Nel trading ci sono degli elementi che possono rivelarsi come costi imprevisti, influenzare l’operatività e ridurre i margini di guadagno.
Alcuni costi sono annunciati e visualizzabili sulla piattaforma di trading, altri invece sono difficilmente prevedibili e sono quindi indipendenti e relativi alle condizioni del mercato.
Tra i costi nascosti è certamente noto lo spread, che sebbene sia segnalato prima dell’apertura di un trade e compaia sull’interfaccia di inserimento dell’ordine, può variare imprevedibilmente a causa di particolari movimenti di prezzo causati da improvvisi picchi di volatilità.
Esistono due tipi di spread, gli spread variabili che dipendono dalla volatilità del prezzo, e gli spread fissi, che vengono imposti dal broker e non dipendono dalle condizioni di mercato. Sono spread di base che fissano la differenza di prezzo che esiste nelle quotazioni quando si vuole comprare o vendere lo strumento sul quale vogliamo investire. Gli spread fissi possono variare a seconda del servizio offerto dal broker, per esempio sul Forex si hanno spread che vanno da un minimo di 0,2 pip a 0,8 pip.
Difficilmente si avranno spread superiori a 1 pip in quanto potrebbe comportare dei problemi per la maggior parte dei trader retail, che operando a margine cercano di speculare su oscillazioni minime di prezzo. Una posizione chiusa con 20 pip di guadagno che viene chiusa con 1 pip di spread significa pagare una commissione pari 5% del profitto.
Da un altro punto di vista significa entrare a mercato partendo da una perdita che sarà proporzionata alla grandezza della posizione. Per esempio con 1 pip di spread e una posizione della grandezza di 1 lotto standard, avremmo nell’immediato una posizione con 10 euro di perdita, che andrà in pari e poi in profitto solo una volta superata una variazione di prezzo in nostro favore di 1 pip.
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Lo slippage è uno di quei costi nascosti di cui non si hanno indicazioni e che non dipendono dalla volontà del broker. Una volta entrati a mercato siamo relativamente sicuri di quanto potremmo perdere o guadagnare in base al nostro obbiettivo di prezzo e a seconda di eventuali ordini di stop e di take profit. A questo punto però potrebbe presentarsi uno slippage di prezzo, cioè la differenza di prezzo che può verificarsi tra il momento in cui un ordine di trading viene messo a mercato e la sua effettiva esecuzione.
Questo significa nel migliore dei casi che la nostra operazione potrebbe non essere eseguita, lasciandoci sfuggire un’occasione di trading profittevole o peggio ottenere un ricavo inferiore a quello che avevamo effettivamente guadagnato, in quanto sul livello di chiusura dell’ordine non vi erano operatori disposti a farci da controparte, così il broker chiude l’operazione sul livello disponibile più vicino.
Lo slippage può essere negativo o positivo, ma generalmente esso comporta dei problemi, in quanto rende difficile applicare con precisione la strategia e soprattutto il money management che avevamo impostato.
Lo slippage può dipendere da queste quattro condizioni: liquidità, volatilità, gap, latenza.
A causa di improvvise fluttuazioni nella liquidità dei volumi è possibile che i prezzi varino in modo discontinuo rispetto al normale andamento della price action. In alcune occasioni, come la pubblicazione di news macroeconomiche oppure il verificarsi eventi rari, in grado di sconvolgere i mercati, alcuni prezzi possono letteralmente saltare a causa dell’assenza improvvisa di operatori a mercato e di volumi in gradi di fare da controparte alla nostra posizione.
Questo può avvenire soprattutto in un mercato OTC come quelli dove vengono scambiati Forex Swap, CFD su indici e commodity o criptovalute. Maggiore è la liquidità che il broker è in grado di offrire, più precisamente e velocemente l’ordine sarà eseguito, più limitata sarà la possibilità e l’entità dello slippage. È meglio quindi affidarsi a broker che abbiano una clientela internazionale e una fetta di mercato sufficientemente ampia.
Certamente il fattore più importante da controllare se si vuole essere sicuri che un eventuale slippage non influisca significativamente sulla nostra operazione, in termini di rendimento, è senza dubbio la volatilità del prezzo. Più alta è la volatilità, maggiore sarà il rischio di uno slippage che possa influire sul nostro saldo.
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I gap di prezzo sono delle configurazioni che si formano quando si verificano a mercato le condizioni che abbiamo visto poco fa. Il gap consiste nella differenza tra il prezzo di chiusura di un periodo e l’apertura di quello successivo. Il prezzo interrompe la sua continuità sul grafico, saltando alcuni valori su cui non avviene nessuna transazione.
Se un ordine si trova in questa fascia di prezzo può non essere eseguito, oppure viene eseguito con una differenza rispetto al prezzo richiesto. Meno un mercato è liquido più sarà probabile la formazione di un gap, tanto più alta sarà la volatilità maggiore potrà essere la sua ampiezza. Questo accade sovente su mercati come l’azionario o soprattutto quando si fa trading su singole aziende poco capitalizzate o su strumenti esotici come ad esempio alcune valute nel Forex come la lira turca o lo yen cinese.
La latenza può verificarsi a seguito di un malfunzionamento del server su cui funziona la piattaforma del broker, oppure da problemi alla connessione Internet. Questo può causare la mancata esecuzione di un ordine o l’ingresso diretto a mercato a un prezzo diverso da quello visualizzato sulla piattaforma.
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