Potrebbe essere giunto al termine il lungo braccio di ferro per l’incremento dei salari. Aumento fino al 35%, spalmato su quattro anni.
Lo sciopero, alla fine, potrebbe portare i suoi frutti; la prossima offerta sul tavolo si spera possa mettere d’accordo tutti. Alle parti era stato chiesto di “lavorare velocemente a un accordo equo e duraturo”, così si è arrivati a stilare delle condizioni che potessero soddisfare i lavoratori. La proposta è di un aumento del trentacinque per cento degli stipendi in quattro anni, oltre a un sostanzioso contributo una tantum. Ci sarà ancora da attendere e pazientare, comunque; la risoluzione non è ancora arrivata.
Nell’ultimo confronto infatti il sessantaquattro per cento dei rappresentanti del sindacato ha rigettato l’accordo, mandando avanti di fatto lo stop dei lavoratori – che, ricordiamo, va avanti ormai da cinque settimane. “La proposta non è stata giudicata adeguata dai nostri iscritti”, ha dichiarato il presidente dell’associazione, senza nascondere la pesante delusione. Ora l’aumento salariale richiesto è addirittura del quaranta per cento che dovrebbe andare ad aggiungersi al ripristino della pensione a beneficio definito.
Boeing, avanti con lo sciopero: nessun accordo sugli stipendi
Non riprenderanno le proprie attività i dipendenti di Boeing, la votazione di mercoledì 23 ottobre ha portato a un nulla di fatto. L’offerta recapitata ai lavoratori è stata respinta attraverso l’Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali (IAmaw) che, è bene sottolinearlo, ha in tutela circa trentamila dipendenti. Era attesa la svolta un po’ da tutti, vista la proposta di un aumento del salario del trentacinque per cento in quattro anni, ma non è mai arrivata e lo sciopero proseguirà (continua da cinque settimane) fino a risoluzione.
L’amministratore delegato dell’azienda, Robert Ortberg, incassa la battuta d’arresto e spera di ottenere un accordo al più presto, anche perché il quadro economico si sta complicando ulteriormente e il tempo stringe. Secondo quanto riportato dagli analisti di Bank of America, ogni giorno uscirebbero dalle casse della società circa cinquanta milioni di dollari al giorno; la produzione dei modelli 767 e 777, inoltre, risulta bloccata (parliamo, peraltro, degli aerei di punta).
La sigla sindacale, rappresentata dal presidente Jon Holden, ha intanto presentato una controproposta: insieme al ripristino della pensione a beneficio, l’incremento salariale dovrà salire fino al quaranta per cento.