Gli investitori si preparando per una settimana volatile nei mercati azionari. Ecco le aziende quotate da osservare a partire da oggi 8 febbraio.
Gli effetti dell’inflazione, il prezzo di gas e petrolio, e le interruzioni nella catena di approvvigionamento stanno facendo influendo sugli obbiettivi di crescita di alcune delle più grandi società USA.
Non dobbiamo farci trarre in inganno dall’emergenza Covid che in questa fase, non è più in grado di creare nuove tendenze ma accelera semmai quelle già in atto. I processi di globalizzazione, il rapporto di forza tra finanza ed economia reale e l’ascesa esponenziale della tecnologia in esse: tre fattori in grado di imprimere una direzione chiara alle tendenze di alcuni titoli del mercato azionario.
La settimana scorsa il mercato azionario ha visto importanti oscillazioni in alcuni singoli titoli. Questo dopo che le aspettative degli investitori hanno preso atto dei resoconti finanziari e degli utili di alcune aziende. Tra queste aziende c’è Meta, società madre di Facebook e Instagram, il cui titolo è crollato di oltre il 26% in un solo giorno, dopo risultati patrimoniali deludenti. Anche il titolo PayPal ha perso un quarto del suo valore in una singola sessione mancando le aspettative degli investitori per il futuro.
Investitori e imprese vogliono scommettere sul cambiamento contribuendo con servizi e prodotti in linea con le tendenze di oggi e di domani.Tra le aziende che possono essere protagoniste del presente e del futuro abbiamo quelle dell’industria farmaceutica e in particolare Pfizer.
Supermercati, nel 2022 cambia tutto: cosa non possiamo più comprare
Il gigante del comparto farmaceutico riporterà gli utili del quarto trimestre martedì 8 febbraio, prima dell’apertura del mercato. Gli analisti si aspettano un utile di 0,87 dollari per azione su un fatturato di 24,16 miliardi di dollari. Discrepanze da questi dati creeranno sicuramente una volatilità importante. Tuttavia i trader più attenti possono valutare un ingresso non tanto sulla base di questa ma sugli interessanti risvolti delle sue attività economiche.
Storicamente, Pfizer non è mai stata un grande titolo per quanto riguarda le performance del suo titolo. Negli ultimi 10 anni, l’indice S&P 500 ha sovraperformato questa grande azienda farmaceutica, questo ad esclusione dell’ultimo anno. Il titolo Pfizer è salito del 60%, con una variazione maggiore del doppio rispetto la performance dello l’S&P 500.
Oggi Pfizer ha fatto della crisi da coronavirus un punto di forza, su questo ha rinnovato la sua attività economica producendo una serie di nuove tecnologie mediche. Non solo il suo vaccino a base di mRNA è stato uno dei farmaci dei protagonisti del 2021, ma a questo seguono prodotti come la pillola anticovid, già approvata negli USA.
La pillola chiamata Paxlovid, dovrebbe fornire un’arma forte contro i sintomi del virus fornendo una cura ufficiale per evitare le complicazioni e il ricovero in ospedale. A novembre, il governo degli Stati Uniti ha dichiarato di aver ordinato il farmaco per 10 milioni di cicli con un investimento di quasi 5,3 miliardi di dollari.
L’attività economica di questa azienda e di conseguenza le sue azioni hanno un alto rischio di mercato, a causa dell’incertezza dei grandi investimenti per la produzione dei farmaci. Questi possono infatti non ottenere i risultati sperati, oppure essere respinti in fase di approvazione, in primo luogo dalla Food and Drug Administration.
Attualmente Pfizer ha firmato un accordo con Beam Therapeutics per testare una nuova forma di ingegneria genetica. Le due aziende collaboreranno su tre malattie del fegato, dei muscoli e del sistema nervoso centrale.
Naturalmente, la grande preoccupazione degli investitori riguarda ciò che accadrà all’azienda dopo la pandemia. Al momento non è possibile prevedere come varieranno i livelli degli utili; tuttavia, Pfizer è ben lungi dall’essere un’azienda incapace di rinnovarsi. Nel terzo trimestre l’azienda ha dichiarato che senza considerare gli introiti del vaccino, i suoi rendimenti sono saliti del 7% a oltre 11 miliardi di dollari.
Perpetual futures, l’ultima novità per fare trading sulle criptovalute
Per quanto riguarda le sue variabili patrimoniali Pfizer paga un solido dividendo, con un rendimento di oltre il 2,8%. I fondamentali dell’azienda hanno mostrato un aumento delle vendite che nel terzo trimestre hanno raggiunto il 134%.
Nel complesso, la crescita totale del terzo trimestre è in linea con le aspettative degli investitori, per la maggior parte istituzionali. Questi rappresentano ad oggi fino al 70% degli investimenti credono che l’azienda possa continuare ad avere utili in crescita. Le prospettive per il 2022 ammontano a circa 4,15 miliardi di utile per azione e ulteriori 29 miliardi di introiti per la vendita del vaccino anticovid. Pfizer e BioNTech stanno lavorando a un vaccino omicron specifico che potrebbe essere lanciato a marzo. Oltre a questo le aziende prevedono ancora di produrre 4 miliardi di dosi del loro vaccino originale nel 2022.
Anche Disney è tenuta sotto osservazione dagli investitori che attendono il rapporto finanziario di mercoledì 9 febbraio. Questo darà luce ai risultati del primo trimestre fiscale 2022. Gli analisti si aspettano un fatturato di 20,27 miliardi di dollari e un utile per azione di 0,73 dollari.
Le azioni di Disney sono state sotto una pressione ribassista nell’ultimo anno. Le prese di profitto e il calo degli introiti dei parchi divertimento, compensati in parte dall’ultimo trimestre e dall’offerta in streaming, ha sollevato le preoccupazioni degli investitori. La crescita sta rallentando e Disney + secondo quanto riportato dall’amministratore delegato Bob Chapek non tornerà alla stessa crescita del 2021 fino almeno al terzo trimestre del 2022.
Dopo la chiusura del 10 novembre, Disney ha riportato utili fiscali del Q4 peggiori del previsto, poiché gli abbonamenti allo streaming di Disney+ sono rallentati. Disney+ ha aggiunto 2,1 milioni di abbonati per un totale di 118,1 milioni, ben al di sotto delle aspettative, intorno ai 126,2 milioni. Il servizio di streaming è stato un fattore chiave per le entrate soprattutto durante la pandemia. Il servizio ha comunque un grande potenziale di crescita in quanto si trova solo in un terzo dei paesi in cui è disponibile Netflix, uno dei suoi più grandi concorrenti.
A partire da agosto 2021 le azioni Disney hanno perso circa il 30% del loro valore. La riapertura delle sale cinematografiche sta tuttavia aumentando le prospettive di vendita al botteghino. Da luglio a novembre i film Disney per il cinema hanno incassato infatti circa un miliardo di dollari.
Nel frattempo, anche le entrate dei parchi a tema sono aumentate. Le vendite del segmento Disney Parks, Experiences and Products, sono salite a 5,5 miliardi di dollari nel Q4, rispetto ai 2,7 miliardi di dollari del trimestre dell’anno precedente. Per l’anno fiscale 2021 Disney ha guadagnato 2,29 dollari per azione, il 13% in più rispetto all’anno fiscale ’20. Le entrate per l’anno fiscale 2021 sono cresciute del 3% a 67,42 miliardi.
L’ultimo titolo di questa settimana in grado di generare interessanti spunti in ottica di lungo periodo è Amazon. Le quotazioni del gigante dell’e-commerce hanno avuto un incremento straordinario e pari al 14%. Il risultato ottenuto in un solo giorno è frutto dei risultati degli utili del quarto trimestre, cresciuti del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La crescita dei negozi online e delle vendite di terze parti, alimentata dalla pandemia nel 2020, è rallentata nel 2021. Nonostante le difficoltà per l’azienda dovuto all’aumento del costo del lavoro e delle spedizioni, a causa del rincaro dei prezzi, l’utile operativo dell’ultimo trimestre è stato comunque superiore alle aspettative e agli obbiettivi dei manager.
A trainare i guadagni del colosso di Seattle è Amazon web service e quindi soprattutto i servizi cloud, di cui Amazon è primo fornitore al mondo insieme a Microsoft. Le prospettive di Amazon per il primo trimestre del 2022 rappresentano un ulteriore crescita, inferiore tuttavia a quanto realizzato recentemente.
Mercato azionario 2022: dubbi e previsioni, ecco cosa potrebbe succedere
Questo può realizzare incrementi notevoli qual ora queste venissero violate a rialzo, portando le quotazioni sottovalutate ad apprezzarsi e ritrovare slancio. Un indizio di questa possibilità non così remota è la capacità contrattuale di Amazon. Il colosso dell’e-commerce ha infatti deciso di aumentare il prezzo del suo servizio Prime negli Usa del 17%. Un incremento non da poco che è in grado di permettersi soltanto chi è sicuro della sua quota di mercato per un servizio quasi senza concorrenti.
Si tratta di una prova di forza da monopolista, che lascia evidentemente pochissime alternative ai consumatori. Costruire aziende alternative ad Amazon è oggi molto difficile. Il prezzo del servizio Prime passerà per i nuovi sottoscrittori dagli attuali 119 dollari a 139 dollari a partire dal prossimo 18 febbraio. Questo dimostra anche la capacità di Amazon di pubblicizzare un’occasione di risparmio per chi sottoscriverà il servizio prima di questa data, continuando a fare di Prime uno dei suoi driver di crescita. Il suo primo rincaro dal 2018 non è certamente dovuto alle difficoltà economiche. Nel corso del 2021 Amazon ha aumentato la sua forza lavoro di 140 mila addetti con un organico che raggiunge ora 1,6 milioni di dipendenti.
Il 2025 sarà l’anno di uno scoppio della bolla speculativa creatasi sull’AI? Alcuni studi mettono…
Se avete intenzione di affittare casa questi consigli potrebbero servirvi per risparmiare: ecco quando scegliere…
Nuovi aiuti per le famiglie con bambini, le istituzioni scendono ancora in campo offrendo un…
Per accedere all'Assegno di Inclusione anche nel 2025 si dovranno rispettare tutti questi nuovi requisiti.…
Tra i settori emergenti con opportunità di alto rendimento c’è il CCUS (Carbon Caputer, Utilization…
Quali sono i maggiori problemi che incontra chi deve cercare un lavoro a 50 anni?…