Ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricevuto in visita ufficiale Ursula on der Leyen, al fine di ricevere simbolicamente nella capitale l’accordo all’avvio ufficiale del piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il PNRR del valore complessivo di 191,5 miliardi verrà finanziato dall’Unione Europea con i primi 25 miliardi, al fine di cominciare a effettuare le riforme strutturali fino al 2026 per rilanciare l’economia italiana. Entro la fine di quest’anno l’Italia sarà messa alla prova nel rispettare la tabella di marcia del piano nazionale, approvando almeno 20 riforme in sei mesi, comprensive della la riforma della giustizia, degli appalti pubblici nonché la revisione della spesa pubblica.
Nelle parole di Draghi emerge tutto l’entusiasmo per avere l’onore di accompagnare l’Italia in questo momento così particolare, il presidente del Consiglio ha continuato esprimendo la speranza che questa sia “l’alba della ripresa dell’economia italiana” e che si possa riuscire a ripagare la fiducia dell’Europa spendendo bene e con onestà il fondo messo a disposizione.
L’Europa ha immaginato per l’Italia una rinascita a partire dalle riforme strutturali comprensive delle infrastrutture e dell’industria. Oltre il 50% dell’importo del fondo europeo messo a disposizione degli stati membri sotto forma di prestiti e sovvenzioni pari a 750 miliardi di euro, verrà utilizzato per sostenere la modernizzazione, unica via per assicurare una stabilità economica che sul lungo periodo possa ridare concretezza al futuro dell’Europa unita. Entro giugno del 2022 l’Italia dovrà mettersi al passo con i tempi per portare avanti la modernizzazione delle sue infrastrutture, al fine di armonizzare il Paese al piano per la decarbonizzazione dell’economia europea entro il 2050. Tra gli obbiettivi da conseguire ci sono quelli per la transizione energetica e mobilita sostenibile, dal valore di 23,8 miliardi di euro, e quelli per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici, con un investimento di 15,22 miliardi.
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Tra le riforme più importanti, su cui tutto il parlamento è desideroso di portare il suo contributo, rimettendo al centro il dibattito politico nazionale e le differenze ideologiche tra i partiti, c’è quello della riforma fiscale e delle misure contro l’evasione fiscale. Per questi delicati obbiettivi la Commissione Ruropea non ha imposto scadenze, in quanto soprattutto per quanto riguarda la riforma fiscale il dibattito è ancora aperto. Nonostante non ci siano indicazioni dirette dell’Unione Europea, queste due riforme devono essere al più presto implementate nell’economia italiana, in modo da affiancare la ripresa economica che altrimenti rischia concretamente di tornare a livelli precedenti la crisi, ma con un debito pubblico molto meno sostenibile e tale da rendere impossibili ulteriori margini di manovra. Bisogna considerare infatti che solo 68,9 miliardi di euro sono sovvenzioni mentre i restanti 122,6 miliardi dovranno essere restituiti.
A questo fine, l’obbiettivo è quello di puntare sulla ridefinizione delle aliquote e degli scaglioni Irpef, in modo da ridistribuire la pressione fiscale alleggerendo il ceto medio, in grado di poter rilanciare il paese con nuove spinte imprenditoriali e sulla quale gravano le maggiori responsabilità in termini di contribuzione per il sistema economico.
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Questa è un’opportunità generazionale, gli investimenti più incisivi avranno effetti che potranno essere appezzati soltanto sul lungo periodo, questi prevedono infatti una spesa di 32,1 miliardi di euro al fine di integrare il territorio nazionale e le regioni in una rete di trasporti efficiente ed ecosostenibile, a cominciare da una rete ferroviaria ad alta velocità e la promozione del trasporto locale attraverso l’estensione di piste ciclabili, metropolitane, tram e autobus alimentati con energia rinnovabile.
Con il PNRR l’Italia si impegna infatti a rafforzare la sua già straordinaria economia circolare ii cui è prima in Europa, per realizzare nuovi impianti di energia rinnovabile, aumentando al contempo la capacità della propria rete energetica di 4000 megawatt.
I cambiamenti avvenuti con la pandemia sono stati profondi ed è necessario riuscire a ribaltare le circostanze con la stessa intensità con la quale il Paese è riuscito a reggere la sfida, modificando con sacrificio ed elasticità le sue condizioni di vita. L’aspettativa è quella di un governo Draghi che possa durare fino a che non saranno stati superati i limiti strutturali dell’economia italiana, fino a che gli standard di produttività ed efficienza raggiunti dall’economia e dal mercato del lavoro possano rientrare almeno nella media delle altre nazioni europee.
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