Tempo di rientro al lavoro. Ufficio e notevoli incombenze e attività da avviare o arretrate possono causare enorme stress. Una ragionata strategia e una buona organizzazione potrebbero aiutare.
Vi presentiamo i migliori consigli per gestire al meglio il rientro al lavoro e la sua gestione.
Come si diceva, il rientro in ufficio e le sue incombenze sono una porta aperta sul cosiddetto burnout. Una ricerca dell’American Psychological Association, rivela otto metodi di cui avvalersi per non arrendersi alle conseguenze del super lavoro
Mansioni sospese, nuove attività da avviare, coperture di colleghi ancora in vacanza. Il rientro in ufficio può significare stress garantito.
Non è del resto un caso se il 49% degli italiani segnala tra i fondamenti (e le richieste) indispensabili della propria occupazione una più intensa stabilità personale, standard inferiori di stress e più ore da riservare a sé stessi. Un quadro venuto fuori come emerso dall’inchiesta della Fondazione studi consulenti del lavoro chiamata Italiani e lavoro nell’anno della transizione, portata avanti in partecipazione con SWG.
Una proposta, in tal senso, ci giunge dall’APA, l’American Psychological Association, che ha redatto una stringa di tecniche psicologiche che supportano nella prevenzione delle conseguenze negative dovute a elevate quantità di lavoro.
Vi presentiamo allora la lista in questione. Adottale per un lavoro svolto in maniera sana e redditizia.
Innanzitutto sarebbe necessario comprendere la quantità di stress raggiunto e i suoi principali sintomi. Ognuno di noi ne manifesta di diversi: mancanza di concentrazione, tensione e irritabilità, emicrania, fiacchezza.
Per far fronte lo stress, come reagisce il nostro organismo e la nostra mente? Fumo, alcol, pigrizia? Ma non solo, anche l’emotività la dice lunga. A quanto arriva il livello di pazienza? Determinare quali siano le proprie reazioni quando si è fortemente stressati può risultare di estrema importanza per comprendere su quale «sintomo» mettersi a lavoro.
Ansia di dimenticare appuntamenti o attività importanti? Redigere un taccuino o un’agenda di pensieri, mansioni, attività, evidenziando le priorità, potrebbe rappresentare una valida alternativa. Sarà ridotto il rischio di dimenticare le cose da fare, ma sarà anche un’occasione per dare il giusto valore ai propri compiti.
Concedersi un break, muoversi, respirare, un toccasana per disperdere il nervosismo raccolto nelle ore lavorative. Insomma, che non si disdegni il riposo, è vitale.
Il lavoro, sano è chiaro, può surrogare consuetudini malsane connesse allo stress, mangiare compulsivamente, fumare, bere alcolici. Dai spazio all’attività motoria, alla meditazione e alle relazioni con gli altri. Un piccolo cambiamento per volta può dare linfa all’intero processo.
Mangiare sano, dormire il necessario, bere tanta acqua, compiere attività fisica giornaliera. Sane abitudini da affiancare al lavoro. Occorre garantirsi una buona salute. Si consigliano yoga, lunghe camminate tanto, tanto sport. Aver cura della propria persona è fondamentale, la lettura, l’ascoltare musica, trascorrere del tempo con le persone care, una buona cena.
La tecnologia è un valido supporto per il raggiungimento di incredibili standard di produttività. Ciò nondimeno potrebbe anche permettere al lavoro di introdursi negli ambienti familiari e influendo negativamente sulla vita privata di lavoratore e suoi familiari. Ed è per questo che occorrono norme, segnando il confine tra sfera privata e lavorativa. Spegni il cellulare, metti da parte il pc. La tecnologia è un mezzo a tuo servizio, non viceversa.
Contro le fatiche del lavoro , lo stress e il burnout, essenziale è il supporto di amici e familiari. I suggerimenti di chi ci accompagna quotidianamente nella vita e ci conosce meglio di chiunque altro possono rivelarsi quanto mai preziosi. E se non dovesse bastare, considera il supporto di una terapia di uno psicoterapeuta competente nelle problematiche in questione.
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