Cosa succede se durante una visita fiscale il malato non apre la porta al medico perché è sotto la doccia? Le attività quotidiane possono costare caro?
La visita fiscale è un accertamento condotto dall’INPS quando un lavoratore si assenta per malattia. Nonostante le visite fiscali siano cosa nota ai lavoratori dipendenti, su quest’accertamento esistono ancora molti dubbi, che oggi proveremo a chiarire.
Gli accertamenti condotti dai medici dell’INPS avviene presso il domicilio del lavoratore, nel rispetto delle fasce orarie di reperibilità.
Prima dell’entrata in vigore del Polo Unico INPS, la visita fiscale era svolta dai medici dell’ASL territoriale di competenza. Dal 2017 in poi, invece, è compito dell’INPS verificare lo stato di malattia del lavoratore che si assenta da lavoro.
Lo scopo della visita è quello di verificare l’effettiva impossibilità del dipendente di recarsi a lavoro, a causa di una condizione di salute che glielo impedisce. Il motivo per il quale l’Istituto previdenziale è interessata a controllare il lavoratore dipendente, è legato al fatto che l’indennità, ovvero la retribuzione riconosciuta durante i periodi di malattia, è versata dall’INPS e non dal datore di lavoro.
Pertanto, la visita fiscale serve ad accertarsi che il lavoratore abbia effettivamente diritto all’indennità e che non stia approfittando della situazione per assentarsi dal lavoro.
Visita fiscale: di cosa si tratta e come funziona
Quando un lavoratore dipendente, sia esso del settore pubblico che del settore privato, si ammala ha diritto alla cd indennità di malattia. In sostanza, il lavoratore può assentarsi dal lavoro per un determinato lasso di tempo, percependo il 100% della retribuzione. Ma a versare l’indennità non è il datore di lavoro, bensì l’INPS che, per questo motivo, ha tutto l’interesse ad accertarsi dello stato di salute del lavoratore malato.
La visita fiscale, dunque, altro non è che una visita di controllo, alla stregua di quella che è effettuata dal medico di base. Tuttavia, l’accertamento condotto dall’INPS avviene non per volontà del lavoratore, ma per disposizione dell’Istituto, in seguito alla segnalazione da parte del datore di lavoro.
Il dipendente assente dal lavoro per malattia non viene informato della visita fiscale (salvo rari casi) che, dunque, può avvenire in qualsiasi momento. Fermo restando che la normativa in materia di visita fiscale ha fissato delle fasce di reperibilità, durante le quali il dipendente malato deve assolutamente essere presente al proprio domicilio, a meno che egli non debba recarsi ad effettuare una visita medica specialistica o un esame diagnostico o strumentale.
Il discorso relativo alla visita medica fiscale interessa solo ed unicamente i dipendenti pubblici e privati. L’accertamento avviene su richiesta del datore di lavoro, che intende verificare l’effettivo stato di salute del lavoratore assente.
In seguito alla visita fiscale, il medico che ha eseguito l’accertamento emette un certificato medico in cui è riportato la prognosi, dunque il presunto periodo di assenza durante il quale il lavoratore non potrà recarsi a lavoro.
Cosa succede se il lavoratore non è presente al momento della visita fiscale?
Secondo quanto stabilito dalle ultime modifiche in materia di visita fiscale, i lavoratori dipendenti devono rispettare le seguenti fasce di reperibilità:
- dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, se lavoratore del settore privato;
- dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, se lavoratore pubblico.
La visita fiscale può essere eseguita anche di domenica, durante un giorno festivo e più di una volta al giorno.
Le assenze sono giustificate solo se avvengono per i seguenti motivi:
- grave patologia che richiede una terapia salvavita;
- malattie connesse ad invalidità riconosciuta in percentuale pari o superiore al 67%;
- per sottoporsi a visite mediche urgenti;
- comprovati motivi personali o familiari;
- cause di forza maggiore.
È, dunque, compito del dipendente farsi trovare al proprio domicilio durante le fasce di reperibilità.
Tuttavia, può accadere che, svolgendo atti di vita quotidiana, il dipendente malato non riesca ad effettuare la visita fiscale INPS. Ad esempio, se il paziente è sotto la doccia o sta rispondendo ad un bisogno fisiologico, proprio quando il medico incaricato dall’INPS citofona, potrebbe non sentire il campanello e non riuscire ad aprire in tempo utile.
In tal caso, il lavoratore risulta assente al domicilio, anche se in realtà era presente ma semplicemente non ha aperto.
Cosa ha deciso il giudice?
Secondo una recente ordinanza della Corte di Cassazione, il lavoratore malato deve rispettare le fasce di reperibilità, ma nulla può impedirgli di eseguire atti della vita quotidiana in quel lasso di tempo. Pertanto, il dipendente che non ha fatto entrare il medico incaricato dall’INPS, perché al momento della visita si trovava sotto la doccia, non può essere sanzionato dal datore di lavoro.
Dopo tutto, compiere atti di vita quotidiana, per la Suprema Corte, non può in alcun caso equivalere a non voler presenziare alla visita fiscale.