Aumentano le probabilità di assistere a una frammentazione di Internet in reti regionali o nazionali non interoperabili, il cosiddetto “splinternet”.
Fattori geopolitici, tecnologici e culturali stanno incrementando le possibilità di vedere concretizzarsi uno “splinternet” ovvero un’Internet frammentata in reti regionali o nazionali non interoperabili. Tra i segnali più evidenti del fatto che ci si stia muovendo in questa direzione c’è ad esempio lo sviluppo da parte della Cina di un’infrastruttura internet (“Great Firewall”) altamente controllata, l’accesso a molti siti e servizi occidentali è limitato. E sulle orme di Pechino si sta muovendo la Russia, che ha già implementato sistemi per isolare la propria rete (RuNet) dal resto del mondo (così da controllare meglio le informazioni in circolazione).
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Ma non solo, perché pure le nuove regolamentazioni sulla privacy rappresentano un ingrediente cruciale del pericoloso cocktail, con l’Europa che ha irrigidito gli standard sulla protezione dei dati con il GDPR mentre altri Paesi si sono mossi diversamente, aprendo a uno scenario di barriere operative tra regioni. Inoltre, non è da escludere che Stati con politiche repressive possano adottare misure estreme con l’obiettivo di monitorare costantemente l’accesso alle informazioni – conseguenza diretta è l’isolamento della popolazione.
Splinternet, quali altri segnali preoccupano? E le probabilità di uno scenario simile quali sono?
Tra gli altri segnali che destano preoccupazione in chi pensa che possa verificarsi una frammentazione di Internet c’è anche lo sviluppo di infrastrutture non interoperabili da parte di alcuni Paesi che hanno bandito tecnologie straniere (vedi Huawei e il 5G); di fatto l’interoperabilità potrebbe diventare globale se gran parte delle nazioni iniziassero a realizzare tecnologie incompatibili. Un altro motivo per isolare una rete internet potrebbe essere l’aumento delle minacce informatiche, in questo caso per proteggere le infrastrutture critiche si limiterebbe la connettività globale.
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Non si tratta più di uno scenario remoto, comunque, perché le probabilità di assistere a uno “splinternet” sono in aumento; gli analisti stimano una possibilità concreta che accada entro il prossimo decennio, tra il 30 e il 50 per cento. Ad accelerare il processo senza dubbio i conflitti tra le superpotenze, che potrebbero puntare a una separazione digitale, e le politiche di autarchia tecnologica.
In ogni caso, esistono degli ostacoli (fortunatamente) alla concretizzazione di un Internet frammentato come l’interdipendenza economica globale (l’economia mondiale si basa su una rete internet unificata per commercio, comunicazione e innovazione) e il mercato globale aperto, che fa sempre comodo ai colossi del tech.