Bollo auto, nessuna sorpresa, una delle tasse spesso mal sopportate dagli italiani ma che vuoi o non vuoi bisogna pagare.
Il bollo auto lo conosciamo tutti. Impegno annuale che per molti è definito un abuso, per altri invece è proprio per niente considerato, considerato il numero di cartelle esattoriali di cui spesso è protagonista. Pochi quindi quelli che regolarmente pagano il bollo auto, senza troppi problemi. Ciò che non tutti sanno, invece è che non esiste soltanto il bollo auto, ma anche il superbollo e quindi bisogna andare a capire la differenza tra le due tasse, chi è tenuto a pagarlo e soprattutto come effettuare il pagamento.
Iniziamo con il dire che il bollo auto è una tassa prettamente regionale, cosa che non possiamo dire del superbollo che si definisce come una sorta di importo aggiuntivo che arriva direttamente nelle casse dello Stato, nulla a che vedere, insomma, con l’ente regionale. La tassa in questione deve essere pagata soltanto dai possessori di alcuni veicoli, quindi il primo sospiro di sollievo riguarda il fatto che non tutti siamo tenuti a pagare questa ennesima tassa, in un momento già tanto delicato per il paese.
Superbollo, ecco a quanto ammonta la tassa ed in quale periodo dell’anno deve essere pagata
Il superbollo, definito anche addizionale erariale al bollo auto, per quanto riguarda i possessori di autovetture e autoveicoli considerati per il trasporto promiscuo di persone e cose, con una potenza superiore ad una particolare soglia, ammonta circa 20 euro per ogni chilowatt di potenza superiore ai 185kw. Ridotto in ogni caso in base ai seguenti parametri:
- 60% dopo cinque anni dalla data di costruzione del veicolo
- 30%, dopo dieci dalla data di costruzione del veicolo
- 15%, dopo 15 anni dalla data di costruzione del veicolo.
Il bollo decade al ventesimo anno dalla costruzione del veicolo.
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Come pagare
Il superbollo presenterà la stessa scadenza del bollo vero e proprio. Per effettuare il pagamento bisognerà provvedere a un versamento con il Modello F24 elementi identificativi (ELIDE), utilizzando i seguenti codici tributo:
- 3364 – Addizionale erariale alla tassa automobilistica
- 3365 – Addizionale erariale alla tassa automobilistica – Sanzione
- 3366 – Addizionale erariale alla tassa automobilistica – Interessi
Tutto molto semplice, insomma. Resta da verificare la volontà del cittadino a versare anche quest’altra imposta. La realtà, purtroppo sa raccontarci troppo spesso di simili vicende.