Un quadro allarmante per i trader di criptovalute, truffe sempre più frequenti. Nell’ultimo mese sottratti quasi cinquanta milioni di dollari.
Le ultime notizie sul fronte criptovalute non sono incoraggianti, anzi la soglia d’allerta è sempre più alta. Basti pensare che nel mese di settembre si sono registrati 46 milioni di dollari di perdite mentre nel terzo trimestre (complessivamente) il tesoretto dei truffatori è salito a 127 milioni di dollari. E tutto grazie a semplici attacchi di phishing, una situazione che non sembra destinata a migliorare e il numero delle vittime cresce esponenzialmente col passare delle settimane.
Le perdite più ingenti si sono registrate lo scorso 28 settembre quando con un solo attacco sono stati rubati 12.083 spWETH dal valore di 32,43 milioni di dollari; i malintenzionati sono riusciti a mettere le mani sul succoso bottino per mezzo di una firma di phishing. I dati forniti dalla società di sicurezza Web3 Scam Sniffer parlano chiaro e lasciano spazio a poche interpretazioni: i casi ‘segnalati’ di settembre sono più o meno 10.800 ma secondo gli esperti potrebbero essere molte di più.
Tra le monete digitali più colpite dagli attacchi di cosiddetto crypto-phishing c’è Ethereum, seguito da Polygon, BNB e Optimism; lo ha rivelato in un recente report il portale Scam Sniffer, che ha approfondito i casi registrati nel terzo trimestre. Come operano i truffatori? In generale viene chiesto ai trader o ai risparmiatori di collegare i loro portafogli di criptovalute a servizi fraudolenti che permetteranno ai malintenzionati di sottrarre crypto senza che se ne accorgano, bypassando il sistema di autenticazione.
Di solito i link per accedere vengono forniti da account falsi sui social, soprattutto su X (ex Twitter), e poi tramite annunci su Google; questo sarebbe il modus operandi, a giudicare dal resoconto di MistTrack, che si occupa di monitoraggio e compliance nel mondo della moneta digitale. Agli investitori non rimane altro da fare se non controllare attentamente il portale dove si stanno inserendo i dati sensibili, è di fondamentale importanza accertarsi che si tratti di un sito affidabile e sicuro.
Ricordiamo come nel terzo trimestre l’importo complessivo della ‘refurtiva’ derivante da crypto-hacking è salito a 753 milioni di dollari, in aumento del 9,5%, come riporta la società di cybersicurezza Certik. Peraltro, solo il 4,1% dei poveri malcapitati è riuscito a tornare in possesso degli asset.
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