Fare trading in modo profittevole richiede non solo studio ed elevata conoscenza dei mercati, ma anche una approfondita conoscenza di sé stessi per individuare le circostanze nelle quali la soluzione migliore è concedersi un periodo di pausa.
Nel mondo della finanza si dice spesso che il trading è l’unica professione nella quale “non fare nulla è un’arte”. Con questa espressione si intende che essere in grado di rimanere fuori dal mercato, senza avvertire la necessità di essere in posizione, è una vera e propria abilità per un trader e non è così scontato che tutti riescano ad acquisirla. Infatti, mentre in qualunque altra professione non lavorare per un certo periodo significa non guadagnare, nel caso del trading, molto spesso, evitare di operare può generare dei vantaggi economici, sotto forma di perdite schivate.
Chi si dedica al trading con passione, di solito, adora avvertire il senso di adrenalina derivante da una entrata a mercato e da una posizione che evidenzia profitti crescenti in piattaforma, tanto che risulta difficile rinunciare a questo tipo di sensazione nei momenti in cui, come normale che sia, non ci sono segnali di trading coerenti con la propria strategia. Oppure, soprattutto quando si vive di solo trading e da questa professione si deve guadagnare il denaro necessario per il proprio sostentamento, rimanere fermi può generare dei sensi di colpa da inattività che possono indurre il trader ad effettuare scelte operative avventate.
Vediamo, di seguito, 5 situazioni nelle quali riuscire a restare fuori dal mercato, senza avere operazioni in corso nella piattaforma di trading, può essere molto utile per evitare di andare incontro a probabili perdite, oppure per riposarsi e riacquisire le energie mentali e la lucidità necessarie per fare trading con successo.
Ogni trader vive dei momenti, più o meno lunghi, nei quali la propria strategia non fornisce segnali operativi. In questa situazione, essere capaci di rimanere serenamente ad osservare il mercato, senza operare, è una skill comportamentale da non trascurare, perché un trader che, trascinato dalla voglia di entrare a mercato, effettua un’operazione senza che vi sia il setup di ingresso previsto dalla propria strategia, molto spesso va incontro a delle perdite, perché non rispettare il proprio piano di trading significa operare senza una guida ed infilarsi in situazioni di mercato sconosciute o nelle quali la propria operatività non è stata testata a sufficienza.
Quando ciò accade, la cosa migliore da fare è approfittare del maggior tempo libero, derivante dalla mancanza di operazioni di trading da effettuare o da seguire, per dedicarsi allo studio, ad esempio raccogliendo statistiche sul comportamento dei mercati che possono aiutare il trader a comprenderne meglio le dinamiche di comportamento o leggendo libri in materia di trading. Ancora, è possibile recuperare lezioni di un corso di trading che non è stato possibile seguire in precedenza o che si ritiene necessario guardare più volte. In breve, è opportuno utilizzare questi momenti di mancanza di segnali operativi per rafforzare la propria conoscenza della materia o, in alternativa, per svolgere altre attività piacevoli a cui, di solito, non ci si può dedicare per mancanza di tempo. La priorità è scongiurare il rischio di cedere alla tentazione di entrare a mercato.
Anche un trader professionista e con un elevato grado di preparazione attraversa dei momenti difficili dal punto di vista operativo, nei quali la propria strategia ottiene performance negative. Si tratta del cosiddetto “drawdown”, ovvero un periodo nel quale la curva che rappresenta la variazione del saldo del proprio conto scende in maniera rilevante dai massimi precedentemente raggiunti, mettendo il trader in una situazione difficile dal punto di vista psicologico (oltre che finanziario, nel caso in cui, dopo il periodo negativo, la perdita subita rappresenti una quota rilevante del patrimonio complessivo del trader).
In questi casi, il rischio è quello di aggravare le perdite commettendo degli errori legati allo stress mentale generato dal periodo negativo, che può determinare un senso di urgenza nel recuperare velocemente il capitale perso: questo stato psicologico è assolutamente deleterio per un trader e genera, molto spesso, l’azzeramento del saldo del proprio conto, perché si viene indotti ad eseguire il cosiddetto “revenge trading” o “trading di vendetta”, consistente nell’apertura di operazioni senza che vi siano segnali operativi contemplati dalla propria strategia, ma solo allo scopo di recuperare le perdite subite in precedenza. Frequentemente, inoltre, la fretta porta il trader ad entrare a mercato con size particolarmente elevate e ciò non fa altro che peggiorare una situazione già complicata. Perciò, l’esito indesiderato in questi casi diviene altamente probabile.
Per evitare di entrare in questo vortice pericoloso di eventi, il metodo più efficace consiste nell’interrompere l’operatività per un certo periodo di tempo. Le regole, nel dettaglio, devono essere decise soggettivamente da ciascun trader, in base al proprio profilo psicologico e dopo aver stabilito un livello massimo di perdita da non superare. Ad esempio, un trader che opera in ottica intraday, può imporsi di interrompere l’operatività dopo 3,4 o 5 stop loss consecutivi e riprendere il giorno successivo o dopo due giorni a fare trading. Ancora, egli può decidere di stoppare l’attività dopo aver conseguito un drawdown di una certa percentuale rispetto al livello massimo raggiunto dal saldo del proprio conto: un valore congruo potrebbe essere uguale, o comunque non superiore, al 10%, perché una eccessiva erosione del proprio capitale ne rende altamente improbabile il recupero (cosiddetto “effetto rovina”). Oppure un trader che opera in un’ottica di medio-lungo termine, può valutare di fermarsi per una intera settimana dopo un mese particolarmente negativo.
Non è possibile definire un modus operandi standardizzato in queste situazioni, ogni trader deve conoscere sé stesso e capire come trovare il giusto equilibrio nei vari parametri da definire: su tutti, ammontare della perdita monetaria o del numero di operazioni consecutive in perdita, raggiunte le quali fermare l’operatività, ed estensione del periodo di pausa.
Accade nella vita di chiunque, prima o poi, di attraversare periodi difficili, nei quali il proprio umore è particolarmente basso, per cause diverse: problemi di salute che colpiscono lo stesso trader o persone a lui care, lutti, problemi in famiglia o nel rapporto con il partner e problematiche varie che possono determinare stati patologici come ansia e depressione.
In tutte queste situazioni, condurre l’attività di trading in modo profittevole diventa molto complicato, in quanto questi stati d’animo incidono negativamente sull’aspetto essenziale dell’attività di trading: la capacità di prendere decisioni con lucidità. Di conseguenza, qualunque forma di malessere psicologico o di preoccupazione in grado di appesantire lo stato mentale del trader influisce negativamente sul risultato finale, se non nel breve, quasi sicuramente nel medio-lungo termine. Perciò, è molto importante che un trader sappia individuare tempestivamente questi stati d’animo dannosi, evitando di operare quando ci sono problematiche a livello personale che influiscono sulla propria serenità mentale. E’ evidente anche in questo caso che la conoscenza di sé stesso, da un punto di vista caratteriale ed emotivo, è un requisito fondamentale per un trader, allo scopo di comprendere quando arriva il momento di fermarsi.
Può capitare che, dopo aver cominciato a fare trading, ci si renda conto di non aver studiato in modo opportuno determinati aspetti del trading, la cui mancata conoscenza può determinare risultati negativi. Ad esempio, un trader può aver acquisito la capacità di entrare a mercato con il giusto timing, ma non possedere una metodologia efficace per definire correttamente i livelli di uscita dalla posizione, ossia take profit e stop loss. Oppure, un trader potrebbe non aver acquisito nozioni di money management, fondamentali per entrare a mercato con la giusta size e per definire una strategia efficace di gestione del capitale disponibile sul conto trading.
In queste circostanze, prima che queste lacune diventino causa di perdita del capitale, è opportuno interrompere l’operatività su conto reale, approfondire i punti deboli del proprio bagaglio di conoscenze tramite la frequenza di corsi o lettura di libri, verificare su conto demo il livello di apprendimento delle nozioni apprese e, soltanto quando i risultati saranno positivi sul conto virtuale, tornare ad operare con denaro reale.
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Mentre nei 4 casi precedenti, interrompere l’operatività è fortemente raccomandato, per evitare di danneggiare irrimediabilmente il proprio conto trading, in quest’ultimo caso non è indispensabile ma può essere molto utile per rafforzare le proprie motivazioni e tornare a dedicarsi al trading, dopo il periodo di pausa, con maggior entusiasmo ed energia.
Anche se può sembrare controintuitivo fermarsi proprio quando le cose vanno per il meglio, ricompensare sé stessi in modo adeguato dopo aver raggiunto un ottimo risultato, concedendosi un periodo di vacanza, consente al trader, come a qualunque altro lavoratore, di godersi i frutti del proprio lavoro. Questo consente di apprezzare ancora di più il lavoro svolto e i sacrifici sopportati per ottenere un determinato risultato. Di conseguenza, concedersi un periodo di vacanza da dedicare ad attività ricreative, consente al nostro cervello di recuperare energie e ricominciare, dopo la pausa, con un’ulteriore carica positiva che ne rafforza la capacità di sopportare nuovi sforzi e sacrifici.
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