Molti cittadini, a fronte di qualche spesa, decidono di affidarsi agli Istituti di credito per un prestito: ecco come riconoscere e difendersi dai tassi d’interesse usurari.
Le spese di un matrimonio, l’acquisto di una nuova automobile, l’arredamento per la casa: sono molti i cittadini che si affidano ai prestiti per pagare queste spese molto cospicue. Il denaro, viene devoluto dall’Istituto di Credito in un’unica soluzione per poi essere restituito a rate con l’applicazione di un tasso d’interesse.
Tali tassi di interesse sono noti e, solitamente, vengono indicati e specificati in sede di contratto: rappresentano il “denaro in più” che andrà versato a favore dell’Istituto. Alcuni prestiti sono davvero molto vantaggiosi e offrono interessi molto bassi o pressoché pari allo zero. Altri, invece, nascondo tassi d’interesse usurari.
Scopriamo insieme come fare attenzione e come difendersi.
Quando si richiede un prestito o una finanziaria bisogna prestare molta attenzione ai tassi di interesse richiesti. La pratica dei prestiti usurai, infatti, è ancora molto frequente presso alcuni Istituti di Credito: essi, infatti, puntano ad avere più guadagni proprio dagli interessi.
Al momento della sottoscrizione del contratto al richiedente sono comunicati i tassi di interesse applicati al prestito o al finanziamento richiesto. In questo caso, gli interessi rappresentano proprio il guadagno dell’Istituto che lo concede. Riconoscerlo è davvero semplice: ogni tre mesi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica quali sono i limiti degli interessi.
Oltre a tali limiti, i tassi di interesse sono definiti usurari. Al fine di tale riconoscimento c’è un indice che va tenuto sott’occhio: è il Tegm. Esso è il tasso effettivo globale, ossia la differenza della soglia imposta dal Ministero e il Tegm non deve superare l’8%.
Vediamo ora qual è la procedura per dimostrare che il tasso di interesse applicato a un prestito o a un finanziamento è usurario.
Rivalersi nei confronti di un prestito con tassi d’interesse usurari non è facile: in primo luogo, infatti, bisogna dimostrare ad un Giudice di essere stati vittima di usura. Bisognerà, poi, impugnare il contratto per dimostrare che gli interessi superino le soglie imposte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Qualora doveste vincere la causa in tribunale, i tassi d’interesse verranno annullati e andrà restituita solo la quota capitale, senza ulteriori spese. Inoltre, vi è anche la possibilità di applicare la rescissione del contratto: in questo caso non andrà più restituito nulla: essa, però, riguarda solo prestiti e finanziamenti e non i mutui.
Per quanto riguarda l’usuraio, invece, esso rischia una sanzione civile e una penale. La pena, in questo caso va da un minimo di due ad un massimo di dieci anni di reclusione. Tale soglia può aumentare in alcuni casi: quando il reato è commesso da un dipendente della banca o intermediario finanziario; quando chi l’ha commesso viene sottoposto a condanna definitiva.
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