Un titolo azionario italiano ha un dividendo del 7,85% e l’altro è sottovalutato del 58%

Due titoli italiani che attirano l’attenzione: uno offre un dividendo del 7,85% ed è sottovalutato del 15% rispetto al suo target. L’altro paga quasi il 4% di dividendo, ma secondo alcuni analisti ha un potenziale di rialzo del 74% rispetto al prezzo attuale. Eppure, sono ancora in pochi ad averli davvero notati. I numeri ci sono, le scadenze pure: manca solo chi sappia leggerli al momento giusto.

Hai mai avuto la sensazione che qualcosa fosse troppo in ombra per caso? Come quelle storie che passano inosservate solo perché tutti guardano altrove. Succede anche in Borsa, e quando capita con aziende solide, i segnali diventano ancora più interessanti.

Grafici, diagrammi e calcolatrice
Un titolo azionario italiano ha un dividendo del 7,85% e l’altro è sottovalutato del 74%-trading.it

Questa volta si parla di due nomi noti, italiani fino al midollo, con dati alla mano che fanno riflettere. Uno è un colosso bancario, l’altro un’icona della meccanica. Entrambi, oggi, offrono qualcosa che vale la pena approfondire.

Mentre molti si concentrano su titoli più chiacchierati o sulla volatilità di giornata, sotto traccia ci sono storie molto più concrete. E la concretezza, in questo momento, conta. Soprattutto quando si parla di dividendi generosi e valutazioni di mercato che raccontano una realtà diversa da quella percepita. A volte bastano pochi euro di differenza per fare una grande differenza in portafoglio, specie se accompagnati da una cedola solida e da previsioni ottimistiche da parte di chi osserva i fondamentali da vicino.

Il prezzo attuale può essere solo un punto di partenza, soprattutto quando gli analisti vedono un potenziale molto più alto. Ed è proprio questo il caso che stiamo per guardare più da vicino.

Intesa Sanpaolo: dividendo del 7,85% e sottovalutazione del 12%

Se si guarda solo il prezzo, Intesa Sanpaolo sembra stabile: 4,3585 euro per azione, con un recente rimbalzo dalla media mobile a 200 giorni che segnala un supporto tecnico ben definito. Ma se allarghiamo l’orizzonte e guardiamo cosa dicono gli analisti, la storia cambia. Barclays fissa il prezzo obiettivo a 4,90 euro, J.P. Morgan fino a 6,20 euro. 2Significa che, rispetto a quest’ultimo, c’è una sottovalutazione potenziale di circa il 12%. Il consendo medio come riportato da Marketscreener è Buy con target a 5,11 euro.

Grafici e computer
Intesa Sanpaolo: dividendo del 7,85% e sottovalutazione del 15%-trading.it

E poi c’è il dividendo 2025: 0,171 euro per azione, che rappresenta un rendimento del 7,85% ai prezzi attuali. In tempi di tassi d’interesse in stabilizzazione, è un livello estremamente competitivo, anche rispetto ad altri titoli a reddito fisso. Le date da segnare sono il 19 maggio per lo stacco e il 21 per il pagamento. Tutto ciò in un contesto in cui il supporto tecnico si attesta a 3,66 euro e la resistenza immediata a 4,515, livelli chiave per chi segue anche l’analisi grafica.

Il punto è chiaro: Intesa Sanpaolo è solida, paga bene e, secondo le grandi banche d’affari, ha ancora spazio per crescere. In una parola: sottovalutata.

Brembo: una sottovalutazione fino al 58% e dividendo al 3,96%

Per quanto riguarda Brembo, i numeri sono ancora più sorprendenti. Il titolo quota oggi 7,57 euro, ma Equita Sim lo valuta (al 20 marzo 2025) 12 euro, indicando una sottovalutazione del 58%.  Il consendo medio degli analisti come riportato da Marketscreener è invece, Accumulate con target a 9,78 euro.

Non stiamo parlando di una differenza trascurabile: è uno scarto enorme, che racconta una discrepanza tra percezione di mercato e valore reale che difficilmente può durare a lungo.

Sul fronte della remunerazione, il dividendo 2025 è di 0,30 euro per azione, con uno yield del 3,96%. È più contenuto rispetto a quello di Intesa, ma va considerato nel contesto di una società manifatturiera, dove la crescita è un pilastro fondamentale del valore. Il titolo ha toccato i 14,58 euro nel 2023, e anche a livello tecnico mostra segnali di accumulo, con un supporto solido a 6,50 euro e una resistenza chiave a 10,41 euro.

La cosa interessante è che Brembo continua a innovare, ad espandersi nei mercati emergenti e a rafforzare la sua presenza globale. Eppure, il mercato sembra non tenerne conto pienamente. Ma chi guarda i fondamentali e i flussi di cassa, vede tutt’altra storia. Una storia fatta di margini, solidità e crescita di lungo termine.

In pratica, Brembo oggi è un titolo che costa molto meno di quanto dovrebbe, secondo chi analizza i numeri e non solo i grafici. E quando il divario tra prezzo e valore diventa così ampio, spesso si tratta solo di aspettare che il mercato se ne accorga.

Gestione cookie