Questione energetica, ecco a che punto si trova a oggi l’Unione Europea per quanto riguarda il programma indipendenza. L’emancipazione dal gas russo sarà possibile?
A fare il punto è stato il rappresentante della Commissione Europea, Tim McPhie. L’occasione è stata la quotidiana conferenza informativa con gli organi di stampa.
Da un lato la Russia vede scendere al 10% le forniture di gas europee, a dispetto delle percentuali storicamente stimate tra il 40 e il 45%. Dall’altro, a oggi la palma di leader delle forniture di gas per l’Europa spetta ormai alla Norvegia.
Il portavoce della Commissione Europea chiarisce il contesto attuale. Gli Usa hanno provveduto a colmare parte di questo gap procedendo già al di sopra del margine stabilito per siglare il patto simmetrico Ue-Usa sulle forniture di Gnl.
Sempre McPhie ha sottolineato come, anche per merito di confronti e summit tra Paesi membri, siano in crescita le forniture da una molteplicità di produttori differenti. I partner con cui si sono avviate collaborazioni sono vari, l’Azerbaigian e l’Algeria, ma si dispone anche di patti trilaterali con Israele ed Egitto. Altri fornitori saranno comunicati nell’immediato futuro.
Non mancano iniziative finalizzate all’accelerazione verso un maggior impiego di energie rinnovabili e verso un concreto contenimento della richiesta. Vi sono accordi già firmati sulla decurtazione dell’istanza di gas a partire dalla prossima stagione invernale.
La Commissione ha ora presentato una regolamentazione supplementare sul restringimento della richiesta di energia elettrica, che ha un effetto sull’uso del gas.
Queste le fondamenta per un cambiamento concreto, una strada verso l’emancipazione energetica.
Sebbene la situazione sia in costante sviluppo e quanto mai delicata, si potrebbe ipotizzare che il peggio sia ormai alle spalle. Finanche immaginando una generale sospensione della fornitura di gas russo, i mesi invernali non dovrebbero porre troppe problematiche.
L’Unione Europea si muove a pie spedito su un duplice terreno:
da un lato ci si attiva a riempire gli stock, dall’altro, si opera a realizzare provvedimenti anti rincari, che dovrebbero ottenere l’obiettivo di far calare il costo del gas, fin quasi a dimezzarsi, a seguito del rialzo improvviso delle settimane precedenti.
È questa l’aspettativa espressa qualche giorno fa dall’istituto di credito d’affari americano Goldman Sachs.
Rispetto alle stime attuali, ovvero 215 €/MWh, il costo del gas dovrebbe del resto calare al di sotto dei 100 €/MWh entro i primi tre mesi del prossimo anno nella circostanza di presupposti climatici nella media nel corso della stagione invernale, prima che cominci nuovamente la crescita estiva quando si replicherà la corsa degli addetti al riempimento degli stabilimenti di stoccaggio.
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