L’UE ha raggiunto un accordo per l’aggiornamento delle norme per quanto riguarda le informazioni che accompagnano i trasferimenti di fondi, comprese le criptovalute.
L’accordo vuole garantire la trasparenza degli scambi rendendoli conformi alle norme internazionali.
L’uso delle criptovalute è stato più volte accusato di finalità illecite come il riciclaggio o il finanziamento del terrorismo.
Se ne parla da molto tempo; le criptovalute possono essere utilizzate dai russi, così come dalla Corea del Nord o dall’Iran, per aggirare le sanzioni imposte dalla comunità internazionale. Non solo sospetti, a lanciare l’allarme è l’organismo di vigilanza sui reati finanziari del Regno Unito.
Si tratta della Joint Money Laundering Intelligence Taskforce che ne ha identificato l’effettivo uso per spostare somme significative utili a eludere le crescenti sanzioni in vigore contro la Russia dopo l’invasione Ucraina. I dati in possesso della task force mostrano come negli ultimi mesi le criptovalute detenute in Russia siano arrivate a un controvalore di almeno 214 miliardi di dollari.
Questi asset offrono una opportunità unica di sovvenzionare l’economia del paese a causa delle numerose lacune nei controlli finanziari. L’inosservanza e la discontinuità delle norme nei vari paesi rende oggi ancora possibile per i professionisti effettuare operazioni finanziarie poco chiare con le criptovalute.
La crescita esponenziale del mercato e la criptografia delle transazioni, ha inevitabilmente costituito occasioni di interesse per la microcriminalità e la criminalità organizzata, divenendo anche un mezzo per reinvestire i capitali frutto di condotte illecite.
Martin Cheek, esperto in antiriciclaggio e amministratore delegato di Smart Search, società inglese specializzata in software antiriciclaggio, ha avvertito del rischio; privati e aziende possono sfruttare la rete e il mercato delle criptovalute per trasferire beni, esponendosi a fenomeni di riciclaggio.
È importante lo sviluppo di procedure al passo coi tempi, diversamente il rischio è il ripetersi di fenomeni come quello che ha coinvolto Tornado Cash finito, nelle ultime settimane sotto accusa di riciclaggio dalle autorità olandesi per circa 4 miliardi di dollari.
Riciclaggio ed evasione fiscale che hanno portato anche all’arresto di uno degli sviluppatori della società. Per quanto riguarda il nostro paese, la criminalità organizzata si è fatta trovare pronta; lo conferma l’operazione “European ‘ndrangheta connection”, che verso la fine del 2018 ha portato all’arresto di oltre 90 persone, appartenenti a cosche mafiose coinvolte in riciclaggio e traffico internazionale anche tramite criptovalute tra Italia, Europa e Sud America.
l’Italia, in linea con la normativa antiriciclaggio europea ha istituito da tempo un registro per gli operatori che gestiscono moneta virtuale. Questo rende obbligatorio comunicare i dati di clienti e le operazioni eseguite. Il fisco italiano monitora così gli scambi di aziende e operatori, raccogliendo informazioni e documentazioni necessarie per verificare eventuali illeciti.
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