Stop all’assegno di mantenimento per i figli maggiorenni: come funziona la normativa aggiornata

Stravolgimenti in vista per i figli maggiorenni, lo stop all’assegno di mantenimento è un duro colpo, la normativa non piace per niente.

Ci sono dei casi in cui l’assegno di mantenimento è una garanzia economica per alcune famiglie in difficoltà. Sapere che questa conveniente misura subisce uno stop per i figli maggiorenni, non fa assolutamente piacere, ma la decisione presa ha le sue motivazioni. Subentreranno altri aiuti? Oppure per questa categoria sociale non si predispone nulla a favore? Scoppia il caos, le finanze familiari incassano la battuta, e la Cassazione conferma la sua decisione: niente più sostegni, ma una punizione da ricordare!

Perché lo stop ai figli maggiorenni non percepiscono più l'assegno di mantenimento
Figli e vantaggi, come la normativa mette in discussione il cassetto di risparmio familiare (@Canva)- Trading.it

La situazione sembra proprio essere destinata a creare un po’ di confusione. La novità riguarda tutte quelle famiglie i cui figli maggiorenni, in età quindi “da lavoro”, non possono più percepire l’assegno di mantenimento. Il punto è che se questi lo avevano, probabilmente era perché di motivazione ce n’erano eccome. In primis, lo stato di disoccupazione, è uno dei tassi più preoccupanti al momento. Sono sempre più i giovani che non riescono a stabilizzarsi lavorativamente parlando.

Ancora una volta a rimetterci sono i giovani, davanti uno “stop” del genere continuano a sentirsi un peso, e la frustrazione li assale. Sapere di non poter contribuire alle finanze familiari, non avere un futuro prospero e solido, e la mancanza di possibilità lavorative, sono problemi che affliggono il sistema. Ma c’è di più.

Se si trattasse di un giovane 30enne, laureato, e con tutti i titoli per avere un’occupazione fissa, ma che di fatto non ha, il “provvedimento-punizione” vale lo stesso come se si trattasse di uno scansafatiche che non ha mai fatto nulla? È bene trattare un caso specifico per comprendere, poiché così si direbbe di essere davanti un’ingiustizia vera e propria.

Mobilitazioni allo stop all’assegno di mantenimento per i figli maggiorenni

Quanti sono i giovani trentenni o poco più, che hanno tutta la buona volontà del mondo, ma che non riescono ad inserirsi efficacemente nel mondo del lavoro? Per loro la sfida è ardua, poiché sono preparati nella conoscenza, ma è l’esperienza che manca. Di conseguenza, sono poco appetibili. Non capita a tutti indistintamente, ma è anche vero che la maggior parte si ritrova in un contesto che poco li motiva, soddisfa, e li incita a dare il massimo. Stop assegno di mantenimento per i figli maggiorenni. Lo ha deciso la Cassazione davanti al caso di un ricorso inaspettato.

I figli maggiorenni non percepiscono più l'assegno di mantenimento conseguenze dello stop
Figli e vantaggi, come la normativa mette in discussione il cassetto di risparmio familiare (@Canva)- Trading.it

Nel caso di figli di divorziati, il genitore che deve versare l’assegno di mantenimento, non può decidere di proprio pugno di smettere quando darlo. Specie se si trattasse di un figlio maggiorenne. Ma la possibilità che questo venga meno, è una realtà a tutti gli effetti, poiché davanti un ricorso, il giudice può decidere se revocare o meno il contributo. Quindi, qualora si trattasse di un ragazzo appena 30enne, senza lavoro, ma laureato e preparato, può perdere l’assegno?

La risposta è sì. La cessazione non è automatica al compimento della maggiore età, ma senza ombra di dubbio l’età rappresenta il momento propizio in cui si può presentare il ricorso al tribunale di competenza. Questo perché un minore o un diversamente abile che non hanno le risorse e possibilità di sostentarsi autonomamente. Hanno tutto il diritto di percepirlo. Non può dirsi lo stesso per il giovane, seppur preparato e con tutta la volontà del mondo, ma in un perenne stato di disoccupazione. Lo può perdere eccome.

La ratio della decisione della Corte di Cassazione è il principio di autoresponsabilità, il quale sancisce che una persona adulta deve provvedere a sé stessa, senza l’aiuto dei genitori. Quindi, dire di no alle occasioni di lavoro, seppur “non coerenti” con i propri programmi di studio, è una condizione che lede questo valore, e di conseguenza può far perdere l’assegno di mantenimento.

Ovviamente, qualora si trattasse di un giovane che “pesa sui genitori” non studiando a modo, posticipando sempre gli esami, evitando qualsiasi opportunità anche di stage e di corsi di formazione, oppure non si iscrive ad alcun centro dell’impiego e non manda curriculum per trovare un lavoro, sono tutte dimostrazioni di inerzia che non fanno meritare il sussidio.

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