Come funziona il pagamento della TARI su cespiti C2 in comunione, la risposta è sorprendente. Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di chiarezza in merito alla questione.
La TARI, ovvero la Tassa sui rifiuti prevista dal nostro ordinamento rappresenta il tributo che i cittadini sono tenuti a pagare per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Essa deve essere versata da chiunque detenga locali o aree scoperte idonee a produrre rifiuti. Inoltre, la tassa sui rifiuti (TARI) è stata introdotta nel 2014 andando a sostituire la TARSU.
Tuttavia, il funzionamento della Tassa sui rifiuti può variare in funzione dell’immobile detenuto. Infatti, in alcuni casi è anche complesso comprendere quando va pagata e su cosa. Alcuni contribuenti hanno riscontrato particolari problemi in particolare su pertinenze e garage, ovvero, i beni in comunione classificati C2. Scopriamo insieme cosa accade in questi casi e facciamo un po’ di chiarezza sulla questione.
Il funzionamento della TARI, talvolta, ha bisogno di delucidazioni da parte di esperti soprattutto in merito ai cespiti in comunione. E’ questo il caso di un contribuente che si è rivolto agli esperti di PMI.it per ricevere chiarimenti in merito. Il contribuente, infatti, ha spiegato la sua situazione: egli, risulta proprietario di tre porzioni di un immobile ognuna di esse dotata di proprio numero civico. Tuttavia, lo stesso contribuente precisa che egli non è residente nell’immobile.
Inoltre, il contribuente ha spiegato che il Comune in cui vi è l’immobile ha calcolato la TARI considerando i tre cespiti con singola utenza e sommando la quota variabile di ciascuno di essi alla componente familiare. Il dubbio del contribuente è quello di conoscere se tale modalità sia corretta oppure no ed ottenere, quindi, dei chiarimenti in merito. Scopriamo insieme cosa hanno risposto gli esperti.
Gli esperti di PMI.it hanno risposto al contribuente in merito ai numerosi dubbi sorti. Infatti, proprio gli esperti hanno specificato che la quota variabile della TARI può essere applicata una sola volta: non si potrà sommare quella sull’abitazione e quella sulle pertinenze. Inoltre, gli esperti hanno specificato che se il Comune ha inserito, oltre alla quota fissa calcolata sul garage anche quella variabile già applicata sulla casa c’è un errore da aggiustare.
Infine, gli esperti hanno anche precisato che qualora il Comune avesse provveduto a calcolare il giusto coefficiente per ogni nucleo familiare sommandolo per i metri quadri dell’abitazione ma sommandolo una sola volta per la quota variabile: il calcolo risulta corretto.
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