Saranno tre giorni intensi per il settore tecnologico con le rivelazioni dei risultati trimestrali delle grandi società Usa le sorprese arrivano anche gli utenti.
Arriva una novità, infatti, per i clienti di Amazon Prime. In Italia a partire dal 15 settembre il prezzo dell’abbonamento per il servizio avrà un notevole aumento.
Con le società a maggiore capitalizzazione che pubblicheranno i risultati finanziari dell’ultimo trimestre Amazon anticipa una novità per i suoi abbonati. A settembre il prezzo dell’abbonamento Prime in Italia passerà da 36 a 49,90 euro all’anno. Aumenta contestualmente anche l’abbonamento mensile, che sale del 20% da 3,99 a 4,99 euro.
Sono più di 50 le sedi Amazon in tutta Italia. La multinazionale rappresenta oggi uno dei più grandi e importanti centri in cui si crea nuovo lavoro e con opportunità di carriere professionali stabili e ben remunerate. La società presente in Italia dal 2010, ha avuto una media di 26 assunzioni giornaliere a tempo indeterminato.
La società rivelerà il 28 luglio la direzione presente e futura del suo business. Prodotti e servizi molto diversi tra loro risponderanno a tre variabili comuni: la salute del mercato pubblicitario, il giro d’affari legato alle imprese fornitrici nonché i rivenditori privati che usufruiscono della piattaforma.
Se diversificare i bilanci è una delle priorità delle società come Amazon, l’e-commerce con la modifica al prezzo dell’abbonamento rivela come le ragioni sono relative a un aumento generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all’inflazione. Questa, che incide sui costi specifici del servizio Amazon Prime, è frutto di variabili difficili da preventivare.
Le aspettative per il 28 luglio hanno influito sulle decisioni di Amazon Italia?
Il 28 luglio il mercato si aspetta una crescita del fatturato poco inferiore al 6%, ma con una forte riduzione degli utili. L’e-commerce dovrà provare la sua solidità patrimoniale in particolare nelle aree relative ai costi per dipendenti e logistica, filiera produttiva e pubblicità online.
Già a febbraio negli Stati Uniti Amazon aveva introdotto aumenti per il costo del servizio prime, proporzionalmente minori rispetto a quelli in Italia. Un annuncio, che allora, date le diverse condizioni economiche ha sorpreso moltissimi clienti. Gli aumenti hanno fatto salire il costo del servizio da 119 a 139 dollari, mentre le sottoscrizioni mensili sono passate da 12,99 a 14,99 dollari.
Oggi a trainare il business di Amazon non è più soltanto l’e-commerce ma soprattutto il suo servizio cloud, cresciuto lo scorso trimestre del 37%. Il dato giustifica in parte la compensazione dei maggiori costi fissi dei servizi prime che si scontano sugli abbonati. Negli ultimi cinque anni il fatturato annuale della divisione di Amazon Web Service è salito di quasi quattro volte. È quindi AWS a spingere i profitti di Amazon, il servizio nel 2020 ha costituito infatti il 63% dell’utile operativo dell’azienda.