Affrontare in smart working un lavoro come il trading on line può essere fonte di problemi imprevisti: bisogna infatti considerare le dinamiche che si sviluppano in un contesto isolato, essendo completamente esposti alla libertà di scegliere tempi e modi con il quale svolgere la nostra attività.
È notizia di questi giorni che secondo un sondaggio condotto su 520 aziende nel Regno Unito, almeno il 50% di esse vorrebbero continuare a mantenere il regime di smart working cinque giorni su sette, anche una volta terminata l’emergenza sanitaria.
Con questa nuova politica le piccole aziende potranno avvantaggiarsi economicamente dalla riduzione delle spese per i locali adibiti a ufficio dei propri dipendenti. Il vantaggio per le grandi aziende è invece quello di poter assumere personale con particolari competenze in remoto, non necessitando più della vicinanza geografica per poter svolgere il proprio lavoro, agevolando in particolar modo le multinazionali che potrebbero in questo senso evitare i costi delle molteplici sedi nei paesi esteri.
Vedremo se in questo grande esperimento lo smart working si rivelerà la modalità lavorativa del futuro, capace di contenere gli spostamenti e l’inquinamento, ridurre i tempi lavorativi e diminuire i costi di affitto dei locali e di arredamento degli uffici.
Lo smart working in Italia e le insidie dell’indipendenza nel trading
Tornando in Italia, fino a un anno fa lo smart working era una realtà quasi sconosciuta. Con la necessità di adottarla a fini precauzionali durante la pandemia, si sono riscontrati i pericoli insiti nell’incapacità di molte persone di riuscire a gestire il proprio lavoro, fuori dai limiti del contesto sociale ai quali erano abituati.
Un buon trader è in grado di mobilitare le proprie risorse non solo nell’ambito dell’analisi dei mercati, nella gestione del rischio e nell’abilità di applicare nel modo corretto il proprio trading plan, ma anche nella capacità di rimanere empatico rispetto alle risorse a propria disposizione, mantenendo o coltivando attivamente la capacita di disconnettersi da tutto ciò che riguarda il lavoro una volta terminata la giornata di trading.
Questo significa che bisognerebbe cercare di distribuire le proprie risorse psicofisiche durante tutto l’arco della giornata lavorativa, in modo da mantenere costante la capacità di entrare o uscire dal mercato con il giusto tempismo, senza lasciare che un calo di energia o un’emozione possano impedire la corretta esecuzione della nostra strategia. Questo si verifica quando, dovendo gestire in autonomia gli orari di lavoro e non avendo dei ritmi prestabiliti, specialmente in mercati aperti 24 su 24 come ad esempio il forex, smettiamo di prendere in considerazione i nostri cali fisiologici che vengono prima o poi scontati nella nostra operatività.
LEGGI ANCHE>> Come mantenere alte le performance nel trading? Grazie alla psicologia
Le difficoltà di fare trading in smart working
Lo smart working se mal gestito può trasformare la propria ambizione di autonomia e libertà finanziaria in una condizione difficile da gestire, soprattutto da un punto di vista psicologico, al punto da diventare un fattore di stress e di rischio esaurimento. Oltre alla gestione degli orari lavorativi, un professionista nel trading è in grado di avere uno stacco psicologico ed emotivo che segue esattamente la fine dell’orario lavorativo.
Il rischio viceversa è quello di continuare a lavorare anche una volta terminata la sessione di trading, senza tuttavia incidere sui rendimenti né avere effetti positivi sulla giornata successiva che, va ricordato, sarà sempre oltre la nostra capacità di previsione. I sentimenti e le emozioni relative agli eventi della giornata lavorativa, rischiano di logorarci e influire sulla nostra elasticità e capacità di relativizzare il contesto e applicare una logica sfumata alle nostre aspettative.
LEGGI ANCHE>> Sono solo 8 regole: ti porteranno al successo nella vita e negli affari
Trading: attenzione a questi segnali di stress
L’accumulazione di stress legato al trading è un processo graduale e difficilmente si manifesterà in modo improvviso. Proprio come l’assenza di riposo è in grado di manifestarsi solo tempo dopo con piccole avvisaglie come errori di distrazione, irritabilità e difficoltà di concentrazione, allo stesso modo lo stress legato al trading, dovuto alla mancata capacità di gestire un lavoro in smart working, si manifesta attraverso una serie di fasi che possono essere suddivise in quattro parti:
- Le prime volte che siamo davanti al monitor liberi di gestire la nostra giornata, attraversiamo una fase che potremmo definire dell’entusiasmo idealistico, nel quale ci sentiamo fortemente motivati a lavorare. In questo momento dobbiamo mettere i giusti limiti all’energia che dedichiamo o sarebbe proprio il caso di dire investiamo, in questa attività. Così come è necessario diversificare il nostro capitale monetario, la stessa cosa vale per il capitale psicologico, che necessariamente dovrà trovare delle fonti che rinnovino l’interesse e l’entusiasmo e riportino l’equilibrio emotivo, in modo tale mantenere inalterate le nostre prestazioni professionali.
- Se questo non avviene, attraversiamo la fase della stagnazione, nella quale continuiamo comunque a lavorare senza tuttavia trovare alcuna soddisfazione in quello che stiamo facendo. In questa fase la riduzione delle energie psicofisiche si accompagna a una diminuzione dell’interesse, accentuando gradualmente il nostro senso di disagio e di mancanza di soddisfazione dei nostri bisogni.
- Durante questa fase possiamo decidere di fermarci e ritrovare le energie necessarie per tornare motivati, diversamente il rischio è quello di entrare nella terza fase, che potremmo definire di frustrazione, caratterizzata dall’incapacità di continuare a credere in ciò che stiamo facendo, nella possibilità di continuare a guadagnare con costanza e di poter continuare a fare del trading un lavoro a tempo pieno.
- Questo porta infine all’ultima fase nella quale ci disimpegniamo, al fine di ridurre le sensazioni negative modifichiamo la nostra strategia oppure il tempo passato davanti allo schermo, riducendo necessariamente in qualche modo la nostra efficacia e il nostro rendimento, che diventa una manifestazione più che sufficiente per incrementare il desiderio di smettere di investire.
LEGGI ANCHE>> Perché il trading è un mestiere così difficile? Ce lo dice la psicologia
Eustress e distress: quando l’attività necessaria a risolvere i problemi diventa dannosa
Nel trading così come nella vita, esistono due tipi di stress differenti, che la psicologia definisce eustress e distress.
L’esutress riguarda la condizione di stress utile a mobilitare le proprie risorse per superare una difficoltà o risolvere un problema. Se la situazione di tensione persiste nel tempo, rischia però di diventare distress, che comporta un esaurimento delle risorse dell’individuo, a cui segue il naturale bisogno di allontanarsi dalla situazione.
Lo stesso accade in professioni particolarmente cariche di eventi, che coinvolgono l’operatore dal punto di vista psicologico o emotivo, per esempio come le professioni sanitarie e assistenziali, gli agenti di pubblica sicurezza, gli insegnanti o i vigili del fuoco. Tutte queste professioni sono accomunate da condizioni di tensioni intense o prolungate e pressioni psicologiche ed emotive che espongono il lavoratore al rischio di burnout.
LEGGI ANCHE>> Non essere triste, i tuoi investimenti potrebbero risentirne
Per evitare il rischio di burnout o di esaurimento legato allo smart working, è sufficiente alternare la propria attenzione nei momenti di inattività molto frequenti che accompagnano l’osservazione delle quotazioni, in attesa del corretto segnale di ingresso o uscita dal mercato, concedendosi delle piccole attività quotidiane che disimpegnino l’attività mentale e intellettuale, compreso l’uso eccessivo degli occhi, capace di accumulare numerose tensioni, riattivando quanto più possibile il corpo e o modificando anche solo per qualche minuto il nostro stato emotivo.