Migliaia di aziende si sono impegnate a raggiungere obiettivi ambiziosi nei prossimi decenni. Gli investimenti nel lungo periodo sono sostenuti dagli obbiettivi di azzeramento delle emissioni di carbonio.
Le tendenze di rilievo che continueranno a caratterizzare gli investimenti sostenibili nei prossimi anni dipenderanno dal rispetto e la messa in campo di nuove normative.
L’introduzione delle norme per il rispetto dei criteri ESG ha incentivato enormemente il settore a partire dal ruolo decisivo dei capitali provenienti dal settore finanziario. In questo contesto continueranno anche i tentativi di armonizzazione e ottimizzazione dell’informativa dei prodotti e dei servizi delle aziende.
Oltre a queste ciò vale anche per il settore finanziario nonché per consumatori, dipendenti, autorità di vigilanza e società civile in genere. Ognuno si aspetta che le aziende affrontino le loro responsabilità sull’impatto ambientale e sociale. Si tratta di un passaggio importante che passa da un approccio, incentrato sui rischi per l’impresa, a un approccio di responsabilità sugli effetti sociali e la sostenibilità ambientale della propria attività economica.
Circa il 20% delle 2.000 aziende più grandi al mondo si è impegnata a raggiungere, in modi diversi l’annullamento delle emissioni nette. Alle aziende viene chiesto sempre più spesso di presentare piani di transizione climatica validi. Per fare un esempio, oltre 13.000 imprese in Asia e in Cina, che corrispondono al 64% circa della capitalizzazione di mercato globale, hanno pubblicato lo scorso anno i dati sull’impatto ambientale. È un incremento importante pari al 37% rispetto al 2020.
Non dobbiamo però sottovalutare le difficoltà di realizzazione di tali obiettivi, soprattutto considerando che ora i mercati finanziari sono stati destabilizzati dalla guerra e le nuove politiche energetiche prediligono la sicurezza e l’accessibilità dell’energia. Per poter centrare gli obiettivi sul clima, secondo l’IEA, gli investimenti nell’energia pulita dovranno triplicare fino a circa 4 mila miliardi di dollari entro il 2030.
Quella del cambiamento climatico e della sostenibilità delle attività economiche è di notevole importanza anche nel settore delle materie prime. Per le commodity si annunciano anni di rialzi a cominciare dal rame, attualmente in fibrillazione in area 8.000 dollari per tonnellata al London Metal Exchange. A sostenere le quotazioni della commodity, il ruolo dei metalli non ferrosi nell’alimentare il processo di transizione energetica.
Un esempio su tutti quello dei veicoli elettrici; un EV necessita di un quantitativo di rame pari a 2,5 volte quello utilizzato per un veicolo con motore a combustione. È così anche per gli impianti a energia solare ed eolica; questi richiedono rispettivamente il doppio e il quintuplo di rame per ogni megawatt generato rispetto ai tradizionali impianti a carbone o gas.
Gli analisti di S&P stimano un raddoppio della domanda di rame a 50 milioni di tonnellate anno entro il 2035, che saliranno a 53 milioni entro il 2050. Stime simili sono state fatte per il nickel secondo cui la domanda è destinata a incrementarsi del 44% entro il 2030. Per sfruttare possibili rialzi sul rame quotati sul Ftse Mib sono disponibili Etc come: Wisdomtree Copper, Wisdomtree Copper 2x Daily Leveraged e Wisdomtree Copper 3x Daily Leveraged.
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