Le azioni Tesla, dopo l’incredibile capitalizzazione delle sue quotazioni, si trova adesso in una zona grigia.
Nuovo corso per il settore dell’auto e per Tesla, divenuta il simbolo dell’auto elettrica per eccellenza, fa i conti in questo periodo con l’incertezza per le sue capacità produttive e competitive, fattori in grado d’influenzarne pesantemente il valore. Il raddoppio dei prezzi raggiunto in poco più di un mese ha segnato uno squilibrio dei volumi, tuttavia essi potrebbero riprendere a sostenere il prezzo se verranno superati gli ostacoli maggiori, che vedono le quotazioni in un momento nel quale esse sembrano stagnare su un trend rialzista, che tuttavia comincia a dare chiari segnali d’inversione.
Quali sono le aziende di auto elettriche più competitive?
Per chiarire il contesto nel quale si trova il comparto tecnologico e nello specifico il settore automobilistico delle auto elettriche, c’è da dire che Tesla non è stata l’unica società che ha subito un deprezzamento del valore delle sue azioni infatti, tra i competitori, fattori anch’essi d’incertezze sull’adeguatezza del valore di Tesla, vi sono le aziende automobilistiche americana Lucid motors fondata nel 2007 e tre valide competitor cinesi, tutte fondate tra il 2014 e il 2017 e quotate sull’azionario americano: Nio con sede a Shangai, Xpeng, con un centro sviluppo addirittura nella Silicon Valley, oltre che nella sede di Guangzhou, infine Li Auto con sede a Pechino. Da sottolineare come queste ultime abbiano perso nello stesso periodo intorno al 40% del loro valore.
LEGGI ANCHE >> Il ruolo decisivo dei ventur capitalist nel futuro dell’economia
Quali sono i motivi della crescente competizione nel settore delle auto elettriche?
A causa dell’attenzione sempre maggiore agli effetti manifesti del cambiamento climatico, in sinergia con gli stimoli fiscali adottati per superare la crisi sanitaria, gli investimenti futuri privilegeranno le aziende in linea con gli impegni per la decarbonizzazione energetica, ovvero il passaggio da fonti tradizionali di approvvigionamento energetico, come il carbone e i combustibili fossili, a fonti e sistemi di energia rinnovabili come quella solare, le bioenergie come l’idrogeno, il sole, l’eolico e l’acqua.
Per questo motivo, anche le case automobilistiche dell’auto tradizionale stanno accelerando la conversione dei loro modelli e della loro produzione, che sostituendo gradualmente l’utilizzo dei carburanti fossili a quelli rinnovabili, in concerto a una pianificazione per lo sviluppo sostenibile di cui l’Europa si è sempre fatta promotrice. Essa infatti investirà 470 miliardi di euro per progetti di ricerca e sviluppo nel campo dell’energia pulita, prendendo l’impegno di ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030, così anche la Cina che sorprendentemente prevede che nel 2030 nel suo paese le emissioni di anidride carbonica saranno ridotte del 65%.