Gli otti titoli del settore tecnologico che hanno subito forti correzioni su cui investire a lungo termine per un investimento a lungo termine.
Se è di grande importanza considerare le quotazioni che hanno le migliori performance, è ancora più importante riuscire a entrare a mercato a prezzi scontati.
Sono diversi oggi i titoli del settore tecnologico su cui investire a lungo termine che hanno subito forti correzioni.
Il settore tecnologico è uno dei più volatili del comparto azionario. Le azioni di queste aziende scontano rapidamente le aspettative e l’entusiasmo per le promesse di innovazione e possono con altrettanta facilità essere vendute. Nonostante la variazione delle quotazioni molte di queste aziende hanno una lunga storia e primeggiano nei rispettivi settori di competenza.
Lo sviluppo dei servizi software, il settore videoludico e quello della cybersicurezza, sono tre variabili in grado di performare sul lungo periodo. Contestualmente a queste premesse a gennaio 2022 abbiamo assistito a uno dei cali nel valore del settore tecnologico più rapidi degli ultimi due anni. Per avere un termine di paragone della correzione è possibile osservare le quotazioni di uno degli ETF più rappresentativi del settore.
Questo ETF investe a tutto tondo nel settore tecnologico, relativamente alle aziende quotate sul Nasdaq 100. L’indice USA raccoglie le maggiori cento società nel settore degli Stati Uniti come Apple, Microsoft, Amazon, che costituiscono quasi un terzo del valore del fondo. QQQ Trust è quindi un ETF esposto sulle aziende che rappresentano l’avanguardia tecnologica dei nostri tempi e sono impegnate nello sviluppo di settori come realtà aumentata, servizi cloud, Big data, streaming e servizi di pagamento e veicoli elettrici.
Il valore dell’ETF è passato dai circa 400 dollari di fine dicembre ai 340 attuali per una perdita vicina al 22%.
La dimensione del rischio di questo settore è dovuta all’incertezza circa il futuro economico dati i cambiamenti sulle politiche monetarie delle banche centrali. A questo va aggiunto il fattore umano e la consapevolezza dei trader dei massimi storici raggiunti da questo settore. In particolare Invesco QQQ Trust ha avuto una crescita sorprendente raddoppiando il suo valore da marzo 2020 a dicembre 2021 quando il trend rialzista è notevolmente accelerato.
È di grande importanza considerare l’investimento a partire dalla perdita massima che si è in grado di sopportare. Questo soprattutto nel caso ci si esponga a titoli o asset che prospettano grandi variazioni di prezzo e quindi una volatilità sostenuta. Se ansie e paure sono in grado di spingere l’investitore ad alterare in difetto la durata delle sue operazioni, stabilire una strategia basata su un orizzonte temporale a lungo termine consente di evitare gli alti e bassi dell’emotività, che seguono ogni piccola variazione del prezzo.
Il consiglio è quindi sempre quello di non lasciarsi guidare dalle emozioni ma seguire il piano di investimento realizzato prima di entrare a mercato.
Uno dei titoli più scambiato e popolare è crollato dall’inizio dell’anno a oggi di circa il 10%. Le quotazioni in calo con una perdita di circa 500 miliardi di capitalizzazione, sono state controbilanciate solo in piccola parte dai risultati positivi del rapporto finanziario del secondo trimestre. Le aspettative sulla prosecuzione del trend nei ricavi di Azure e altri servizi cloud hanno dovuto fare i conti con i rallentamenti degli ultimi due trimestri consecutivi.
Nonostante questo, il titolo è in grado di recuperare il suo valore visti soprattutto i recenti investimenti e le importanti acquisizioni che Microsoft ha effettuato negli ultimi due anni. Microsoft è che ha ampiamente diversificato il suo giro d’affari e ha alle spalle una lunga storia di successo. Dopo la recente acquisizione di Activision e il rafforzamento del suo comparto videogiochi, l’azienda punta a espandersi nel settore dei dati sanitari e in quello della guida autonoma fornendo per entrambe soluzioni cloud.
Microsoft è impegnata inoltre nel campo della salute e delle scienze della vita. Uno dei maggiori investimenti del valore 19,7 miliardi di dollari per l’acquisizione di Nuance, rivela che la relazione di Microsoft con il campo medico arriva per mezzo dell’intelligenza artificiale. Riconoscimento vocale, elaborazione di dati e capacità di risolvere problemi complessi sono gli elementi che gettano le basi delle nuove soluzioni che Microsoft offrirà nel prossimo futuro.
Oltre a questo l’ingresso lento ma apparentemente inesorabile di Microsoft nel settore 5G, conferma sempre più l’ipotesi che l’azienda voglia rafforzare la sua infrastruttura informatica. Nell’ambito della sua nuova divisione Azure for Operators, l’azienda ha annunciato l’avvio di un servizio dati atto a sostenere l’attività di operatori di rete 5G. L’obbiettivo è quello di fornire a operatori, imprese e governi un servizio dati stabile e sicuro. Nonostante tutti questi investimenti, la crescita degli utili dell’azienda del 20% confermata dall’ultimo rapporto finanziario, può essere sostenuta anche e soprattutto nei prossimi anni. Presto infatti diverse di queste tecnologie si diffonderanno rivelando il loro potenziale economico.
Molte aziende del settore IT stanno alimentando la rivoluzione digitale, fungendo da catalizzatore globale per le più grandi ambizioni in ambito tecnologico. Dal metaverso all’internet of things, all’intelligenza artificiale, il settore promette ampi margini di crescita. Tra le aziende sicuramente in grado di cogliere pienamente la tendenza c’è Nvidia. L’azienda è in prima linea sia nella vendita di componenti hardware che di progetti incentrati sul metaverso. Nvidia unisce la sua esperienza nel settore hardware con quella dell’intelligenza artificiale e dei software di simulazione grafica, fornendo chip grafici di interazione di gioco di questi mondi artificiali.
Le quotazioni della società che a novembre avevano raggiunto i massimi storici a 330 dollari, hanno perso nell’arco di due mesi il 40% del loro valore. Forse proprio per questo le azioni che ancora in questi giorni stanno finendo di scontare la pressione ribassista hanno un ottimo potenziale per un ingresso sul supporto di prezzo a 205 dollari, da cui è partita l’ultima fase long.
Advanced Micro Devices, è una società USA impegnata nella produzione e distribuzione di processori per computer e prodotti elettronici correlati. La società sul mercato da più di 20 anni, ha avuto un calo delle quotazioni che dai massimi di fine novembre hanno perso il 35% del valore. La società ha avuto ricavi che nel terzo trimestre 2021 sono stati del 44 e del 69% maggiori dell’ultimo anno nei rispettivi settori computer e grafica nonché embedded e semi custom. In questo senso AMD è in grado di tornare sul lungo periodo a correggere la fase ribassista seguita ha un forte trend long che negli ultimi due anni ha visto un incremento del valore maggiore del 200%.
Palantir Technologies è una società di software USA specializzata nell’analisi dei big data. La società ha dalla sua parte un discreto vantaggio competitivo distinguendosi nel settore per servizi basati sull’analisi di scenario basati sull’intelligenza artificiale. Tra i suoi clienti l’esercito degli Stati Uniti, la Us space force, la Nuclear Safety Administration. Oltre a questi anche il settore della ricerca medica nonché aziende private.
La società che è stata quotata con un IPO nel 2020 ha oggi il suo maggiore giro d’affari tra le agenzie governative. La società tecnologica collabora anche col Dipartimento della Salute degli Stati Uniti e col Servizio Sanitario Nazionale Britannico per aiutare a controllare il flusso di dati relativi al coronavirus.
L’industria dei big data ha beneficiato di una rapida crescita, con un giro d’affari che potrà arrivare a quasi 700 miliardi entro il 2030. La crescita dei ricavi di Palantir ha seguito il trend dello sviluppo tecnologico e insieme a questo le aspettative spesso troppo ottimistiche degli investitori. Le Azioni della società hanno attratto sempre più l’interesse raggiungendo il picco dei 45 dollari circa un anno fa. Da allora il prezzo è costantemente diminuito perdendo quasi il 70%.
Nonostante questo l’azienda mantiene i suoi punti di forza nell’economia reale. Palantir ha firmato accordi con clienti del calibro di IBM e Amazon nonché Fujitsu, che diventerà il primo distributore giapponese dei servizi di Palantir. Uno degli elementi che ha attratto gli investitori nell’ultimo anno sono anche i flussi di cassa. L’azienda ha registrato entrate cresciute nel secondo trimestre 2021 del 49% anno su anno.
Quando si vuole investire su grandi aziende già consolidate, il consiglio migliore per mediare il prezzo di ingresso è quello di rimanere investiti a lungo termine. È il caso di Amazon che risulta scontato dai recenti sell off con un crollo delle quotazioni del 14%.
Anche Amazon come la maggior parte delle società tecnologiche ha avuto un calo delle quotazioni importante evidenziato soprattutto dal crollo del mese di gennaio. La volatilità del titolo ha scontato le prese di profitto di una delle aziende nel settore tecnologico che più è riuscita a sfruttare le tendenze degli ultimi due anni. Per questo motivo Amazon rimane un’azienda solida ed è in grado di tornare ad accrescere il valore del suo titolo anche nel 2022.
Amazon gestisce il più grande giro d’affari nel settore cloud, supportando milioni di aziende, dalle startup web alle grandi aziende quotate in borsa come McDonald’s, General Electric, Netflix e Vanguard. ll dato particolare è che oggi il business principale di Amazon non è più quello delle vendite tramite e-commerce ma quello di AWS. Il servizio AWS nel 2020 ha costituito infatti il 63% dell’utile operativo dell’azienda.
Amazon è in grado di creare reti di computer virtuali. Tramite questi presta la propria capacità di archiviazione e di calcolo alle aziende che necessitano di distribuire il peso dei propri processi attraverso internet. Questo consente di evitare la presenza di costosi server fisici e investire volta per volta il capitale effettivamente necessario per l’erogazione del servizio.
La tecnologia di AWS è implementata nelle server farm di tutto il mondo e gestita dalla filiale Amazon. Se i maggiori concorrenti di Amazon AWS, Microsoft Azure e Google Cloud hanno rispettivamente il 18% e il 9% della quota di mercato, si può capire quale sia la capacità concorrenziale dei suoi servizi.
Adobe fornisce software per contenuti multimediali digitali ed è il creatore del software Photoshop. L’azienda nell’ultimo trimestre conclusosi il 3 dicembre, ha registrato un aumento delle entrate del 20% anno su anno per un totale di 4,11 miliardi di dollari. L’azienda continuerà la sua crescita patrimoniale anche nel 2022, ma intanto le sue azioni sono crollate di circa il 30% tornando al supporto di prezzo di maggio 2021.
Adobe sviluppa anche prodotti basati sull’intelligenza artificiale in grado di aumentare quello che è già un portafoglio con un’ampia diversificazione di prodotti e servizi. In futuro, l’intelligenza artificiale può servire molteplici settori, dalle diagnosi mediche alla gestione del traffico e dei veicoli autonomi. l’IA rappresenta un progresso epocale e ancora inespresso. Ne coglieremo l’impatto economico solamente nei prossimi anni con beneficio per le aziende come Adobe.
L’azienda impegnata nel settore tecnologico si pone l’obbiettivo di superare la concorrenza proteggendo le imprese, le istituzioni pubbliche, i governi e l’economia digitale dal cybercrimine.
Con l’incremento delle tecnologie e della loro interconnessione a reti più o meno estese, le nostre vite si stanno spostando e replicando in un contesto che vede primeggiare sempre più il ruolo dell’economia immateriale su quella materiale. Se l’obbiettivo delle aziende tecnologiche è arricchire la società semplificando la vita delle persone, questo viene supportato dalla creazione di sistemi che proteggono infrastrutture e dati. L’industria globale della sicurezza informatica è arrivata a valere nel 2020 circa 162 miliardi di dollari, con una crescita fino a 418 miliardi entro il 2028.
CrowdStrike è un’azienda in grado di cavalcare questa tendenza. Il cybercrimine diventa un’attività illecita sempre più remunerativa, di conseguenza le aziende che vogliono mantenersi concorrenziali investono in sistemi che proteggano la produzione di beni e servizi dagli attacchi informatici. Sia le aziende che i governi grazie alla digitalizzazione e al lavoro da remoto tramite cloud devono proteggere dati con un valore sempre maggiore.
In questo contesto CrowdStrike si distingue come la migliore combinazione nella qualità del prodotto, dei risultati finanziari e del potenziale della sua attività. CrowdStrike offre una soluzione che protegge i sistemi informatici identificando e neutralizzando il software dannoso. Questo campo è particolarmente competitivo e ha concorrenti come Microsoft, ma ha oggi anche una grande domanda.
Anche le quotazioni di questa azienda colpita da un recente sell off, si trovano oggi ad un prezzo inferiore di circa il 20% rispetto a quello di inizio anno. Il 2021 è stato un anno che ha dato all’azienda risultati record, aggiungendo 1600 nuovi clienti solo nell’ultimo trimestre per un totale di 13.000 nuovi clienti in meno di cinque anni.
CrowdStrike stima che il suo giro d’affari potrà raggiungere i 116 miliardi di dollari entro il 2025 ed a supporto delle previsioni ha appena rilasciato la protezione cloud per i sistemi MacOS e Linux, espandendo ulteriormente la sua potenziale base di clienti.
Uno dei prodotti di punta di CrowdStrike è Falcon, che gestisce e monitora il web alla ricerca di malware. Attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, la piattaforma diventa sempre più intelligente, consentendole di riconoscere e rispondere più rapidamente alle potenziali minacce. Poiché è stato appositamente integrato per il cloud, Falcon è spesso la soluzione di sicurezza informatica più efficace ed economica rispetto ai prodotti di sicurezza su licenza.
CrowdStrike a partire dalla sua IPO avvenuta nel 2019 ha raddoppiato le entrate. Il trend potrà continuare anche nei prossimi anni accompagnato da nuove acquisizioni che stanno rendendo l’azienda un gigante della sicurezza informatica.
Shopify quotata sul NYSE è un sito di e-commerce che offre uno spazio in cui piccole imprese possono vendere al pubblico i loro prodotti. L’azienda permette ai commercianti, di creare, personalizzare e gestire il proprio negozio online. Shopify mantiene attiva la sua piattaforma e il suo giro d’affari addebitando il prezzo di un abbonamento per il mantenimento del punto vendita, nonché una commissione per ogni articolo venduto.
Tra tutte quelle elencate questo è probabilmente l’investimento più rischioso. Nonostante questo la società può essere nel futuro un nome illustre nel settore e-commerce. Il volume lordo di merci è passato dai 15,4 miliardi del 2016 a 119,6 del 2020. Alla fine di quest’anno questo valore ha avuto un incremento sorprendente di 41,8 miliardi di dollari. L’azienda che segna così la sua rapida ascesa ha realizzato una crescita dei ricavi nell’ultimo trimestre del 46%, con utili per azione di 9,94 dollari.
Le azioni di Shopify continuano a subire il trend short per una svalutazione complessiva del titolo arrivata al 38% da inizio anno. La tendenza è scaturita da una combinazione di fattori comprese le aspettative incerte sul prossimo rapporto sugli utili di uno dei maggiori concorrenti, Amazon, previsto per il 3 febbraio e in grado di fare da benchmark per il comparto dell’e-commerce. Nonostante questo, la società continua ad accrescere il suo giro d’affari diversificando in eree come il fintech e aumentando il numero delle sue partnership.
Upstart è una società del settore finetech che collega consumatori, banche e investitori istituzionali attraverso la sua piattaforma. Grazie ai suoi modelli di intelligenza artificiale applicati alla finanza è in grado di servire suoi clienti aiutandoli a erogare prestiti con variabili che massimizzano l’accesso al credito. Tutto ciò avviene senza fare affidamento sui tradizionali punteggi che possono portare a negazioni ingiustificate del prestito. La società che genera le sue entrate dalle commissioni per l’utilizzo dei suoi servizi, offre un enorme potenziale, sia sul breve che sul lungo periodo.
Le azioni di Upstart Holdings sono aumentate nel 2020 del 271,3%. Una performance che è continuata fino ad ottobre quando il titolo è crollato di circa il 70%. Nel 2021 Upstart ha generato 800 milioni di dollari di entrate, raddoppiando nell’ultimo anno la quota di mercato della sua divisione dedicata ai concessionari di auto. Il nuovo software Upstart Auto Retail dell’azienda funge anche da piattaforma di vendita e prestito. Il numero delle quasi 300 concessionarie di auto statunitensi che oggi lo hanno adottato è cresciuto del 219% negli ultimi 12 mesi.
Grazie all’espansione della sua rete commerciale composta soprattutto da istituti bancari, Upstart sta registrando una crescita vertiginosa. I ricavi del terzo trimestre aumentati del 250% rispetto all’anno precedente. L’azienda punta quest’anno al mercato dei mutui che si affiancheranno a quelli delle concessionarie di auto. La società afferma che sta aggiungendo una media di una nuova concessionaria al giorno, questo significa che il loro numero raddoppierà nel corso del 2022.
Se le aspettative degli investitori più speculativi si sono rivelate eccessivamente ottimiste, Upstart ha mantenuto e dimostrato solidi valori patrimoniali. I risultati del terzo trimestre hanno mostrato utile netto triplicato e pari a 29,1 milioni di dollari. Il tasso di crescita delle azioni che è stato recentemente colpito dall’eccesso speculativo, ha comunque mantenuto un prezzo maggiore del 100% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Se la tecnologia ha avuto un ruolo di primo piano nella diffusione di nuove opportunità economiche, pochi come Upstart sono riusciti a integrare l’innovazione al settore più vicino al denaro, i servizi finanziari. Grazie all’intelligenza artificiale e gli algoritmi proprietari Upstart sta innovando tutto il comparto del credito al consumo.
La società ritiene che il decennale sistema di punteggio FICO non riesca a misurare con precisione l’affidabilità creditizia dei mutuatari moderni. Quindi, ha progettato un algoritmo che secondo uno studio interno di Upstart, genera il 75% in meno di inadempienze tra i creditori, rispetto a quelli valutati in modo tradizionale. E poiché l’algoritmo di Upstart è basato sull’intelligenza artificiale, valuta anche molto più rapidamente con un notevole aumento dell’efficienza e della qualità del servizio. Secondo l’azienda i punteggi assegnati in modo tradizionale introdotti 30 anni fa, non sono sufficientemente inclusivi. Naturalmente le variabili che l’intelligenza artificiale è in grado di computare, sono molto più ampie e si possono adattare anche a una logica sfumata.
È importante ricordare che Upstart non è direttamente esposto al rischio di insolvenza dei prestiti. Essa vende la sua tecnologia agli istituti finanziari che la vogliono integrare nei propri processi decisionali.
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