Attenti ai pagamenti parziali in contante per le spese mediche. Ecco cosa c’è da aspettarsi quando bisogna inserirle nella dichiarazione dei redditi.
Il Covid è entrato prepotentemente nelle nostre esistenze portando con sé delle gravi ripercussioni sia dal punto di vista economico che sociale. Sempre più famiglie, purtroppo, sono alle prese con una grave crisi finanziaria. Se tutto questo non bastasse la macchina amministrativa continua a lavorare senza mai fermarsi, con i contribuenti che si ritrovano ogni anno a dover presentare la dichiarazione dei redditi. La maggior parte delle persone decide di affidare la relativa compilazione, e presentazione, ad un professionista, come ad esempio un commercialista.
Quest’ultimo, però, non sempre è a conoscenza di tutti i movimenti che noi effettuiamo nel corso dell’anno e per questo motivo è bene sapere anticipatamente come comportarsi, onde evitare di perdere molte deduzioni e detrazioni fiscali. Proprio in questo ambito si invita a prestare attenzione ai pagamenti parziali in contante per le spese mediche, onde evitare spiacevoli inconvenienti. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Spese mediche e 730, occhio ai pagamenti parziali in contante: cosa c’è da sapere
Presi dai vari impegni della vita quotidiana, spesso può capitare di dimenticarsi di prestare attenzione ad alcuni dettagli. Ne sono una chiara dimostrazione alcune voci che, se appositamente dichiarate nel 730, ci offrono la possibilità di risparmiare un bel po’ di soldi sulle tasse. Proprio in tale ambito è bene ricordare che le detrazioni fiscali per le spese sostenute nel corso dell’anno spettano solo se il relativo pagamento avviene tramite strumenti tracciabili, come carte di credito o bancomat. Allo stesso tempo sono previste delle eccezioni.
Come si evince dalla circolare n°7/2021: “Dall’anno d’imposta 2020, la detrazione dall’imposta lorda nella misura del 19 per cento delle spese sanitarie spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento “tracciabili”, fatta eccezione per le spese sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici, nonché per prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al SSN“. In quest’ultimi casi, infatti, è possibile pagare in contante, senza rischiare di perdere la detrazione.
Spese mediche nella dichiarazione dei redditi: occhio alla modalità di pagamento
Le spese mediche da riportare nella dichiarazione dei redditi, però, non sono solo i farmaci. Si annoverano, infatti, anche altri prodotti/servizi che possono essere scaricati dalle tasse. Ne sono un chiaro esempio le autoanalisi del sangue; ma anche elettrocardiogramma o holter cardiaco. A questo punto sorge spontanea una domanda: cosa succede nel caso in cui il pagamento venga effettuato in parte in contanti e in parte utilizzando uno strumento tracciabile? Ebbene, teoricamente è possibile affermare che la spesa possa essere in ogni caso detratta, almeno per la parte pagata attraverso uno strumento tracciabile.
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Allo stesso tempo gli operatori sanitari comunicano al Sistema Tessera Sanitaria le spese sanitarie sostenute dai contribuenti. A tal fine viene specificato come è avvenuto il pagamento. Questi dati vengono così predisposti nella dichiarazione precompilata, con le voci pagate tramite strumenti tracciabili che vengono scaricati. Si resta in attesa, invece, di ulteriori chiarimenti da parte dell’ente, per quanto riguarda i pagamenti in contanti. Questo soprattutto considerando il fatto che, quando viene emesse un solo scontrino, non si può suddividere l’invio per la parte pagata in contante da quella pagata attraverso strumenti tracciabili.