La settimana scorsa il gruppo di lavoro sul regolamento dei mercati finanziari presieduto dal Dipartimento del Tesoro USA, si è riunito con l’obiettivo di conciliare la legislazione degli Stati Uniti e i potenziali benefici derivanti dal mercato delle criptovalute e in particolare delle stablecoin.
Comprenderne i rischi e gli sviluppi per tempo, è fondamentale se si vuole evitare di trovarsi con una parte della finanza troppo strettamente legata a un settore, che potrebbe essere in futuro non più disciplinabile senza pesanti ricadute sui mercati finanziari. Il denaro del ventunesimo secolo potrebbe entrare nelle nostre vite senza necessariamente arrivare dalle istituzioni. Queste devono preparare le legislazioni nazionali e internazionali a fornire garanzie e limitare i pericoli per il consumatore e gli investitori, non solo per il mercato delle criptovalute, ma anche per quelli correlati al mercato valutario e di conseguenza al sistema creditizio.
L’assenza di un quadro giuridico chiaro può mettere in discussione la stabilita finanziaria delle valute a corso legale, come il dollaro USAv e allo stesso tempo, il processo di sviluppo delle CBDC, le versioni digitali delle valute nazionali, emesse dalle banche centrali dei rispettivi paesi, che potrebbero nei prossimi anni essere l’alternativa digitale al contante.
Cosa potrà succedere in futuro con le stablecoin?
Un esempio di quello che potrà accadere è già scontata nel nostro rapporto con il denaro nei nostri conti bancari e il suo valore. Le banconote emesse sono considerate da chi le possiede valide a partire dalla promessa di pagamento insite nel loro valore nominale. Allo stesso modo rappresentiamo le banconote per mezzo di accrediti digitali come le carte di credito e di debito, che accettiamo tramite istituzioni private, non facendo caso e non ponendoci domande rispetto alla loro affidabilità creditizia, che dovrebbe sempre essere in grado di garantire quelle cifre per la somma di banconote corrispondenti. Un meccanismo ancora più evidente e simile a quello che può avvenire con le stablecoin, è il rapporto che sette milioni e mezzo di persone in Cina hanno con il loro denaro.
La fiducia nel potere di acquisto derivato dal contante e il suo valore di scambio è dato essenzialmente dalla credibilità dei legislatori. Questo avviene con le valute nazionali legate stabilmente al valore del dollaro Usa come quelle di Hong Kong, che dal 1983 risulta per la sua natura finanziaria correlato in modo simmetrico con un valore che oscilla tra i 7,75 a 7,85 HKD per ogni dollaro USA. Questa relazione stabilisce nell’economia reale un certificato di credito da parte di chi possiede le banconote di Hong Kong, nei confronti del Dollaro USA, che ha a sua volta un valore in quanto rappresentativa delle istituzioni USA ed è la più utilizzata negli scambi internazionali.
Per questo motivo la logica di fondo che applichiamo al contante e agli accrediti sui depositi bancari, si riflette direttamente sul modo in cui sono percepiti gli scambi con le stablecoin, il cui valore è legato a quelli delle valute tradizionali o degli asset di cui sono rappresentative. Le stablecoin, come Tether, USD Coin, Binance USD, Dai e Terra USD, possono venire scambiate o utilizzate per proteggersi dal rischio senza passare per mercati come il Forex o broker regolamentati sul circuito tradizionale. Oltre a questo è possibile garantirsi un deposito con le caratteristiche di un conto corrente e l’assenza dei costi tipici associati a essi.
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Il comparto istituzionale e creditizio si tutela delle stablecoin
Per questo motivo la Federal Reserve, la SEC securities Exchange Commission e la Commodity Futures Trading Commission, stanno collaborando insieme a importanti enti di regolamentazione bancaria, per mettere al sicuro il comparto istituzionale e il sistema creditizio dai potenziali stravolgimenti che questo mutamento è in grado di portare nel sistema finanziario. Una grande parte degli scambi di Euro e Dollari avviene già per mezzo di questa criptovaluta, rappresentando delle criticità per illeciti quale l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Senza una normativa che possa definire questi depositi alla stregua di quelli bancari, il rischio sistemico può moltiplicarsi e causare qualcosa di simile a quello che avvenne durante la crisi del 2008, quando i fondi comuni di investimento furono utilizzati alla stregua di depositi bancari moltiplicando l’effetto sull’esposizione alla crisi finanziaria, con gli investitori che non furono protetti dalle garanzie offerte tipicamente da un istituto di credito.
Senza le garanzie patrimoniali fondate sulla capacità di onorare le promesse di pagamento, le stablecoin che sono attualmente connesse a un valore in dollari superiore ai 100 miliardi di dollari, rappresentano un incognita che i legislatori e il sistema finanziario devono risolvere prima che possano rappresentare una minaccia per il mercato. Oggi giorno anche Visa ha iniziato ad accettare USD Coin come sistema di pagamento per le sue transazioni, ed è quindi solamente una questione di tempo prima che le stablecoin diventino una parte importante della nuova economia digitale, realizzando per la prima volta la loro adozione di massa.