L’Unione europea ha incaricato le banche di collocare sul mercato l’emissione di obbligazione verde a scadenza 2043. Ciò avviene nell’ambito del programma Next Generation EU.
La riduzione della stima sulla crescita globale si scontra con le pressioni inflazionistiche spostando una parte della liquidità dal settore azionario. Sul breve termine gli afflussi sembrano comunque favorire le azioni USA.
A marzo le stime di crescita dell’utile per azione medio del comparto azionario del Paese sono state viste in rialzo dello 0,7% arrivando al 9,7%.
Il rischio di un ulteriore escalation del conflitto in Ucraina, potrà influire in modo diretto sull’eurozona e anche indirettamente sugli Stati Uniti. In questo scenario in cui gli investitori sembrano aver ridotto la loro propensione al rischio l’Unione europea ha incaricato BofA Securities, Citi, Credit Agricole, Danske Bank e JP Morgan di collocare i green bond.
A sorprendere per il rendimento eccezionale, superiore al 2% sono i nuovi BTP a 3, 7 e 10 anni.
I Green Bond permettono di finanziare vari progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale. L’Unione europea ha fatto della lotta al cambiamento ambientale una sua priorità politica ed economica. In questo contesto le obbligazioni verdi permetteranno l’accelerazione di progetti relativi alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, nonché le infrastrutture delle energie rinnovabili o dell’edilizia ecocompatibile.
L’obbligazione verde emessa direttamente dall’UE a salvaguardia del clima
La lotta al cambiamento ambientale rappresenta un florido indotto. Al fine di raggiungere gli obbiettivi prefissati dagli accordi di Parigi sul clima, necessiterà globalmente di 100 mila miliardi di dollari in trent’anni. L’offerta di obbligazioni verdi governative dell’area euro per il 2022 prevista è di 83 miliardi di euro. Chi si rivolge al mondo della finanza punta quindi a cavalcare il trend della politica comunitaria investendo a lungo termine su quella che sarà la rivoluzione verde e l’annullamento delle emissioni nocive previste entro il 2050.
A emettere queste obbligazioni sono anche le aziende che possono reperire i capitali, sfruttando gli incentivi e l’incremento della domanda per il rinnovamento in ottica ecologica. Mentre si cementano le aspettative per un rialzo dei tassi da 50 punti base al meeting della Fed di inizio maggio, anche nella zona euro le pressioni dell’inflazione sulla crescita sono fonte di preoccupazione. Nel fine settimana la BCE potrebbe annunciare un futuro rialzo dei tassi coincidente alla conclusione del Quantitative easing. La consapevolezza sia in Europa che negli Stati Uniti è quella che l’inflazione soprattutto senza interventi mirati, non rallenterà nel medio termine.