Superbonus 110% sempre più in crisi: le banche non si fidano della cessione crediti

Il mercato dei crediti edilizi e il meccanismo del Superbonus non stanno passando un momento positivo, anche e soprattutto per il comportamento molto prudente delle banche. I motivi.

Il Superbonus 110% non smette di far parlare di sé e questa volta il riferimento è una vicenda oggetto di esame da parte del Tribunale di Milano.

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Si tratta di un caso pratico interessante perché durante il procedimento è emerso che una banca ha acquistato crediti facenti parte del meccanismo della maxi agevolazione –  ma con la caratteristica di essere questi poi divenuti oggetto di sequestro penale.

In estrema sintesi, un altro delicatissimo caso di frode fiscale, vale a dire un danno arrecato allo Stato – e in particolare alle sue finanze pubbliche – derivante da una condotta tesa ad aggirare norme come quelle sul Superbonus. Ma in verità in questi mesi i casi di cronaca hanno fatto emergere un quadro in cui abusi e irregolarità non state affatto una rarità.

Grazie all’attività del Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), che ha sfruttato al massimo l’uso delle banche-dati in utilizzo al Corpo, anche in coordinamento con l’Agenzia delle Entrate, è stato possibile giungere a sequestrare circa sette milioni di euro in crediti d’imposta correlati a lavori edili agevolati e dei quali non a caso non è stata rinvenuta alcuna traccia. Nessun dubbio a riguardo: una questione complessa e che ha tirato in ballo un istituto bancario.

Ecco perché oggi molti istituti hanno un atteggiamento a dir poco cauto e guardingo con riferimento al Superbonus, ma il rischio è quello di un blocco a tempo indeterminato del mercato dei crediti edilizi. I dettagli.

Superbonus in stallo: le banche sospendono le operazioni di cessione dei crediti da maxi agevolazione

Casi simili a quello appena citato hanno caratterizzato in questi mesi le dinamiche del Superbonus, tanto da costituire un vero campanello d’allarme per le banche. Non ci si può allora sorprendere se siamo innanzi ad un mercato dei crediti edilizi in fase di stallo o blocco: gli istituti di credito tendono infatti a sospendere le operazioni di cessione dei crediti da Superbonus, tra burocrazia, limitazioni, rischi e giustificate cautele.

Insomma, il mercato dei crediti fiscali legati alle agevolazioni per lavori edilizi non sta passando un momento positivo e ciò nonostante l’estensione del bacino dei destinatari della cessione ai correntisti. Infatti le nuove norme aprono ai titolari di partita Iva, ma ciò pare non bastare.

In altre parole non c’è fiducia verso il sistema, in cui il Superbonus rappresenta la punta dell’iceberg. E peraltro lo stesso scoglio della responsabilità solidale in tema di cessione dei crediti non rassicura affatto gli istituti di credito. Proprio questi ultimi, nel pieno rispetto delle linee guida ABI sulle procedure di diligenza, sono ora tenuti alle verifiche a tappeto sugli iter già avviati, con sospensione contestuale delle nuove acquisizioni. A ben vedere, la preoccupazione è più che fondata.

Il perché del comportamento delle banche in materia di Superbonus

Se ci si domanda delle ragioni dell’atteggiamento a dir poco guardingo delle banche, la risposta più precisa sta nelle norme di legge. Infatti, i cessionari rispondono esclusivamente per l’eventuale uso irregolare o in misura superiore del bonus fiscale a patto che non vi sia concorso nella irregolarità, tuttavia il quadro è in parte cambiato dopo la Circolare 23/E dell’Agenzia delle Entrate.

Infatti nel provvedimento compare la possibilità della responsabilità solidale per gli istituti di credito laddove questi ultimi non abbiano compiuto tutte le dovute verifiche preventive per impedire frodi con il Superbonus, ai danni dello Stato. Ci riferiamo ai casi dei lavori non terminati o addirittura mai iniziati e dunque inesistenti.

In termini pratici, le banche ora vanno con i piedi di piombo, tanto più che la responsabilità in circostanze di illeciti è oggetto di verifica caso per caso. Insomma i pericoli per le banche non mancano: tra norme non sempre di agevole interpretazione e rischi di irregolarità ad ogni frangente, la situazione giustifica molta prudenza da parte degli operatori. Senza contare che le banche sono anche impegnate a smaltire fiscalmente tutte le pratiche accumulate nel 2021.

Ecco allora spiegato lo stallo del Superbonus e delle agevolazioni edilizie in generale. Anzi, nonostante l’aggiornamento messo in campo per quanto riguarda l’acquisto dei crediti edilizi, per ora gran parte delle banche ha scelto di sospendere le operazioni di cessione dei crediti derivanti da Superbonus.

Porta sbarrata al Superbonus per privati, imprese e condomini

Quanto appena riportato è di fatto lo scenario al quale si trovano innanzi privati, condomìni e imprese che pur si stanno rivolgendo alle banche, nella speranza di trovare aperta una opzione di cessione del credito. Il punto è che mancando il necessario raccordo con l’istituto di credito, non ha alcun senso provare a cominciare i lavori edili in quanto nessun fornitore o ditta di costruzioni deciderebbe di issare le impalcature e i ponteggi, senza la sicurezza di conseguire liquidità grazie alla cessione in oggetto.

Concludendo, sul Superbonus non c’è ottimismo neanche per il futuro, con una crisi economica che pesa sempre più e problematiche così gravi come il rincaro delle bollette e dei beni di prima necessità, da far diventare il Superbonus quasi una misura sorpassata. Mentre i controlli fiscali imperversano su tutte le cessioni già avviate, al fine di fare cassa sulle truffe e frodi in corso di svolgimento. Ecco insomma spiegato il perché del comportamento delle banche e la difficoltà sempre maggiore di far partire nuovi cantieri.

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