Stipendi 2022, in Italia le donne hanno sempre guadagnato di meno rispetto agli uomini. Il Gap sembra non sarà colmato nemmeno quest’anno.
Uomini e donne guadagnano, a parità di lavoro, in modo diverso. Si tratta di una realtà che nel 2022 risulta davvero difficile da accettare. Eppure è così. La pandemia, poi, ha dato un’ulteriore “mazzata” alla già difficile situazione lavorativa delle donne, costrette perennemente a scegliere tra famiglia e carriera. Ma com’è possibile che in uno Stato civile vi siano ancora differenze nella retribuzione tra maschi e femmine? Come vengono effettuati i calcoli? Andiamo a scoprire le cause di questo imperdonabile divario.
Stipendi 2022, saranno più bassi?
Il 20% in meno. Sembra che sia questo il valore indicativo della differenza nella busta paga tra un uomo e una donna. A parità di inquadramento e mansioni, si intende. L’Italia però non è l’unico Paese che discrimina le donne. In Europa siamo su retribuzioni medie al 14,8% in meno rispetto ai colleghi maschi. Oltre a ciò, vanno aggiunti i valori di disoccupazione femminile, aumentati drasticamente negli ultimi 2 anni, e anche la maggior difficoltà a raggiungere posizioni manageriali o di rilievo.
Lo studio sul “Gender Pay Gap”
AlmaLaurea è un un consorzio a cui aderiscono 75 atenei italiani e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; presso di esso vengono effettuati studi statistici inerenti al mondo universitario italiano.
Nel 2020 ha stilato il primo rapporto in tema di Gender Pay Gap, e i risultati sono sconcertanti: “in Italia le donne studiano e ottengono risultati migliori, ma sono comunque meno retribuite“. L’indagine ha coinvolto 291.000 laureati nel 2020, e 655.000 laureati nelle annate 2015, 2017 e 2019. “Nel 2020 le donne costituiscono quasi il 60% dei laureati in Italia e i risultati, in termini di regolarità negli studi e di voto di laurea, sono migliori per le donne: il 60,2% di loro conclude gli studi in tempo, rispetto al 55,7% degli uomini e il voto medio di laurea è, rispettivamente, pari a 103,9 e 102,1/110.”
Nonostante un impegno maggiore, dunque, e anche risultati leggermente superiori a quelle dei maschi, le donne non riescono poi a fare carriera in modo soddisfacente. Vediamo di capire come mai.
Il problema culturale che fa guadagnare di meno le donne
I fattori che vanno a decretare minori stipendi alle donne sono sostanzialmente due: la differenza di contratto di lavoro e l’idea stereotipata che hanno gli uomini sulle loro – subordinate o meno – donne. Un triste binomio che purtroppo va pure a braccetto e che fa scaturire le spiacevoli conseguenze in busta paga.
Una volta terminati gli studi, infatti, anche a fronte di ottimi requisiti alle donne vengono proposti contratti per lo più a tempo determinato, part-time o addirittura atipici. Ciò si traduce in salario più basso e minori possibilità di aumentare di livello col passare del tempo. La precarietà, non dimentichiamoci, si riflette poi anche nel lungo periodo, quando si fanno i calcoli per il cumulo pensionistico.
Il fattore culturale retrogrado, poi, fa il resto. Ad una donna difficilmente verrà data possibilità di lavorare di più, o durante i fine settimana, perché la figura femminile viene individuata come quella che “deve” occuparsi anche della famiglia. Non dimentichiamoci inoltre che sono le donne stesse che, sempre per motivi culturali, devono chiedere più permessi e ferie proprio per occuparsi di figli e parenti.
Non dimentichiamo, infine, lo scarso interesse dello Stato nei confronti delle lavoratrici donne. Nonostante numerosi appelli da parte della popolazione e di Enti preposti, non vengono costruiti asili nido, oppure ci sono ma a costi esorbitanti. Non vengono istituiti nelle aziende spazi per le mamme lavoratrici. Non vengono riconosciuti permessi extra.
Insomma, anche nel 2022, come da troppo tempo, le donne dovranno lottare per far valere le proprie capacità. E si ritroveranno con meno soldi nel portafogli.