I tre nemici che fanno errare i calcoli dei trader: siamo umani e possiamo sbagliare, ma conoscendo in anticipo i possibili errori siamo avvantaggiati
Nel mondo del trading prendere decisioni razionali è fondamentale per ottenere risultati soddisfacenti. Tuttavia, c’è sempre da considerare la componente umana che poi è quella che fa riferimento alla sfera emotiva e sentimentale che fa perdere il controllo, a volte, anche ai più esperti. In un linguaggio più tecnico vengono chiamati bias, ovvero egli errori di calcolo del nostro cervello che sovrastima o sottostima alcune variabili per via dell’influenza emotiva. I bias sono difficili da controllare perché hanno una matrice legata all’emozione.
Quando si ha paura di perdere, per esempio, si potrebbero fare scelte azzardate perché troppo frettolose, o ancora, quando si è felici si potrebbero sovrastimare segnali positivi perché influenzati da quell’emozione pacifica. In economia i bias sono studiati non solo per gli investitori in borsa, ma anche per la pubblicità, per la comunicazione dei brand: tutto il mondo marketing cerca di agganciarsi ai bias perché nel mondo economico la ‘debolezza’ del cliente è un punto di forza per la comunicazione del marchio.
Per quanto riguarda gli investimenti, anche i trader più esperti possono cadere vittime di errori cognitivi che compromettono le loro performance: nessuno ne esula i danni, sia ben chiaro, anche gli studiosi di economia possono commettere errori dovuti a bias, anche una volta studiati a memoria.
Tra questi, spiccano tre bias comportamentali particolarmente insidiosi: la Sunk cost fallacy (fallacia dei costi sommersi), l’Availability heuristic (euristica della disponibilità) e l’Anchoring bias (ancoraggio). Questi fenomeni, radicati nella psicologia umana, influenzano il modo in cui valutiamo i rischi, elaboriamo le informazioni e reagiamo ai cambiamenti del mercato.
I 3 principali bias che possono indurre in errore i trader
- Sunk Cost Fallacy (Fallacia dei costi sommersi)
La fallacia dei costi sommersi porta i trader a continuare a investire in una strategia o in un asset perdente solo perché hanno già dedicato molte risorse, sia economiche che emotive ad essa. Questo approccio è alimentato dalla paura di “sprecare” quanto già investito. Il giusto comportamento è valutare ogni investimento sulle prospettive future, non sui costi sostenuti.
- Availability Heuristic (Euristica della disponibilità)
Questo bias si verifica quando i trader basano le loro decisioni su informazioni facilmente reperibili o recenti, spesso ascoltando i ‘guru’ sui social. La mente umana tende a sovrastimare l’importanza di ciò che è immediatamente disponibile, anche quando non è statisticamente rilevante. Per esempio notizia sensazionalistica su un’azienda che sta facendo faville: il trader decide di investire molto, ma magari trascura il recente storico negativo dell’azienda. Per investire bisogna far riferimento a dati statistici e analisi di mercato approfondite.
- Anchoring Bias (Ancoraggio)
L’ancoraggio è invece un fenomeno che porta i trader a basarsi su un punto di riferimento iniziale, come il prezzo di acquisto di un titolo, per prendere decisioni successive. Questo bias limita la capacità di adattarsi a nuove informazioni, è una soluzione stagnante. Ad esempio, se ha comprato azioni a 80 euro e ora valgono 60 euro, potrebbe continuare a tenerle aspettando che tornino al prezzo iniziale, anche se in realtà ci sono titoli più promettenti disponibili. Per non rimanere bloccato su un singolo asset resta sempre importante diversificare gli investimenti.
Ricordare questi errori cognitivi dettati dalla nostra emotività può aiutare a liberarsi dai pregiudizi nel campo degli investimenti finanziari.