Combattere il cybercrimine diventa sempre più un lavoro a tempo pieno, capace di sviluppare un indotto che potrebbe fare risparmiare alle aziende miliardi di dollari.
Con l’incremento delle tecnologie e della loro interconnessione a reti più o meno estese, le nostre vite si stanno spostando e replicando in un contesto che vede primeggiare sempre più il ruolo dell’economia immateriale su quella materiale.
In uno spazio quotidiano in cui non vi è più separazione tra gli ambienti che prima era facile definire online e virtuale, offline e reale, la somma della dimensione materiale e quella informativa alimenta una continua influenza dell’immateriale e del suo valore. In questo consto il cybercrimine diventa un’attività illecita sempre più remunerativa, di conseguenza le aziende che si impegnano a combatterlo possono invertire la tendenza a loro favore, convogliando le perdite potenziali causate dai danni provocati dagli attacchi informatici in un’occasione di profitto.
Nell’ultimo anno le perdite a livello globale causate dagli attacchi informatici, secondo i dati analizzati da diverse realtà impegnate nel settore come Atlas VPN e McAfee, hanno raggiunto la cifra record di 945 miliardi di dollari, quasi 1% del Pil mondiale, mentre l’investimento per prevenirli è arrivato a 145 miliardi.
Proprio sabato 3 luglio si è verificato uno dei più grandi attacchi informatici della storia, che ha colpito Kaseye, uno dei più importanti fornitori software con sede in Florida. Il disservizio ha colpito almeno duecento aziende, operanti soprattutto negli Stati Uniti, diffondendosi tra le reti aziendali proprio mentre molti dipendenti non si trovavano a lavoro. Il caso più eclatante è stato quello della Coop svedese: la multinazionale della grande distribuzione è stata costretta a chiudere metà dei suoi ottocento punti vendita, in quanto l’attacco informatico aveva messo fuori uso i registratori di cassa e le casse self service. FBI sta lavorando in collaborazione con il governo degli Stati Uniti e con la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency USA, al fine di indagare sulle responsabilità dell’attacco che si sospetta essere stato diretto dal gruppo hacker REvil collegato alla Russia.
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Le proporzioni lasciano intravedere ampi margini di profitto per il prossimo futuro. Dati del 2020, frutto di indagini statistiche in paesi quali Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Giappone (nazione che attualmente risulta quella meno organizzata contro gli attacchi informatici), indicano un incremento del 50% della spesa delle aziende per proteggere le loro infrastrutture informatiche dagli attacchi e dai guasti tecnici. Queste sono cresciute rispetto al 2018 fino a oggi, proseguendo la tendenza che a partire dai dati 2013, quando la stima delle perdite era equivalente a 300 miliardi di dollari, hanno realizzato un amento maggiore del 300%.
Tra i settori più colpiti dagli attacchi informatici c’è quello della sanità privata, seguita dal settore governativo, tra i più preparati a livello globale a prevenire incidenti di natura informatica. In generale circa un terzo delle aziende globalmente considerate sono state in grado di mettere a punto strategie atte a prevenire gli attacchi informatici, sebbene nessuna di questa abbia a oggi messo a punto un piano per reagire qualora l’attacco superasse il sistema di difesa.
Generalmente infatti le strategie di cybersicurezza possono essere classificate in due tipi; quelle preventive e quelle reattive. Le prime concernono le soluzioni atte al fine di proteggere minimizzare i datti causati dall’intrusione di malware nei sistemi informatici. Quelle reattive invece comprendono le strategie per reagire successivamente o durante l’attacco, permettondo all’azienda di identificare le vulnerabilità del sistema ed eventualmente recuperare i dati danneggiati, comprendendo le origini del problema.
Il settore della cybersicurezza potrebbe incrementare i suoi guadagni nei prossimi quattro anni data la crescita stimata del 15% all’anno degli effetti economici negativi sulle attività produttive causate cybercrimine, che potranno raggiungere 10,5 mila miliardi di dollari nel 2025. Per avere un termine di paragone il dato del 2015 era pari a 3 mila miliardi di dollari, già molto superiore al Pil Italiano pari attualmente a 2000 miliardi di dollari e tra cinque anni sarà quasi la metà del Pil USA.
Il costo degli attacchi informatici include i danni economici causati dalla distruzione di dati, dal furto di denaro, dalla perdita di proprietà intellettuale, dalle ricadute di immagine nella sottrazione di dati sensibili e dal rallentamento delle attività economiche, non ché il costo per le riparazioni e per eventuali investigazioni successive all’attacco. Entro due anni la presenza di oggetti in grado di essere connessi a un network vulnerabile saranno di uso quotidiano e coinvolgeranno tutte le nostre attività a cominciare dai trasporti fino alla domotica.
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Dynatrace è una società che offre soluzioni di intelligence per le aziende che utilizzano un sistema di cloud per mezzo del quale connettere i software aziendali in modo non locale ai dati utili al loro funzionamento. La compagnia con sede negli Stati Uniti permette soluzioni al fine di automatizzare le operazioni informatiche e fornire un flusso di dati in tempo reale sulle performance ottenute, creando serie euristiche in grado di ottimizzare l’efficienza e il rendimento.
Questa azienda offre uno dei migliori servizi sul mercato con prestazioni in grado di competere e superare quelle di soluzioni analoghe proposte da Microsoft, Cisco, Datalog e Splunk. Nell’ultimo anno le quotazioni dell’azienda sono passate dai 40 dollari di giugno 2020 ai 59,7 odierni con un incremento vicino al 50% e un rendimento aziendale cresciuto nell’ultimo anno fiscale del 29% e pari a 704 milioni di dollari.
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Anche questa azienda offre soluzioni di gestione dei servizi di cloud aziendali, per mezzo di una piattaforma che integra i servizi cloud con la protezione di antivirus. I sistemi offerti non solo protettivi ma anche responsivi e comprensivi della capacità di rivelarne la fonte. CrowdStrike con una capitalizzazione di 57 miliardi di dollari, dal punto di vista tecnico si trova in un trend long che ha portato le sue quotazioni dai 100 dollari di giugno 2020 fino ai 252 attuali, con un rendimento del 152% in soli dodici mesi.
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