il portafoglio dai titoli più rischiosi. All’impatto dei tassi di interesse più elevati, le pressioni inflazionistiche e il blocco dall’economia cinese a causa di nuovi lockdown, anche l’aumento delle tensioni geopolitiche.
Rallenta la vendita di spazi pubblicitari: un segnale premonitore dell’andamento dell’economia globale e dei mercati europei
I mercati sono stati scossi dai risultati delle trimestrali di Alphabet Inc che hanno deluso le aspettative, facendo scendere il titolo del 6,5%. Le motivazioni sono in particolare relative al mercato pubblicitario, rallentano infatti la vendita degli spazi pubblicitari su Youtube. Gli utili del primo trimestre di Alphabet si sono attestati a 24,62 dollari per azione, al di sotto della stima di 26,11 dollari.
In controtendenza invece Microsoft che ha visto martedì il suo fatturato del terzo trimestre aumentare del 18% su base annua a 49,4 miliardi di dollari. In forte calo Tesla il cui titolo perde circa il 12% sulla pressione degli azionisti che temono il nuovo investimento di Musk. Il Ceo di Tesla infatti è pronto a esporsi con un prestito di circa 25 miliardi di dollari per acquisire Twitter. L’investimento dell’imprenditore visionario arriva tuttavia in un momento di grandi incertezze sollevando i dubbi sulla sua capacità di rimanere solvibile dopo un esborso totale di 43 miliardi di dollari.
Nel complesso mette in evidenza la pressione che il sentiment attuale mette sugli asset rischiosi di società più sensibili al crollo del potere d’acquisto dei consumatori. Ne prende atto anche General Electric e Ups dati gli aumenti dei costi fissi e le interruzioni nella catena di approvvigionamento.
Dal punto di vista macroeconomico l’indice di fiducia dei consumatori Usa è diminuito ulteriormente in aprile. E la fiducia dei consumatori tedeschi è crollata nello stesso mese arrivando a un minimo storico. Dall’altra parte del mondo in Australia il livello di inflazione registrato nel primo trimestre è arrivato ai massimi degli ultimi 20 anni.