Se il tuo datore di lavoro ti ha proposto un cambiamento che non gradisci, ora puoi opporti ufficialmente: la procedura da seguire
Oggi come oggi, specialmente in Italia, nessuno si sognerebbe mai di perdere deliberatamente il proprio posto di lavoro senza una valida alternativa. La situazione economica, infatti, è delicata e i rincari sui beni di prima necessità sono palesi, quindi soprattutto le famiglie più numerose necessitano di entrate sicure affinché non ci si trovi a fine mese con l’acqua alla gola. In alcune situazioni, però, il lavoro può diventare davvero asfissiante: ecco come opporsi a un trasferimento o a un cambio di mansioni in modo ufficiale.
Se da un lato i lavoratori mettono al centro le proprie esigenze e le proprie preferenze, dall’altro lato è bene considerare anche il punto di vista aziendale, quindi le necessità del datore di lavoro e la sua fatica nel conciliare l’aspetto economico, di certo delicato, con quello umano dei suoi dipendenti. In alcuni casi, quindi, si può vedere costretto a proporre a un lavoratore di trasferirsi in un’altra sede o di cambiare mansione: quest’ultimo, però, si può legalmente opporre.
Sebbene il contratto iniziale preveda alcune specifiche mansioni, può succedere che nel corso del tempo il dipendente si trovi a fare anche molto altro o addirittura tutt’altro rispetto a ciò per cui era stato inizialmente assunto. Questo, però, può accadere se e solo se le nuove mansioni appartengono al medesimo livello e alla stessa categoria legale di inquadramento di quelle svolte precedentemente, oppure a un livello superiore che quindi preveda una promozione. Si parla in questo caso di “mansioni superiori”, cioè che implicano un contenuto professionale più elevato e che possono essere assegnate nel caso di un lavoratore assente da sostituire temporaneamente o di specifiche necessità aziendali.
Allo stesso modo, il datore di lavoro può proporre un trasferimento se e solo se questo è supportato da valide motivazioni produttive, organizzative e tecniche. Nel caso in cui il cambio di mansioni o il trasferimento vengano proposti al dipendente senza i requisiti di cui sopra, allora il lavoratore si può opporre rivolgendosi ad un avvocato, presentando ricorso in Tribunale contro l’azienda e quindi ottenendo una sentenza di condanna del datore di lavoro.
Nel caso in cui, dopo una di queste mosse, il datore di lavoro si ritorcesse sul dipendente licenziandolo, quest’ultimo potrebbe impugnare questa decisione in Tribunale, il quale potrebbe giungere alla reintegra immediata sul posto di lavoro e quindi all’annullamento del licenziamento.
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