Il Governo ha confermato la proroga del Superbonus 110% fino al 2023, ma le criticità sull’aumento dei costi e i tempi di consegna restano.
Il Superbonus 110% permette di effettuare interventi di miglioramento energetico a costo zero e non solo. Purtroppo, si tratta di una misura complicata e formata da decine di pratiche burocratiche, che hanno scoraggiato i contribuenti. Infatti, molti hanno preferito rinunciare alla super detrazione piuttosto che affrontare la massiccia documentazione da presentare. Da notare che da quando il Superbonus 110% è stato introdotto, l’Agenzia delle Entrate e il Governo attraverso decreti, ha provveduto a semplificazioni e chiarimenti normativi. Però la proroga fino al 2023, permetterà ai tanti contribuenti scoraggiati dai tempi e dalla burocrazia di poter rifare la casa a totale carico dello Stato.
I due anni in più hanno permesso ai contribuenti di tirare un sospiro di sollievo e di poter prendere in considerazione la super detrazione per rifare l’immobile apportando miglioramenti energetici. Però, la proroga ha reso meno entusiasti alcune imprese edili che continuano a non voler eseguire lavori con le agevolazioni fiscali. Il problema evidenziato dalle imprese, riguarda i costi e i continui aumenti della materia prima. Infatti, chi riceve l’appalto, si trova in difficoltà dall’aumento esorbitante delle materie prime (legno, polistirolo per gli interventi di cappotto termico, eccetera).
Quindi, da quanto evidenziano gli addetti ai lavori il guadagno è minimo e a volte può anche esserci una perdita. Da considerare la pressione burocratica legata a questa tipologia di interventi. Ed è per questo che molti hanno deciso di abbandonare questa strada e dedicarsi ad altri appalti per mantenere l’impresa e i lavoratori.
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Anche se la proroga del Superbonus 110% è stata accolta positivamente da tutti gli esponenti politici, compresa Confedilizia, la quale precisa che le criticità non sono risolte. Infatti, la maggioranza consapevole degli effetti negativi dell’aumento della materia prima, propone di ascoltare anche gli addetti ai lavori.
In effetti, gli addetti ai lavori temono che la proroga da un lato agevoli il contribuente che sarà invogliato a prendere in considerazione il Superbonus, dall’altra il prolungamento di altri due anni potrebbe creare un ulteriore aumento di circa il 30% del costo dei materiali e un allungamento dei tempi di consegna. Secondo alcuni esponenti politici, a pagare il prezzo di questa cattiva gestione saranno sempre ancora una volta le famiglie.
Un’altra nota dolente riguarda la questione permessi e asseverazione, un meccanismo che non solo ha scoraggiato i contribuenti, ma ha scoraggiato i professionisti che hanno chiesto più volte una semplificazione nella procedura. Superbonus 110%, occhio alla fregatura: il Fisco non perdona
Ricordiamo che per acceder al Superbonus 110% le condizioni non sono mutate, almeno per gli interventi trinanti. Ecco un elenco sintetico dei lavori che danno diritto alla super detrazione:
a) isolamento termico (cappotto);
b) sostituzione e installazione di impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni;
c) sostituzione e installazione di impianti di climatizzazione sulle unità immobiliari su edifici unifamiliari o plurifamiliari;
d) interventi sismici in zone ad alto rischio.
Inoltre, congiuntamente a questi lavori si possono eseguire altri interventi sempre volti ad un maggiore efficientamento energetico “trainati” per i quali è possibile fruire della stessa detrazione al 110%. Ad esempio: schermature solari, sostituzione infissi, pannelli fotovoltaici e colonnine di ricarica elettrica.
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