TFR liquidato mensilmente in busta paga, ecco alcuni importanti chiarimenti, forniti dall’esperto, che possono rivelarsi utili.
Il TFR, anche noto come “trattamento di fine rapporto”, è una liquidazione che il datore di lavoro concede al proprio lavoratore dipendente, una volta conclusasi la relazione lavorativa.
È una liquidazione che si deve al di là delle ragioni che hanno determinato la conclusione della collaborazione. Questa retribuzione assicura ai lavoratori dei soldi. E questo sia se il dipendente ha ormai raggiunto i requisiti per andare in pensione, e sia se è stato licenziato, o si è dimesso.
Il TFR si matura tutti i mesi, e il lavoratore può stabilire se metterlo da parte in azienda oppure se indirizzarlo verso un fondo per la propria pensione. Questo trattamento viene erogato in momenti differenti, a seconda del tipo di lavoro dipendente, ossia se svolto in ambito pubblico o privato.
TFR liquidato mensilmente in busta paga: sono questi i dettagli che non puoi ignorare
Ma come funziona l’erogazione del TFR, nello specifico? Che cosa dice la legge in merito? Ecco alcuni chiarimenti importanti da ricordare.
C’è una cosa di cui probabilmente non tutti sono al corrente, ma attualmente, il TFR deve essere liquidato in unica soluzione, una volta che si è smesso di lavorare come dipendente.
Questo, a meno che non si faccia richiesta di anticipi in casi specifici, come ad esempio se si intende comprare casa oppure versare denaro per spese mediche.
Oggigiorno, per i dipendenti del settore privato, non è più possibile chiedere il TFR mensilmente, dal 1° luglio 2018. Ergo, i lavoratori devono aspettare che si concluda il rapporto lavorativo, per poter accedere a quanto gli spetta.
TFR, come chiedere un anticipo
Per poter ottenere un anticipo del TFR, è importante aver lavorato per un minimo di 8 anni per lo stesso titolare. Come detto, i requisiti per chiedere un anticipo devono essere spese mediche, oppure acquisto prima casa, o anche se non si naviga in buone acque da un punto di vista economico.
La richiesta deve essere supportata da prove, come contratti oppure preventivi, e bisogna indirizzarla al responsabile risorse umane o direttore dello staff dell’impresa. Il datore di lavoro si occuperà di esaminare l’istanza e deciderà se dare o meno l’anticipo.
Ricordiamo anche che l’anticipo del TFR non è esentasse, e sarà detratto dal TFR finale, quando terminerà il rapporto lavorativo.