Tassa di successione, tutto ciò che c’è da sapere in caso si opti per trasferire eredità tramite donazione.
Quando si decide di lasciare un’eredità ai propri figli, ci sono varie modalità con cui lo si può fare. Bisogna, però, essere consci dei pro e dei contro in merito, prima di muoversi in una direzione o nell’altra.
Si può infatti optare per fare testamento, oppure lasciare dei beni tramite donazione. Si cerca sempre la soluzione fiscale che appare più conveniente, in modo da risparmiare su determinate spese che questi passaggi comportano.
In molti si chiedono se, in effetti, scegliendo la donazione come modalità di passaggio dei propri beni ai figli, si possa eludere il pagamento della tassa di successione. Questo perché si ipotizza che questi due atti possano essere fiscalmente trattati differentemente.
Scopriamo, quindi, come stanno le cose, in materia di atti di successione e qual è la soluzione più conveniente, tra testamento e donazione.
Tassa di successione, con la donazione devi pagarla? La verità
Sono molti i casi in cui si eludono tasse di questo tipo, e per evitare che ciò avvenga, il sistema, in merito, è ben chiaro.
Nel dettaglio, la tassazione di donazioni e successioni tramite testamento è la stessa. C’è peraltro da dire che le tasse su donazioni e successioni prevedono una completa esenzione, se il valore dei beni lasciati ai figli, non oltrepassi una certa cifra.
Nello specifico, un milione di euro se si tratta di eredità in linea retta, 100 mila euro se si tratta di fratelli/sorelle. Altre tasse da corrispondere sono imposta di registro, catastale e ipotecaria e sono assolutamente le stesse, sia con donazione, sia con testamento.
Ora, se ci si chiede, invece, quale delle due modalità di successione convenga, è bene sapere che la donazione porta a un trasferimento immediato di un bene, la successione prevede che ciò occorra alla morte di colui che lascia il bene in eredità.
Il donante, peraltro, nel caso in cui abbia bisogno di un immobile per continuare a viverci, può scegliere di lasciare la nuda proprietà e mantenere l’usufrutto fino alla morte. La successione si può revocare, ma non la donazione.
Quando gli eredi sono più di uno, la successione porta ad avere quote non divise, a meno che il testatore non le scriva nel documento. Ciò vuol dire che sarà dura gestire un bene e dividerlo.
La comunione ereditaria prevede inoltre che se uno dei coeredi ha un debito, l’immobile sia pignorabile e vendibile all’asta. Il creditore, con l’incasso, liquiderà la quota dei comproprietari che non avevano debiti.
Il donatario, invece, non venderà facilmente il bene se non passano 10 anni dalla successione o 20 anni dalla donazione. Gli eredi, entro questo periodo, possono contestare la donazione se le loro quote non sono divise equamente.
Si può quindi aspettare che il donante muoia, e far siglare, agli eredi legittimari, un atto in cui si rinuncia a contestare come sono state suddivise eredità e donazioni. Oppure, revocare la donazione e far vendere l’immobile al donante, per poi indirizzare il prezzo al donatario.
Ergo, sarebbe la donazione la soluzione più comoda e rapida, rispetto al testamento.