Il Veneto potrebbe diventare il polo nazionale delle tecnologie a idrogeno. Una svolta per il caro bollette.
A Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, la Baxi Spa è già in grado di produrre una caldaia funzionante al 100% a idrogeno.
La società è un protagonista a livello internazionale nella produzione di caldaie, ne produce circa 3.000 al giorno ed è attiva dal 1978. Nel suo stabilimento italiano, il più grande tra quelli in Europa è stata costruita la prima caldaia funzionante a idrogeno. La diffusione su larga scala di nuovi sistemi che funzionano con energie alternative sta arrivando nel quotidiano. Lo stabilimento bassanese produrrà caldaie ad alta efficienza certificate a lavorare con una miscela composta di metano e 20% di idrogeno.
Il progetto porterà la società a produrre entro il 2025 caldaie alimentate interamente a idrogeno. Il futuro sembra quindi sempre più vicino a fare a meno delle fonti fossili a favore delle rinnovabili. Secondo le previsioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Europea entro il 2025 saranno destinati al settore 320 miliardi di dollari.
Il Veneto può essere il polo italiano dell’idrogeno verde e delle soluzioni domestiche basate sulle le energie alterative
Esattamente un anno fa, a luglio 2021 l’Unione Europea ha annunciato la sua strategia su questa materia prima, puntando alla produzione di 10 mega tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030. Da questo mese in veneto inizia così la produzione delle prime 500 caldaie a idrogeno da destinare al mercato olandese e inglese. A differenza delle infrastrutture nazionali queste sono già state adattate all’utilizzo di questa forma di energia per il riscaldamento domestico.
L’idrogeno pulito è diventato quindi un elemento chiave delle strategie di decarbonizzazione di diversi governi in UE. A livello comunitario si prevede di raggiungere entro il 2050 la maturità tecnologica per un utilizzo su larga scala dell’idrogeno per un consumo basato per il 25% su questa materia seconda.
La tecnologia delle celle a combustibile sta migliorando rapidamente, questo potrebbe consentire la produzione di un idrogeno privo di emissioni inquinanti attraverso l’elettrolisi dell’acqua. Il 95% della produzione attuale di idrogeno deriva infatti dal gas naturale e dalla gassificazione del carbone. Sul lungo termine il Veneto si pone l’obbiettivo di diventare il polo nazionale delle politiche energetiche basate su questa energia alternativa.
È notizia di oggi che il Parlamento europeo oggi voterà sulla proposta di rigettare la decisione di inserire il gas e il nucleare nella tassonomia che classifica gli investimenti considerati sostenibili ai fini del Green deal. In gioco ci sono centinaia di miliardi di euro di investimenti prevalentemente privati che potrebbero essere dirottati dalle energie rinnovabili e dall’efficienza energetica. Oltre al problema ambientale, c’è un altro elemento che pesa su questa scelta; il fatto che con gli attuali limiti di approvvigionamento e l’aumento dei costi, hanno reso obsoleto e antieconomico il gas come fonte affidabile per la strategia dell’Ue.