Quando si sente parlare di tapering il primo interrogativo oltre al suo significato è l’effetto che esso può avere nel concreto sull’economia.
L’Italia dipende dalle scelte e dai risvolti della politica monetaria della BCE. È in questo contesto che il tapering ha il suo effetto indiretto sull’economia.
In parole semplici il termine tapering indica una riduzione delle misure straordinarie di politica monetaria messe in atto dalle banche centrali. Il tapering si attua a compimento di un ciclo monetario espansivo, quando gli aiuti in termini di acquisti di asset da parte della banca centrale non sono più necessari questi vengono ridotti; ecco che inizia il tapering.
Nel caso dell’eurozona il tapering è portato avanti dalla BCE. L’istituto a partire da marzo ha avviato la manovra terminando gli acquisti netti di bond gestiti con il PEPP e tagliando a 20 miliardi di euro gli acquisti. Il tapering, quindi, riduce il ritmo degli acquisti di titoli, è l’aspetto opposto del quantitative easing.
Il termine tapering non deve essere confuso con il “tightening”, la parola inglese che indica un restringimento delle condizioni di politica monetaria. I due termini non si escludono a vicenda perché indicano entrambi una fase di politica monetaria restrittiva, agendo tuttavia su due aspetti differenti.
Il tightening è principalmente rivolto principalmente alla gestione del tasso di interesse e delle aspettative degli investitori sul percorso futuro dei tassi.
In campo finanziario, il termine tapering è stato utilizzato per la prima volta durante il quantitative easing della Federal Reserve. Il programma ha coinvolto l’acquisto di titoli su larga scala per portare gli Stati Uniti fuori dalla grande recessione. Nella pratica in risposta alla crisi finanziaria del 2008, la Federal Reserve ha cominciato ad acquistare obbligazioni e asset con lunghe scadenze abbassando i tassi di interesse a lungo termine. L’obbiettivo era quello di aumentare i prestiti incentivando la spesa e gli investimenti. Quando inflazione e disoccupazione, si sono confermate favorevoli intorno al 2013 è iniziata la fase di tapering che si è concluso a ottobre 2014.
Da qui si possono dedurre anche gli effetti economici della manovra; riduzione della liquidità circolante, aumento dei rendimenti obbligazionari, contrazione del mercato azionario e minori investimenti da parte delle aziende. Con questa manovra si tende a influire anche sull’inflazione che si abbassa a causa del rallentamento dell’economia.
Come sappiamo, le banche centrali possono utilizzare una serie di politiche per migliorare la crescita ma devono bilanciarne gli effetti con il giusto tempismo. Questo è il motivo per cui le banche centrali in genere impiegano il tapering in modo graduale evitando un brusco arresto degli stimoli monetari.
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