Vita di coppia, ci sono degli atteggiamenti che potrebbero sembrare normali, ma che la Cassazione ritiene reato.
Essere una coppia significa condividere, rispettarsi, amarsi, essere uniti nei momenti belli, e soprattutto in quelli brutti. È un’unione di anime, che può vedere alti e bassi, come è normale che sia.
Come esseri umani, non restiamo fermi, ci evolviamo in meglio o in peggio, e chiaramente, si pongono ostacoli da affrontare e talvolta, alcuni cambiamenti sono così travolgenti da comportarsi come una tempesta in mezzo al mare. Essa si abbatte sulla coppia, che non regge, e crolla.
Il matrimonio è un vincolo non di poco conto, include responsabilità e coraggio, per molti versi. Molti comportamenti che si tengono all’interno di un legame del genere, potrebbero essere persino ritenuti normali, a volte per questioni culturali. Parte di essi è stata ridefinita dalla Cassazione, che si è espressa in merito a essi, in numerose sentenze, e inclusi in determinati tipi di reato.
Approfondiamo meglio l’argomento, dando uno sguardo più attento alle varie sentenze.
Vita di coppia, comportamenti che costituiscono reato
Partiamo da un fenomeno molto discusso, che è quello dei maltrattamenti in famiglia. La Corte di Cassazione ha voluto fare luce sulla differenza tra maltrattamenti e atti persecutori.
Se il coniuge ha degli atteggiamenti vessatori nei confronti del partner durante il matrimonio, e anche dopo, si possono ancora considerare maltrattamenti in famiglia. Il motivo è che, fino al divorzio, il partner resta “persona della famiglia”.
E ancora, nelle sentenze sono emersi chiarimenti sui cosiddetti matrimoni forzati. L’art. 558-bis del Codice penale, punisce chi costringe o induce a sposarsi. Inoltre, sono atti che possono portare anche ad altri reati gravi, come la schiavitù della persona costretta alle nozze.
Se ci si rifiuta continuamente di avere rapporti sessuali con il coniuge, si violano gli obblighi matrimoniali, e ci si separa con addebito. Ma se il rifiuto è legato a delle problematiche note prima di sposarsi, la cosa potrebbe anche non portare al suddetto addebito. La Corte ha sentenziato che rifiutarsi totalmente di stare col partner in intimità, può offendere la dignità del coniuge e violare l’obbligo di assistenza morale dell’art.143 del codice civile.
Infine, per ciò che concerne la questione infedeltà, la Corte ha deciso che questo comportamento può essere causa di risarcimento per danno non patrimoniale, nel caso in cui si crei un danno ingiusto al partner tradito. Il reato sopraccitato si configura, nel momento in cui gli atteggiamenti del traditore o traditrice sono dolosi o colposi in modo grave.
È molto importante tenere in considerazione, che prima di sposarsi è necessario confrontarsi su tre aspetti essenziali: comunicazione, rispetto reciproco e consapevolezza legale.
In una coppia, dirsi le cose in modo onesto senza urlare né irritarsi è importante, per capire anche cosa ci si aspetta dalle nozze. Il rispetto è alla base delle nozze e se manca, non ha senso neanche arrivare all’altare. Infine, bisogna sapere a cosa si va incontro e che diritti legali si hanno in caso di maltrattamenti e infedeltà.