Per accedere alla pensione e al bonus serve superare con 30 e lode la visita per l’invalidità. La normativa è specifica, occhio agli errori.
Tutto cambia dopo l’approvazione del decreto n.77 quando si parla di accertamento dell’invalidità. Ci sono nuove modalità per effettuare la visita, e con essa subentrano anche nuovi obblighi? Ecco che la situazione è destinata ad essere stravolta, per cui prima di restare senza pensione e non ottenere il bonus che ci si merita, bisogna informarsi. Si tratta della fine del regime delle tabelle ministeriali di riferimento? Modificati i criteri e la stessa procedura, alcune province si fanno “pioniere”.
La visita per l’invalidità è un’analisi svolta da una commissione medica stabilita ad hoc, la quale opera per accertarsi dello stato di invalidità e di handicap che permettono al soggetto di godere di alcune agevolazioni e scontistiche data la situazione di svantaggio. Il nuovo provvedimento legato alla modalità di gestione della visita, entrerà in vigore solo dopo che le sperimentazioni del 2025 daranno i loro frutti. Sono infatti circa 9 le province che hanno deciso di adottare queste novità.
A tal proposito la domanda principale sorge spontanea, cioè quella in relazione a cosa dovranno fare i cittadini per richiedere la procedura? Perché come sempre ad avviare il percorso è il cittadino interessato, ma a questo si aggiunge altro.
Novità, visita per l’invalidità: cosa cambia e come fare domanda al bonus
Aggiornarsi in relazione alle novità per la pensione d’invalidità è il minimo, perché i cittadini più anziani devono imparare a destreggiarsi attraverso un sistema mai visto prima. Il Governo ha le idee abbastanza chiare, nonostante ciò bisogna appunto sperimentare la “nuova visione”, perché per definirla efficiente ci vorrà un po’ di tempo. Oltre al periodo di sperimentazione, è necessario che i primi a rimaner contenti siano proprio i pazienti. Basta tabelle ministeriali, sì al Questionario Whodas!
L’obiettivo è quello di rendere una realtà a tutti gli effetti, la cosiddetta “visita a distanza”. Si tratta della possibilità del cittadino interessato di trasmettere telematicamente la certificazione documentale allegata, in modo da evitare la visita in presenza, e semplificare le richieste esaudendole. Significa velocizzare i tempi attenendosi alla certificazione medica inoltrata, senza compiere l’accertamento medico fisicamente. Ma cosa deve fare il cittadino?
Compilare il questionario Whodas. Si tratta di uno strumento che valuta la disabilità con i indicatori ICF, eliminando la tabelle ministeriali come punto di riferimento. Questo serve per valutare la disabilità del soggetto interessato sul fronte cognitivo, per la mobilità, l’autocura, e l’interazione con le persone. Senza dimenticare attività di vita, domestiche, lavorative e scolastiche. Può avere 36 o 12 domande, con un punteggio di massimo 5 punti basato sulla scala Likert. Si va da “nessuna difficoltà a “difficoltà estrema o incapacità”.
Il procedimento è valido per tutte le forme di disabilità. Collegialmente, dopo aver esaminato questionario e certificazione inoltrata, la commissione medica decide se accertare lo stato di disabilità o no. Che ruolo ha l’INPS? Svolge il compito di compiere valutazioni di base, è il massimo soggetto decisore. Il “progetto vita” rivoluzionario serve per andare anche oltre la percentuale dei punteggi, perché mira a conoscere da un punto di vista multidimensionale la persona. Quindi, non solo sotto l’aspetto medico, ma anche psicologico.
Entro quando si conclude il processo di valutazione? Dopo il caricamento del certificato sul proprio Fascicolo Sanitario Elettronico, devono esser passati non più di 90 giorni dall’invio del certificato medico. Ma i tempi possono variare a 30 giorni per casi minori, e 15 giorni per chi ha patologie oncologiche. Il valore del documento è “polifunzionale”, cioè può sostituire tutte le altre certificazioni e può essere usato come se fosse una domanda per ottenere le agevolazioni sociali ed assistenziali che servono. La semplificazione è la ratio delle novità!