Tema stipendi, sul tavolo del governo la questione taglio cuneo fiscale: quale sarebbe la differenza di guadagno con meno tasse: ecco di seguito i dettagli
Questione stipendi e tasse Apertura del Governo Draghi alla possibilità di tagliare il cuneo fiscale: che differenza ci sarebbe in termini di guadagni, ecco di seguito questi e altri particolari in tal senso.
Il costo del lavoro in Italia è tra i più alti nell’area Ocse, per tale ragione si discute di un’ipotesi, sul tavolo del Governo, di un possibile taglio del cuneo fiscale, con cui si intende la differenza tra stipendio lordo versato dal datore di lavoro e quello netto che arriva al dipendente.
A parlarne nell’approfondimento è Money.it, il quale sottolinea che già da un po’ si parla di come aumentare gli stipendi dei lavoratori, anche considerando la crescita dell’inflazione; una parte del piano è rappresentata dall’eventuale possibilità di introduzione del salario minimo di 9 euro l’ora, ai fin della tutela di chi oggi non rientra nella contrattazione collettiva, ma si legge che servirà anche riflettere ad una soluzione circa l’incremento delle retribuzioni di chi già attualmente ha una paga oraria superiore alla cifra indicata.
Occorrerà poi anche trovare un modo per non pesare sulle aziende, che già si trovano in una situazione difficile in relazione alla pandemia e alle conseguenze del conflitto in Ucraina; la migliore delle soluzione è l’abbattimento del cuneo fiscale, cosicché a parità di lordo sia riconosciuto un netto più alto.
Occorrerebbe tenere il cuneo fiscale sul livello medio dell’area Ocse ai fini di garantire più liquidità ai lavoratori. Ma cosa c’è da sapere in merito alle cifre, quanto pesano le imposte sullo stipendio e quanto, eventualmente ed ipoteticamente, si guadagnerebbe di più con un cuneo fiscale più basso? Ecco alcuni dettagli in merito.
Stipendio e cuneo fiscale: il peso delle imposte
Quando si fa riferimento al cuneo fiscale, si intende la somma delle imposte, tanto dirette quanto indirette, così come anche i contributi previdenziali, che hanno una incidenza ed un peso sul costo del latore, sia sul versante datore di lavoro che dipendente, così come anche per i lavoratori autonomi.
Stando agli ultimi dati, spiega Money.it, in Italia su di un totale di trecento miliardi di salari mediamente pagati ciascun anno, considerando solo il settore privato, allo Stato vanno cento miliardi di contributi previdenziali e ottanta miliardi di Irpef. Sono dunque centottanta miliardi di € che vanno via per le imposte, con un salario netto di centoventi miliardi ed un cuneo fiscale del sessante per cento.
Un dato, questo, che pone l’Italia tra i primi posti dell’area Ocse, facendo si che l’Italia sia uno dei Paesi industrializzati in cui si pagando più tasse sul lavoro.
Il peso più grande è rappresentato dai contributi, trentatré per cento, mentre il cuneo fiscale ha un peso per il ventisei per cento, si legge. Immagino di abbattere tali due voci, vi sarebbe un aumento dello stipendio netto degli italiani.
Ma quanto si guadagnerebbe con un cuneo fiscale più basso?
Stipendi, con un cuneo fiscale sotto la media Ocse, quanto si guadagnerebbe
In merito ai 300 miliardi di salari lordi privati sopra indicati, spiega Money.it che su questi i lavoratori pagano 9.5miliardi di contributi previdenziali e all’incirca ottanta miliardi di Irpef, a cui vanno aggiunti i circa novanta miliardi di cui si fa carico il datore di lavoro.
Rispetto ai 180 miliardi di oneri fiscali e contributivi, dunque, se ne fanno carico in misura uguale o quasi, dipendenti e datori di lavoro. Tale rapporto però non è lo stesso per tutti: più la retribuzione è bassa, più il peso si sposta sul datore di lavoro, viene spiegato.
Quindi non spere tra stipendio loro e netto vi è una differenza del sessanta per certo, visto che occorre tener presente che le imposte aumentano quanto più è alta la retribuzione. Rispetto ai dati area Ocse, l’Italia è molto sopra il valore medio rilevato. Se si prende come esempio un lavoratore single con retribuzione tipo, il dato medio rilevato dall’Ocse è del 46.5%. Qui altri dettagli e dati.
Il Governo, mediante le parole del ministro Orlando, ha confermato che vi è l’intenzione di procedere ad un ulteriore taglio del cuneo fiscale, ma occorrerebbe comprendere quanto si voglia ridurre il peso delle imposte circa il costo del lavoro. Di recente, una cifra è stata fissata da Bonomi, leader di Confindustria, il quale ha lanciato un appello affinché si possa procedere con un taglio “forte e serio” di sedici miliardi di euro. Ovvero la metà dell’extragettito di 38 miliardi, previsto dal Def.
In questo modo gli italiani andrebbero a guadagnare, ipoteticamente, 1223 € in più ogni anno, con una proposta che, stando alle stime di Confindustria, potrebbe il cuneo fiscale al 40.8%, ben al di sotto della media Ocse.
Circa gli stipendi in Italia poi, non tutti sanno da quanti anni sono fermi: perché non crescono e i motivi.