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“Fai trading il meno possibile”, i rischi che si celano dietro

Un maggiore scambio di azioni comporta più rischi e meno ricompense

Uno studio della Sauder School Business dell’UBC, ha riscontrato quanto facile sia ottenere poche ricompense e maggiori rischi  a seguito di un elevato scambio di azioni, poiché  frequenti acquisti e vendite comportano rendimenti inferiori rispetto al semplice acquisto e detenzione.

Il mese scorso infatti, l’improvviso aumento del prezzo delle azioni di Game Stop ha certamente reso alcuni investitori milionari ma di contraltare ha gravato su un maggior numero di persone con perdite.

Questa strategia detta “time the market” comporta sicuramente rendimenti inferiori e di pari passo aumenta la volatilità dei portafogli.

Lo studio, denominato dagli ideatori ” la volatilità dei rendimenti degli investitori azionari” ha esaminato i dati della Borsa di New york, americana e Nasdaq ed ha calcolato i rendimenti ponderati in dollari  ossia la performance di un titolo o portafoglio e la tempistica degli investimenti in esso , per cogliere quali fossero gli effetti della volatilità del mercato nel tempo.

Grazie a questo percorso si è potuto rilevare significative differenze di volatilità osservando i rendimenti ponderati in dollari e quelli “acquista e mantieni”.

Se si considera un periodo di tempo che si potrebbe determinare in 20 anni, i rendimenti ponderati in dollari hanno mostrato una volatilità superiore al 50% rispetto a quelli “acquista e mantieni”, in 30 anni addirittura i rendimenti ponderati in dollari sono risultati il 71% più volatili. Se si iniettano € 100 oggi ciò ha un’implicazione sostanzialmente differente ad iniettare la solita cifra tra un paio di mesi a partire da oggi infatti le condizioni di mercato sono differenti ed anche il prezzo delle azioni . Non sono però soltanto gli investitori attivi cioè coloro che acquistano e vendono frequentemente a risentire della forte volatilità.

Si consideri ad esempio un investitore che inizia da zero e nell’arco di 20 anni struttura un portafoglio di investimenti, se per i primi 10 anni i rendimenti risultano essere costanti successivamente questi iniziano a oscillare con maggiore forza e così l’investitore vedrà una maggiore volatilità complessiva nel corso dei due decenni perchè ha una maggiore quantità di denaro investita quando il periodo è più volatile. Sicuramente una maggiore ponderazione e un trattenimento delle azioni acquistate quindi non un’ immediata vendita potrebbe essere utile ad ottenere rendimenti nel tempo. Per questi motivi il consiglio che gli studiosi si sentono di dare all’investitore al dettaglio è “ commerciare il meno possibile“.

Michele Troglio

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