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Economia e Finanza

Ue, bufera sull’economia e sulle nostre vite, ecco come si potrà uscire dalla crisi

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Una tempesta sta per travolgere l’economia Ue. Le stime sono riviste al ribasso. Bruxelles aveva già ridotto nel mese di maggio la sua considerazione di crescita del Pil per il 2022 al 2,7% sia per l’area dell’euro che per l’Ue.

L’inflazione in “vista” al 6,8%.

Pixabay

L’economia europea non naviga in acque tranquille. All’orizzonte una tempesta spinta dal taglio della fornitura di gas russo. Minore sarà la fornitura di gas maggiori saranno le avversità. Questa in sintesi la posizione dei ministri dell’Economia dell’Ue riuniti pochi giorni fa a Bruxelles per l’Eurogruppo.

L’Ue e il dilemma della fornitura del gas

Tutte le avversità ruotano intorno alla problematica della fornitura di energia. Come si era previsto sin da aprile. Rischi che sono andati crescendo nelle precedenti settimane. Questa la posizione del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, alla conclusione della riunione di qualche giorno fa.

Anche se non andrebbe dipinto un quadro inesatto sullo status attuale della nostra economia. Un quadro di crescita circoscritta in confronto alle attese ma pur sempre una crescita costante. Ci sono buoni presagi: disoccupazione molto bassa, risparmi alti, rilancio del turismo. Sebbene le acque siano mosse, non si tratta, come chiarisce Gentiloni, di un’economia in tempesta.

Previsioni per il 2022

La crescita economica nel 2022 si rivela piuttosto resiliente sebbene non mancherà qualche revisione al ribasso. Medesimo discorso varrà il prossimo anno quando rischi e incertezze non si tireranno indietro. L’inflazione invece prosegue nella sua scalata ragion per cui sarà rivista al rialzo. Queste le parole del vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

L’esecutivo di Bruxelles aveva già ridotto nel mese di maggio la sua stima di crescita del Pil, nel 2022 al 2,7% sia per l’area dell’euro che per l’Ue, mentre ha innalzato la sua stima di inflazione rispettivamente al 6,1% e al 6,8%.

Stando ai più le insufficienze nella fornitura energetica tenderanno solo a peggiorare. Come ha ribadito Dombrovskis, non si esclude un taglio complessivo della fornitura. Medesima la posizione della vice premier spagnola Nadia Calvino e dell’omologa olandese, Sigrid Kaag.

Le alternative proposte dai ministri

Una prospettiva che ha spinto i ministri dell’Eurogruppo a ritenere che sia arrivato il momento di accantonare il metodo di largo sostegno fiscale (la reazione ai mali della pandemia) in favore di assistenze temporanee alle famiglie e alle aziende più esposte alla crescita dell’inflazione e alle conseguenze della guerra in Ucraina. L’obiettivo dichiarato è la tutela dei più vulnerabili, come asserito dal presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.

L’invasione russa dell’Ucraina ha stimolato l’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime. L’inflazione nell’eurozona giunge all’8,6% a giugno, riducendo le prospettive di sviluppo, ampliando i pericoli per un’economia dell’eurozona sulla quale incidono anche la pandemia e l’instabilità dei mercati finanziari.

Quali le alternative secondo l’Eurogruppo:

  • Serbare una strategia di bilancio “agile” per adattarsi al variare delle situazioni, finalizzata a “preservare la sostenibilità del debito”e ad rinvigorire il potenziale di sviluppo, schivando decisioni che accrescano ulteriormente l’inflazione.
  • Misure fiscali che rendano meno gravose le problematiche di rifornimento che rallentano le nostre economie.
  • Agevolare le riforme strutturali e i finanziamenti della transizione verde e digitale, così da ottenere l’indipendenza energetica.

Non è possibile uscire dai prezzi sostenuti dell’energia sborsando. Occorre focalizzarsi sul valore di un supporto specifico, investendo in alternative durature in prospettiva di rinnovabili ed efficienza energetica.

Come ha affermato Gentiloni occorre “che i Paesi differenzino le loro politiche fiscali in base al livello di indebitamento e concentrino le misure su quelle specifiche e temporanee. Non possiamo avere misure universali e perenni per affrontare la crisi energetica, questo danneggerebbe anche la nostra transizione climatica“.

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