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Economia e Finanza

Stipendio: assurdo, in questo caso c’è la trattenuta dell’intera cifra

L’Agenzia delle Entrate può prelevare l’intero stipendio di un lavoratore dipendente, come trattenuta IRPEF da 730? La risposta è inaspettata.  

Un lavoratore dipendente può ricevere un cedolino paga nel quale le trattenute IRPEF ammontano all’intera cifra dello stipendio.

Foto Canva

La situazione appena descritta è, purtroppo, possibile. Accade quando non si sceglie di rateizzare l’imposta a conguaglio da 730; il dipendente, infatti, gode della possibilità di dilazionarlo fino ad un massimo di 5 rate. Se, dunque, il lavoratore non esplicita la volontà di pagare il conguaglio in varie quote, la somma da versare è ritenuta completamente su un unico cedolino paga.

Vediamo perché questo è possibile e quali sono le trattenute che interessano uno stipendio da lavoratore dipendente.

Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Trattenute su pensioni e TFR: incredibile quello che può fare l’INPS“.

Stipendio: come pagare il conguaglio a rate

Se le trattenute in busta paga vengono effettuate dal datore di lavoro, è fondamentale comunicarlo allo stesso sostituto d’imposta. Bisogna, inoltre, specificarlo nella Dichiarazione dei Redditi, all’interno del Quadro F – Sezione V del 730 (Misura degli acconti e rateazione del saldo), compilando, al Rigo F6, la Colonna 7 (precisando il numero delle rate).

Si tratta di passaggi importantissimi, perché se non si rispettano, si perde il diritto del conguaglio a rate e, dunque, la somma viene ritenuta completamente su una sola busta paga.

Il pagamento a rate per il prossimo anno, inoltre, prevede  una maggiorazione dello 0,33% per la prima quota e dello 0,40% per quelle successive.

Potrebbe interessarti anche: “Tasse sulla pensione: quando l’IRPEF non è dovuta?

Quali sono le principali trattenute in busta paga?

Esiste un’enorme differenza tra lo stipendio lordo e quello netto di un lavoratore dipendente. Per scoprire l’importo lordo di una retribuzione, bisogna conoscere lo stipendio base, cioè quello indicato dal contratto collettivo, a cui si possono sommare o sottrarre alcune voci, decise dal datore di lavoro. Tra gli elementi variabili, ad esempio, ci sono gli straordinari, le festività, le ore di sciopero.

Sullo stipendio lordo si calcolano tutte le trattenute. Quelle principali riguardano:

  • contributi INPS;
  • trattenute IRPEF;
  • addizionali regionali e comunali;
  • assegni familiari;
  • detrazioni per figli a carico;
  • bonus fiscali;
  • detrazioni da lavoro dipendente.

Stipendio netto: come si calcola?

Nell’ipotesi specifica dei lavoratori dipendenti, l’aliquota per i contributi previdenziali ammonta al 9,19% della retribuzione lorda; per alcune tipologie di lavoratori, tuttavia, sono previste aliquote differenti. Le ritenute IRPEF, invece, variano dal 23% per i redditi fino a 15 mila euro al 43% per i redditi oltre i 75 mila euro. Per questo tipo di imposta, vige il criterio della ritenuta alla fonte e, quindi, l’importo è decurtato direttamente in busta paga. La cifra lorda, inoltre, può essere diminuita se ci sono detrazioni per lavoro dipendente, che variano in maniera inversamente proporzionale a seconda del reddito.

In base alle regole appena illustrate, si ottiene l’imponibile ai fini IRPEF, sul quale si applicano l’addizionale regionale (che va dallo 0,9% all’1,4%) e l’addizionale comunale. Infine, potrebbero esserci eventuali bonus fiscali.

In definitiva, prendendo in considerazione tutte le possibili trattenute sulla busta paga, per passare dallo stipendio lordo a quello netto del lavoratore dipendente, bisogna effettuare le seguenti operazioni:

  • individuare il reddito imponibile (sottraendo allo stipendio lordo i contributi INPS);
  • calcolare l’imposta (l’imposta lorda, cioè la somma tra IRPEF, addizionale comunale e addizionale regionale);
  • definire la retribuzione netta (sottrarre al reddito imponibile l’imposta netta e gli eventuali bonus fiscali).
Antonia Festa

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