La busta paga cresce e i dipendenti non potrebbero esserne più felici ma c’è qualcuno che vorrebbe spuntarla, i sindacati. La situazione
Nel mondo in cui viviamo oggi, l’aumento di stipendio è qualcosa che chiunque sogna per sé stesso e per le persone a cui vuole bene. La pandemia del 2020, la guerra tra Ucraina e Russia e quella tra Israele e Palestina hanno infatti determinato pesanti rincari sui beni di prima necessità come la spesa di tutti i giorni, i carburanti per l’auto o le materie prime come acqua, luce e gas. Questi aumenti si sono riversati sui cittadini, che quindi fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese: gli stipendi, infatti, spesso sono sempre uguali da anni.
In un panorama del genere, quindi, ottenere un aumento in busta paga anche se minimo consente di tirare un sospiro di sollievo, di dormire sonni più sereni e di pensare di estinguere un debito, restituire un favore o semplicemente finire di pagare qualcosa per cui si hanno ancora le tasse mensili. Effettivamente, per qualche lavoratore il sogno dell’aumento si è realizzato ma i sindacati ne vogliono di più: il punto della situazione.
Le novità del contratto nazionale Sanità
Nel settore sanitario è stato di recente rinnovato il contratto e questo ha consentito a tutti i professionisti che operano in questo settore di godere di circa 40 euro in più a fine mese. Si tratta soprattutto di infermieri e funzionari che, sebbene da un lato gioiscano di questo aumento, dall’altro sono ben consapevoli che il Governo parla di una crescita di 135 euro, che nessuno per ora ha visto. A parlarne è anche il Sindacato Uil-Fpl, che sottolinea che è quindi necessario aumentare il valore dei buoni pasto, eliminando la compartecipazione del dipendente e quindi garantendogli una maggiore fruizione: questo permetterebbe di aggirare il cosiddetto effetto boomerang, di cui vi parliamo di seguito.
Il nuovo contratto, infatti, prevede un aumento non di 150 in media, com’era stato previsto, ma di circa 50 euro in media, poi decurtati a 40 per via dell’inflazione. Tali aumenti, nel cedolino, si divideranno in tre voci: l’incarico di funzione organizzativa, i differenziali economici di professionalità e la premialità/indennità. Uil, però, protesta in merito a questo aumento e soprattutto critica quanto era stato inizialmente promesso ai lavoratori del settore della sanità.
Un altro punto su cui Uil ha ragionato è quindi quello del rischio dell’effetto boomerang: l’aumento dello stipendio, infatti, potrebbe portare qualche dipendente a perdere i benefici del taglio del cuneo fiscale, con il conseguente annullamento dell’aumento contrattuale o addirittura una riduzione dello stipendio.