Piano salva stipendi, ne ha parlato il Premier con taglio delle tasse in busta paga e non soltanto: i dettagli punto per punto
Tema di rilevanza, quello degli stipendi, con le parole del Presidente del Consiglio Draghi circa un piano che prevede taglio delle tasse, rinnovi contrattuali e salario minimo. I dettagli in merito.
C’è sempre grande attenzione sul tema stipendi, come giusto e comprensibile che sia, soprattutto in un periodo come quello che si sta vivendo dove le difficoltà di certo non mancano. Ecco che le parole del Premier Draghi, in conferenza stampa, acquisiscono ancor più importanza.
Ne parla nell’analisi Money.it, e proprio circa l’aspetto aumenti stipendi si legge che ciò potrebbe avvenire già a fine luglio. Il Presidente ne ha parlato, e ha chiarito che il “come”, è stato un tema già trattato con i sindacati CGIL, CISL e UIL, con cui vi è convergenza di intenzioni in merito a quello che viene definito quale “piano salva stipendi”.
L’attuale situazione comporta un nuovo patto sociale, anche perché se da un lato l’economia italiana appare essere in crescita e anche più di quanto ci si attendeva, non si possono non considerare d’altro canto i rischi causati dall’aumento rilevante dell’inflazione.
L’aumento dei costi finisce per erodere il potere d’acquisto delle famiglie, in particolar modo quelle a basso reddito. Dunque, per tale ragione occorre agire in difesa di pensioni e salti.
Stipendi, il piano: arrivano gli aumenti? Taglio delle tasse in busta paga
Sul tema stipendi vi è sempre grande attenzione con tanti e diversi aspetti da poter approfondire, ad esempio da quanto gli stipendi in Italia non aumentano, i motivi, le questioni tasse e l’inflazione,
Rispetto all’argomento in oggetto, Money.it riporta che il Premier ha chiarito che entro la fine di luglio arriverà un nuovo provvedimento, il quale non riguarderà soltanto interventi sui costi dell’energia, ma tutelerà anche il portafoglio delle famiglie, riconoscendo maggior liquidità per poter affrontare la perdita del potere d’acquisto.
Nell’arco di due settimane dovrebbe aver luogo un primo intervento, il quale sarà discusso in primo luogo con le forze sociali e poi in Consiglio dei Ministri. Stavolta si tratterebbe di interventi strutturali, i quali per lo più saranno finanziati dalla Legge di Bilancio 2023 e non misure estemporanee. Ciò visto che l’inflazione non riguarda un fenomeno estemporaneo ma che, ha spiegato il premier “durerà per abbastanza tempo”.
Circa il suddetto “piano salva stipendi”, tre le misure in oggetto, tra cui il taglio delle tasse in busta paga.
Si tratta del tanto discusso taglio del cuneo fiscale, quello su cui si è soffermato il Presidente Draghi, il cui relativo obiettivo è legato alla riduzione del carico fiscale, sin dai salari più bassi. L’intervento dovrà considerare gli “spazi che ci lascia la finanza pubblica”, andando ad evitare che la maggior liquidità vada poi a tradursi in ulteriore aumento dei tassi di interesse.
Un primo step potrebbe avvenire col decreto in arrivo a fine luglio. Ma il Presidente ha spiegato che probabilmente per ora ci si limiterà ad una misura che riguarderà solo il 2022. Per poi intervenire in modo strutturale con la legge di Bilancio del prossimo anno.
Rinnovo contratti collettivi e questione salario minimo: alcuni dettagli
Il Premier si è soffermato con forza sulla questione inerente i settori laddove la contrattazione collettiva risulta essere bloccata da tempo, chiarendo che “Non è accettabile avere contratti scaduti da tre anni, o persino nove in alcuni casi”. Vi sono stati importanti rinnovi, ma altri ancora non possono più attendere. Ed il Premier si è soffermato nello specifico su commercio e servizi, su tutti.
Si è alla ricerca di una soluzione al riguardo al fine di poter stimolare i rinnovi dei contratti.
Altra questione poi riguarda il salario minimo, con sviluppi che hanno avuto luogo per quanto concerne la normativa che dovrebbe, al riguardo, vedere l’istruzione delle regole. Tuttavia, spiega Money.it, la proposta avanzata da Orlando non prevede una soglia minima uguale per tutti. La cifra al riguardo di cui si parlava era di nove euro. Ma stabilisce che ciascun settore dovrà adeguarsi alle cifre indicate dal contratto maggiormente diffuso per quella specifica categoria.
In tal modo, l’obiettivo è quello di contrastare il fenomeno dei contratti pirata, il dumping salariale.
Circa la conferenza stampa appare che il Governo sembrerebbe avere le idee anche circa il lungo periodo, si spiega. Maggiormente rispetto a quanto potrebbe accadere nelle prossime settimane. Dal momento che questioni come rinnovi dei contratti e salario minimo richiedono del tempo. E pare difficile arrivare ad una soluzione condivisa prima della prossima legge di Bilancio.
Sul taglio del cuneo fiscale, questa sembrare essere una misura maggiormente immediata su cui si punterà proprio in relazione alla perdita del potere di acquisto. Al riguardo, sembrerebbe dunque possa esserci un intervento col decreto che vedrà l’approvazione alla fine del mese corrente. Non ci si è però sbilanciati in merito alle cifre. Non vi sarebbe però uno scostamento di bilancio, le risorse verrebbero prese ancora tassando gli extra profitti.
Si tratterà però, si legge, di un intervento inerente gli ultimi mesi dell’anno, per dare una boccata d’ossigeno alle famiglie. Mediante poi la legge di bilancio vi sarà un intervento circa il vero e proprio “piano salva stipendi“. Andando a tagliare quel costo del lavoro che tanto è cresciuto in Italia.
Per ora occorrerà attendere per scoprire i prossimi step e gli sviluppi sul tema. Intanto, potrebbe interessare approfondire la questione Cuneo Fiscale: tra i più alti, quello dell’Italia, tra i Paesi OCSE.