Il Superbonus 110% è, senza dubbio, il bonus di edilizio più importante sia per la sua portata economica sia per l’effetto sulla ricchezza delle famiglie rappresentata dagli immobili.
L’aumento del 20% dei costi da sostenere per effettuare i lavori di ristrutturazione non è giustificato dal semplice aumento dei prezzi dei materiali edili.
Il decreto ministeriale del 11 novembre 2021 ha confermato l’aumento dei costi dei materiali edilizi di circa 8% e fanno riferimento ai singoli materiali da costruzione più significativi. Tuttavia, la causa principale è legata alla presenza di crediti fiscali che avrebbero provocato un incremento speculativo dei preventivi.
Il blocco dei crediti continua; le imprese contattano le banche per il rischio di fallimento. La nota negativa arriva da ENEA che ha certificato che al 31 maggio, su circa 33,3 miliardi di investimenti ammessi, risultavano incentivi prenotati in esubero per 400 milioni.
Il rischio è ritrovarsi cantieri fermi e oneri che pesano sui privati che li dovrebbero finanziare senza nessuna agevolazione. Al momento rimangono bloccati crediti per oltre 5 miliardi di euro. Questo significa che non vi sarebbero più fondi a disposizione, non solo per chi volesse attivare i lavori, ma anche per chi ha già un cantiere aperto.
Il blocco della cessione dei crediti ha conseguenze per le famiglie ma soprattutto per i lavoratori del settore. Il problema evidenzia l’assenza di un piano di lungo termine per porre in atto una strategia per il risparmio energetico sul patrimonio immobiliare. Questo rende oggi impossibile la rigenerazione urbana necessaria per gli standard minimi previsti dalle raccomandazioni Ue. Questo non comporterà soltanto una ricaduta economica sul breve termine ma anche sociale di medio lungo periodo.
Al momento nonostante i fondi per finanziare la misura siano esauriti, è ancora possibile fare domanda per il bonus fino al 30 giugno 2022. Prorogati al 31 dicembre gli interventi che riguardano edifici monofamiliari. Questi entro il mese di settembre, dovranno però risultare completati almeno al 30%. Sembra quindi trapelare la volontà di rifinanziare la misura o diversamente si tratta di una contraddizione che attende di essere risolta. A partire dal 1° luglio 2022 i crediti per i consumatori finali verranno svalutati; il rimborso sarà decurtato di circa il 10%.
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