Un aiuto che dura tutta la vita e non è un aiuto da poco. 24 mila euro a chi dimostra di trovarsi improvvisamente in difficoltà economiche.
Può succedere, come il vecchio detto, di cadere dalle stelle alle stalle. Ma non c’è da scoraggiarsi perché esiste un aiuto ancora valido, nato addirittura negli anni ’80 per volere dell’allora Primo Ministro Bettino Craxi. Vediamo chi può chiedere 24 mila euro all’anno, per sempre.
Immagina di potere ottenere un assegno vitalizio di 24 mila euro all’anno. Come guadagnare 2.000 al mese anche senza lavorare, e per sempre. Il sogno di tutti anche se non tutti possono raggiungerlo. E non parliamo dei vitalizi di parlamentari o senatori che hanno ottenuto un assegno ancora più alto e per tutta la vita anche se se sono stati in carica una sola legislatura o anche meno. Parliamo di una categoria di lavoratori particolare che potrebbero avere conosciuto la ricchezza e improvvisamente sono caduti nel baratro.
Vi facciamo alcuni nomi che hanno usufruito del vitalizio: non tutti li conosceranno eppure ognuno di loro ha una storia da raccontare. A decidere il loro futuro è stata la Legge Bacchelli del 1985 della quale parleremo tra poco. I nomi di cui prima: Aldo Nove, poeta e sceneggiatore; Silvano Orlandi, cuoco e pasticcere; Emiko Kubota, cantante lirica di origini giapponesi. Queste tre persone hanno una caratteristica che li accomuna: l’arte.
Vitalizio da 24 mila euro a chi è caduto in disgrazia: chi può richiederli
Stiamo parlando di chi ha vissuto gran parte della vita lavorando in tutti i settori che hanno come comune denominatore l’arte e il sociale, dunque attori, scrittori, registi, chef, ecc ecc. La legge Bacchelli voluta dal Premier Bettino Craxi nell’agosto del 1985 mira a dare un sostegno a quegli artisti che improvvisamente sono letteralmente caduti in disgrazia senza più potere vivere del loro lavoro. Si chiama così dal nome dello scrittore Riccardo Bacchelli, che morì prima ancora di poterlo ricevere.
Occorrono tre requisiti imprescindibili per poter ricevere il vitalizio: lo stato di particolare necessità economica, l’assenza di condanne penali e il fatto di essere considerati illustri e meritevoli per le proprie attività in ambito scientifico, culturale, sportivo o sociale. Lo cita la legge stessa: “il riconoscimento della chiara fama per aver illustrato la Patria con i meriti acquisiti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia, del lavoro, dello sport e nel disimpegno di pubblici uffici o di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari”.
Il vitalizio prevede una quota di 24mila euro lordi annui: per accedere al fondo può fare domanda la persona che vorrebbe ottenerlo o qualcuno al posto suo che ne curi gli interessi.
Tra le altre persone più conosciute alla grande massa, che negli anni hanno ricevuto il vitalizio ci sono la poetessa Alda Merini, la scrittrice Anna Maria Ortese, il poeta, scrittore e drammaturgo Dario Bellezza, lo scrittore Daniele Del Giudice, l’attrice Alida Valli, il pugile Duilio Loi e il cantautore Joe Sentieri. Lo stesso vitalizio fu rifiutato dal campione di ciclismo Gino Bartali e dall’attrice Laura Antonelli.