La stretta sui tassi BCE ha prodotto diversi effetti, innanzitutto sui titoli di Stato. Ma anche le rate di mutui e prestiti hanno subito un rincaro.
La situazione economica in atto renderà il costo del mutuo per acquistare una casa molto più caro. Coloro che hanno già stipulato un contratto di mutuo hanno avuto molta fortuna, soprattutto coloro che hanno scelto il tasso fisso.
Attualmente a parità di condizioni il mutuo non è più a buon mercato. Va detto che già nei mesi precedenti, in attesa dei rialzi che erano stati previsti, risultava impossibile trovare proposte al di sotto del 2%.
Stretta sui tassi BCE: cosa succede ai mutui
Attualmente i nuovi mutui a tasso fisso e tutti i contratti a tasso variabile dovranno adeguarsi al nuovo costo del denaro.
Per il tasso variabile bisogna fare riferimento al tasso Euribor, che si aggira intorno a -0,3%. Pur trattandosi di un tasso di mercato, questo parametro in realtà rispecchia perfettamente il costo ufficiale del denaro indicato da BCE.
Infatti, l’Irs, ovvero lo strumento fornito alle banche per tutelarsi quando viene acceso un mutuo a tasso fisso, è molto sensibile alle aspettative di rialzo previste negli scorsi mesi.
Tale tasso ha dunque scontato una buona parte di strette BCE. Per questo motivo, rispetto allo 0,35% dell’Irs a 10 anni di gennaio 2022, ora siamo a 2,08%.
L’impennata è stata vertiginosa, ma non è detto che abbia terminato il suo corso. Secondo gli analisti, infatti, è possibile che avverrà un nuovo rialzo in relazione a quello ufficiale della BCE.
Come arginare il problema dell’impennata dei tassi
All’inizio del 2022, la maggior parte dei richiedenti mutuo era orientato al tasso fisso. Oggi invece 1 finanziamento su 4, per l’acquisto di una casa, è acceso a tasso variabile.
Dunque i rischi relativi all’inflazione e l’impennata dei tassi per mutui e prestiti ha portato ad un cambio di rotta.
Di fatto le persone che hanno intenzione di acquistare una casa accendendo un mutuo sono chiamati a scegliere tra un tasso fisso al 2% o un tasso variabile dello 0,50%.
Il rischio relativo al tasso variabile è quello di subire l’influenza delle scelte della BCE. Di fatto la Banca Centrale Europea ha il compito di regolare il flusso di denaro che circola nella zona Euro.
La sua funzione viene eseguita aumentando o abbassando i tassi di interesse, in base ad alcuni obiettivi economici. Tra questi ci sono la crescita economica, l’inflazione e la stabilità finanziaria.
L’andamento dei tassi tiene conto della crescita economica della zona Euro. Pertanto, la BCE aumenta i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione, quando la crescita economica è elevata.
Se, invece, lo sviluppo economico rallenta, anche i tassi diminuiscono.