Il primo gennaio è scattata la limitazione all’uso dei contanti: il tetto massimo previsto per il loro utilizzo è sceso drasticamente. Ecco cosa sta accadendo e quali sono le nuove limitazioni.
La notizia era già stata preannunciata diversi mesi fa e, a partire dal primo gennaio è diventata realtà. Sono entrate in vigore le nuove restrizioni sull’utilizzo del denaro in contanti. Il tetto massimo non è più di duemila euro come in precedenza, ma è stato drasticamente ridotto.
Da questa data in poi, infatti, per i pagamenti superiori alla cifra stabilita bisognerà ricorrere a mezzi tracciabili quali, ad esempio, i bonifici o i pagamenti con carta. Ecco cosa cambierà dopo l’introduzione di queste nuove limitazioni sull’uso dei contanti.
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Limitazioni all’uso dei contanti: ecco cosa cambia con l’entrata in vigore
Con l’inizio del nuovo anno, sono entrate in vigore anche le nuove limitazioni stabilite per l’uso dei contanti. In base a quanto stabilito, dunque, per i pagamenti superiori a 1000 euro bisognerà ricorrere a metodi tracciabili. Tale limite, era stato già stabilito durante il Governo Monti, attraverso il Decreto cosiddetto “Salva Italia”.
Rimosso successivamente, è stato poi reintrodotto a partire dal 1° gennaio 2022. La limitazione in questione sarà applicata a tutti i pagamenti e ai passaggi di denaro tra persone fisiche e giuridiche. Stop quindi anche alle donazioni, ai prestiti e ai regali in contanti anche tra padre e figlio qualora superino tale cifra.
Le nuove restrizioni, tuttavia, non riguarderanno le operazioni al bancomat: via libera, dunque, anche ai prelievi e ai versamenti superiori a questa cifra.
L’allarme lanciato dai commercianti
Non sono rimasti inermi i commercianti italiani che, a soli pochissimi giorni dall’entrata in vigore, hanno già fatto sentire forte e chiaro il proprio dissenso. Secondo le associazioni dei commercianti, infatti, tale limite sarebbe non solo iniquo, ma anche non uniforme a quelli che sono gli standard comunitari.
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Questo perchè le limitazioni all’uso dei contanti non sono standardizzate e comuni a tutti i Paesi Membri dell’Unione Europea, ma sono in vigore in soli 12 Stati tra cui anche l’Italia. In questi Paesi, infatti, è alto il tasso di evasione fiscale ed è opinione diffusa che limitare la quantità di denaro contante in circolazione sia un metodo efficace non solo per combatterla, ma anche per contrastare il fenomeno del riciclaggio.
Tuttavia, gli effetti benefici di questa misura sono molto limitati: con l’aumento delle transazioni elettroniche cresce anche la probabilità di clonazione o illeciti in tal senso. Infine, interventi mirati al miglioramento delle condizioni del denaro elettronico sarebbero strettamente necessarie: spesso, infatti, le esose commissioni sui pagamenti ricadono proprio sulle famiglie di consumatori.