La multinazionale di servizi finanziari JP Morgan aveva sostenuto entusiasticamente la Superlega. Adesso se pente, ecco perché.
«Non abbiamo considerato come questa operazione sarebbe stata percepita dal mondo del calcio». Una clamorosa ammissione di colpa, quella delle rinomata JP Morgan a proposito dell’errore di fondo nella valutazione della Superlega.
“Lo squalo di Wall Street”, la più grande banca al mondo con una capitalizzazione di mercato di oltre 420 miliardi di dollari, una vera e propria istituzione nel mondo economico-finanziario. Solo di rado JP Morgan è stata costretta a rivedere le proprie prese di posizione.
Eppure, eccoci qui. Il Calcio è davvero uno sport che spariglia ogni previsione, anche da un punto di vista azionario.
JP Morgan aveva inizialmente preso parte entusiasticamente al progetto Superlega. Parliamo, come è noto, della competizione europea voluta dai club finanziariamente più importanti del continente anche e soprattutto per sostenere i propri bilanci. La multinazionale finanziaria si era spinta a garantire il finanziamento del torneo d’élite in prima persona, con un prestito di addirittura 3,5 miliardi di euro.
La considerevole cifra garantita da JP Morgan avrebbe costituito l’architrave sulla quale realizzare ambiziosi progetti infrastrutturali e supportare le perdite accorse a causa della pandemia Covid-19. Secondo il Financial Times, il prestito della banca sarebbe stato particolarmente conveniente: a lungo termine (si parla addirittura 23 anni) e con un tasso agevolato del 3% circa.
Ma sappiamo come è andata a finire: la creatura di Andrea Agnelli e Florentino Perez è nata morta. Dopo 48 ore di polemiche aspre, tra accuse di elitismo e di anti-sportività, tutti i club inglesi coinvolti si erano già sfilati. L’iniziativa, inevitabilmente, è stata dunque accantonata.
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Nella sua analisi finanziaria, JP Morgan ha omesso uno degli elementi fondamentali dai quali non si può prescindere quando si esamina uno scenario sportivo, e non solo: il sentiment dei consumatori diretti del “prodotto” in questione. «Impareremo da tutto ciò», ha riconosciuto la grande banca d’affari. É proprio vero, le lezioni non finiscono mai, anche se fai parte dei Big 4 della finanza internazionale.
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